Non ci resta che il crimine, il film che offende la Campania

In questi giorni nelle sale italiane viene proiettato “Non ci resta che il crimine”. Film che irride serie tv e pellicole sulla malavita. Soprattutto Romanzo criminale, visto che è ambientato a Roma.

Il regista di Non ci resta che il crimine è Massimiliano Bruno, al suo sesto film. Una filmografia di filmetti ironici sugli italiani. Il cast di Non ci resta che il crimine è composto da tutti attori romani: Alessandro Gassmann, Marco Giallini, Edoardo Leo, Gianmarco Tognazzi e l’avvenente romanaccia Ilenia Pastorelli.

Riguardo la trama di Non ci resta che il crimine, come riporta Mymovies, vede Moreno e Sebastiano essere due sfaccendati, anzi, come li definisce l’amico Gianfranco che invece è diventato un uomo di successo, due “poracci”. Ma i tre sono cresciuti insieme, e Moreno e Sebastiano da bambini bullizzavano il piccolo Gianfranco, soprannominandolo “il Ventosa”. Con loro c’era anche Giuseppe, che ora fa il commercialista precario e subisce le angherie del suocero, che lo paga solo quando gli pare.

Sebastiano peraltro è intrappolato in un matrimonio infelice e Moreno, pur cercando da sempre il modo di “fare i soldi con la pala”, non riesce neppure a pagare gli alimenti arretrati alla ex moglie. Nel tentativo di sfuggire a Gianfranco, Moreno, Sebastiano e Giuseppe si infilano in un cunicolo spaziotemporale che li catapulta all’epoca in cui erano bambini: il giugno 1982, per la precisione.

Non ci resta che il crimine però offende anche la Campania. Ecco in che [sta_anchor id=”caserta”]modo[/sta_anchor].

Non ci resta che il crimine offende mozzarella di Caserta

non ci resta che il crimine

Come riporta Il Fatto quotidiano, il presidente del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, Domenico Raimondo, fa riferimento ad una battuta detta da uno dei personaggi del film:

La battuta di pessimo gusto sulla mozzarella contaminata di Caserta nel film ‘Non ci resta che il crimine’ è un falso storico e un’offesa inaccettabile a un intero territorio. Abbiamo già incaricato i nostri legali per mettere in campo tutte le azioni necessarie a tutela dei produttori di mozzarella Dop, ma anche a difesa di una terra ingiustamente martoriata da stereotipi che non possono essere rilanciati anche da un film”.

Ma qual è la battuta “incriminata”? “Siamo rovinati. Non ci resta che vendere la mozzarella contaminata di Caserta“. “Sconcerta ancor di più che a pronunciare quelle parole sia un attore del calibro di Alessandro Gassmann, erede di un cognome così importante”, aggiunge Raimondo.

Peccato che a pronunciare la battuta non sia il personaggio interpretato da Gassmann ma quello di Marco Giallini. In ogni caso, la sostanza resta:

Nessuna mozzarella Dop è mai risultata contaminata, nemmeno nei periodi più difficili, che per fortuna sono alle spalle. Oggi i consumatori testimoniano ogni giorno quanto amano la bufala campana, visto che nel 2018 abbiamo raggiunto il record storico di produzione con oltre 50 milioni di chili di mozzarella sulle tavole di tutto il mondo. Essere infangati al cinema è intollerabile – continua – e il nostro appello va a tutte le istituzioni campane per una mobilitazione collettiva contro ogni tentativo di gettare ombre su questa terra. Siamo stufi di comportamenti del genere e non li tollereremo più. Faremo valere la nostra dignità e il nostro orgoglio in ogni sede. Pretendiamo rispetto da tutti”.

La mozzarella di bufala è uno dei settori trainanti dell’economia casertana per cui è grave che una battuta in una commedia, che non trova riscontro nella realtà, ne metta a rischio l’immagine contribuendo ad alimentare stereotipi e pregiudizi sul nostro territorio”.

A dare man forte a Raimondo è Stefano Graziano, consigliere regionale campano del Partito democratico, presidente del partito regionale e presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale della Campania:

Esprimo pieno sostegno – aggiunge Graziano – a tutte le iniziative che il Consorzio di tutela porrà in essere in difesa del nostro oro bianco, che proprio quest’anno ha visto un forte incremento di produzione ed export. Oggi, tra l’altro, la filiera bufalina è tra le più controllate a tutela della qualità del prodotto e dei consumatori”.

Dopo la Feltrinelli e la sua guida turistica, una nuova offesa a Caserta e alle sue ricchezze.

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