Il libro Codice Ratzinger rivela perché Papa Francesco sia un Papa illegittimo e perché la stessa sorte tocca al nuovo Papa.
Ieri, 26 aprile, Clero, fedeli e capi di Stato hanno rivolto l’ultimo saluto a Papa Francesco. Ora il pensiero è rivolto al Conclave che a maggio eleggerà il nuovo Papa. Diversi sono i nomi che circolano, tra coloro che potrebbero continuare l’operato di Bergoglio e quanti, invece, potrebbero segnare un arretramento su certi processi ritenuti rivoluzionari.
La grande novità del prossimo Conclave è che ci sarà un allargamento dei Cardinali che vi faranno parte. Ma, soprattutto, sarà minore il peso di quanti provengono dall’Europa con un allargamento verso gli altri continenti. Soprattutto appannaggio dell’Asia. Non a caso, Papa Francesco teneva molto affinché la Chiesa cattolica penetrasse ulteriormente nel continente. Soprattutto in quei paesi ancora refrattari come la Cina.
Infatti, e anche ciò non a caso, tra i papabili più vicini a Francesco troviamo il filippino Luis Antonio Gokim Tagle. Nominato cardinale nel 2012 da Benedetto XVI.
Tuttavia, c’è un aspetto che getta già delle ombre sul successore di Papa Francesco. Tanto da far parlare di nuovo Papa come illegittimo.
Il nuovo Papa è illegittimo?
Si tratta di un fatto di forma. Partiamo col dire che dei 135 Cardinali elettori, 108 sono stati “creati” dalla riforma voluta da Bergoglio. Pertanto, dato che si tratta di quasi l’intera plenaria, il suo successore sarà per forza di cose nominato tramite essi.
Secondo però alcuni analisti, Francesco sarebbe un Papa illegittimo. Le ragioni sono messe nero su bianco in un libro uscito nel 2022, Codice Ratzinger, (Byoblu, pp. 342, euro 22) di Andrea Cionci.
Un vero successo editoriale, dato che ha venduto oltre 5 mila copie nei soli primi 2 mesi di uscita, diventando secondo tra i libri più venduti del periodo. Il tutto, considerando che è stato pubblicato da una piccola casa editrice, nota soprattutto sul web per i suoi video-inchiesta.
Si parte dalla Declaratio del 11 febbraio 2013, l’atto con cui Ratzinger avrebbe formalizzato le sue dimissioni. Nella stessa, il Papa tedesco scrive «di rinunciare al ministerium del Vescovo di Roma», cioè a “fare il Papa” ma non abdica mai al suo essere Papa (il munus).
Cosa significa tutto questo? Che Benedetto XVI era rimasto Papa, pur rinunciando alle sue funzioni, non diventando dunque un Papa emerito, ovvero “in pensione”.
Ed ancora, in altri due passaggi della Declaratio Ratzinger usa il verbo vacet non per parlare di una «sede vacante» che indica la sede pontificia pronta ad accogliere un nuovo pontefice dopo il Conclave, ma di una sede «libera, vuota».
Anche qui spieghiamo cosa è inteso nel libro: il suo legittimo titolare non è presente, ma ciò non vuol dire che qualcuno debba prenderne il posto. Si parla pertanto di «sede impedita» da fattori interni ed esterni che invalida qualsiasi elezione di presunti successori del Papa.
E ancora, nel passaggio finale della Declaratio Ratzinger parla della convocazione di
un Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice da parte di coloro ai quali compete
Non parla dunque di «cardinali», ma si riferirebbe solo a quei porporati legittimi nominati prima del 2013, da egli stesso e da Wojtyla, escludendo pertanto quelli nominati dal suo successore Bergoglio.
Ratzinger potrebbe però avere anche inteso la possibilità che a eleggere il nuovo Papa potesse essere la comunità dei credenti, la cosiddetta Chiesa catacombale, come accadeva alle origini del cristianesimo.
Le (non) dimissioni di Ratzinger renderebbero illegittimo Bergoglio
Infine, l’illegittimità di Papa Francesco scaturirebbe anche dal fatto che la comunicazione di Benedetto XVI aveva un effetto differito. Infatti, egli lasciò il soglio pontificio 17 giorni più tardi e le sue dimissioni non vennero confermate da una rinuncia formale scritta il giorno del suo addio, il 28 febbraio.
Pertanto, questi due ulteriori aspetti formali contribuirebbero a invalidare la sua presunta rinuncia al pontificato.
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Foto di Serghei Topor da Pixabay
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