Non solo Milano, tanti altri tribunali italiani sono incustoditi
Da Vicenza a Palermo, passando per Roma e Napoli, i Tribunali sono privi di controlli all’ingresso
Come accade sempre in Italia, deve scapparci il morto (in questo caso tre) affinché si prendano provvedimenti. Da ieri mattina, ossia da quando nel Tribunale di Milano un imprenditore indagato per bancarotta ha ucciso tre persone, è improvvisamente scattato l’allarme sicurezza nei Tribunali. Come è possibile che, nel tribunale più importante d’Italia – per i processi che ivi si sono celebrati e si stanno celebrando, che hanno riguardato e stanno riguardando pagine delicate della storia della nostra Repubblica – si possa entrare e uscire indisturbatamente? Il problema era noto da tempo. Ad esempio il Tg1 due anni fa ha mandato in onda un servizio sul Tribunale di Napoli, dove era possibile sottrarre faldoni senza che nessuno se ne accorgesse. Tribunale che peraltro si trova in una zona degradata come quella del Centro direzionale, mentre, stranamente, il consiglio regionale campano poco distante prevede controlli serrati all’ingresso. Ma è un pianto generale. Da Nord a Sud sono tanti i Tribunali incustoditi.
I TRIBUNALI DI ROMA – Chi vive a Roma sarà capitato, almeno una volta, al tribunale Civile. Un vespaio di avvocati, giudici, praticanti e clienti. Un porto di mare in cui, pur volendo, sarebbe difficile fare dei controlli a tappeto. Infatti, meglio tagliare la testa al toro: nessun controllo. Neanche un usciere. Si può entrare ed uscire con una facilità disarmante. I pochi uomini delle forze dell’ordine che sono chiusi negli uffici al piano terra e sembra che non escano praticamente mai da quelle stanze. Nel palazzo, infatti, non si vedono.
La presidente della sezione fallimentare, Giovanna Russo, come riporta il quotidiano Il Tempo, si è limitata a dire: “Qui la tranquillità non c’è mai. I controlli sono quelli che vedete”. Inesistenti.
Stessa cosa accade al Tar, al Consiglio di Stato e al Giudice di Pace. Nessun metal detector e nessun controllo. Insomma, in tutti questi luoghi che, prima di ieri, non erano percepiti come “pericolosi”, si può entrare ed uscire indisturbati. Anche armati fino ai denti. La presidente della sezione, Giovanna Russo, si è limitata a dire: «Qui la tranquillità non c’è mai. I controlli sono quelli che vedete»
Diversa la situazione al tribunale Penale, in Corte d’appello e in Cassazione. Lì i metal detector ci sono. E, quando funzionano, vengono anche utilizzati, ma non da tutti. Praticanti, avvocati e spesso clienti possono tranquillamente evitare i controlli mostrando il tesserino dell’ordine professionale. Se non è successa una tragedia come quella di Milano, è soltanto un caso fortunato. I presupposti di insicurezza generale c’erano tutti.
VICENZA, TRIBUNALE NUOVO MA PROBLEMI VECCHI – A Vicenza, invece, il tribunale è stato inaugurato appena due anni fa, alla fine del 2012: eppure, come denuncia oggi Il Giornale di Vicenza, nemmeno quello che dovrebbe essere un modello di modernità e sicurezza è dotato delle più elementari misure di tutela dell’incolumità dei cittadini. Nonostante il palazzo di giustizia fosse costato più di venti milioni di euro, non è mai stato dotato di bussole d’ingresso o di sistemi a controllo remoto. Stesso discorso per i metal detector e le telecamere.
A nulla sono valsi i ripetuti appelli di procuratori e presidenti del tribunale: da Roma hanno sempre risposto picche. Le risorse non si trovavano. L’unica misura di sicurezza è rappresentata dalle guardie giurate, che però non possono perquisire singolarmente ciascuna delle migliaia di persone che ogni giorno entrano in tribunale: la sola soluzione è quella dei controlli a campione.
E, beffa delle beffe, secondo il sito locale Tviweb, nel vecchio tribunale le bussole e i cassettini per riporre gli oggetti metallici all’ingresso esistevano eccome.
A PALERMO IMPOSSIBILE INSTALLARE TELECAMERE – Proteste per l’emergenza sicurezza nei tribunali sono state espresse anche dagli operatori della giustizia di Palermo, che all’indomani della strage di Milano parlando di “ostacoli istituzionali”: “Nei nostri tribunali può entrare chiunque senza essere identificato – spiega il procuratore generale Roberto Scarpinato – E ieri l’assassino ha compreso che poteva accedere senza controlli: avevo anche chiesto la sistemazione di telecamere nel palazzo di fronte al tribunale, ma il Comitato per l’ordine e la sicurezza mi ha informato che non è possibile, perchè il condominio non ha voluto fare entrare i carabinieri”.
FIRENZE E BOLOGNA – Interrogato in merito alla questione-sicurezza, il sindaco di Firenze Dario Nardella ha spiegato che il capoluogo toscano “non ha problemi superiori” ad altre città e ha ricordato di aver sempre trovato i metal detector all’ingresso dei tribunali fiorentini: il successore di Matteo Renzi a Palazzo Vecchio ha anzi respinto l’ipotesi, che era stata ventilata, di reintrodurre i metal detector agli ingressi del palazzo civico fiorentino. A Bologna, invece, il presidente del Tribunale Francesco Scutellari, ha chiesto maggiori fondi da parte del governo: “Ovviamente abbiamo bisogno di fondi da parte del ministero, fondi che al momento non ci sono, non sono stati messi a nostra disposizione”.
(Fonte: Il Giornale)