Nuovo Ministro istruzione già compie 2 gaffe grammaticali: cosa ha detto

Chi è il nuovo Ministro istruzione? Una domanda che si sta ponendo, in modo intimorito, il personale scolastico e gli studenti stessi. Alla luce di tutti i personaggi imbarazzanti che si sono alternati negli anni specie con l’arrivo della Terza Repubblica. Si pensi a D’Onofrio, la Moratti, la Gelmini, la Fedeli, la Azzolina. Giusto per citare qualche nome.

Anche il plurileccato dai media governo Draghi non interrompe questa triste tradizione. Almeno stando alle prime gaffe grammaticali che ha compiuto il nuovo Ministro istruzione Patrizio Bianchi. Chiamato nel difficilissimo compito di gestire la scuola in piena era Covid-19. Quindi, stabilire se, quando e come far tornare gli alunni in classe. Oltre ad affrontare i problemi atavici che il nostro sistema scolastico si trascina ormai da tempo.

Ecco le prime gaffe grammaticali compiute dal nuovo Ministro istruzione.

Gaffe grammaticali nuovo Ministro istruzione

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Come riporta FanPage, alla prima domanda dei giornalisti da Ministro, riguardo a quando ha appreso di essere stato chiamato a ricoprire questo incarico, Patrizio Bianchi ha risposto: “L’ho imparato ieri”. Molti utenti su Twitter, dove ovviamente si è scatenata subito la rincorsa allo sfottò a colpi di hashtag, fanno notare che si tratta di una cadenza dialettale tipica dell’Emilia-Romagna. Dove si direbbe così anziché “l’ho appreso”. Bianchi è originario della provincia di Ferrara. Il che comunque non lo giustifica.

Ma il nuovo Ministro dell’istruzione ha anche fatto il bis rispondendo alla domanda riguardo ad un suo primo giudizio sul personale facente parte del Ministero dell’istruzione: “Ho trovato della bella gente, speriamo che faremo tutti bene”.

Chi è nuovo Ministro istruzione Patrizio Bianchi

patrizio bianchi

Al di là di queste prime gaffe, magari dettate anche dall’emozione iniziale, vediamo chi è Patrizio Bianchi, nuovo Ministro dell’istruzione.

Come riporta Wikipedia, Patrizio Bianchi è nato a Copparo (provincia di Ferrara) nel 1958. Laureatosi in Scienze politiche nel 1976 all’Università di Bologna, ha perfezionato i suoi studi alla London School of Economics and Politica Sciences. Periodo durante il quale opererà presso la Price Commission britannica, pubblicando anche il suo primo saggio per Mulino nel 1980.

Nello stesso anno diventa ricercatore presso la Facoltà di economia dell’Università degli Studi di Trento, per poi trasferirsi a Bologna due anni dopo. Dove nel 1986 vince la cattedra di professore associato, per poi diventare professore ordinario di politica economica nel 1994.

Nel 1997 si trasferisce all’Università degli Studi di Ferrara dove fonda l’anno dopo la Facoltà di economia, diventata oggi Dipartimento di Economia e Management. Qui è anche titolare della Cattedra UNESCO in “Education, Growth and Equality” ed è direttore scientifico dell’Ifab (Fondazione Internazionale Big Data e Intelligenza Artificiale per lo Sviluppo Umano). Diventa poi rettore della università ferrarese nel 2004.

Nell’anno 2010 viene nominato commendatore al merito della Repubblica Italiana. Mentre cinque anni dopo riceve il premio Lincei dell Ministero dei Beni Culturali per le Scienze Politiche e Sociali.

L’attività politica è iniziata nel 2010, quando è stato nominato assessore alle politiche europee per lo sviluppo, scuola, formazione, ricerca, università e lavoro della Regione Emilia-Romagna da Vasco Errani. Godendo poi del rinnovo del nuovo Governatore Stefano Bonaccini.

Dal giugno 2018 è anche vicepresidente della Commissione intermediterranea (Cim) della Conferenza delle Regioni periferiche e marittime.

Nell’aprile 2020 ha coordinato la task force ministeriale, formata dall’allora Ministro dell’istruzione Lucia Azzolina, per coordinare e gestire la ripartenza dell’anno scolastico 2020-2021 durante la pandemia di COVID-19. Per poi finirne anche in dissidenza rispetto alla gestione imposta dal Ministero.

Dunque, oltre a tutta l’esperienza accademica, già conosce la macchina ministeriale, oltre all’esperienza politica iniziata a livello regionale nel 2010. Speriamo che, al di là delle gaffe grammaticali, Patrizio Bianchi risollevi una scuola caduta a pezzi da troppo tempo.

Sia dal punto di vista prettamente strutturale, sia perché si è trasformata nel rifugio di quanti, troppi, in assenza di un lavoro si sono buttati a fare i docenti improvvisati. Del resto, il sistema glielo permette.

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