Nodal, nasce Social per uteri in affitto: dove siamo arrivati?

Nodal, nasce Social per uteri in affitto: dove siamo arrivati?

Un Social per facilitare l’incontro tra domanda e offerta. Un sito di appuntamenti simil Tinder dove però non ci si limita ad una semplice prima conoscenza virtuale per un possibile successivo incontro.

Bensì, coppie o single vogliosi di diventare genitori scelgono una donna che metta a disposizione il proprio utero. Il tutto, scavalcando le agenzie intermediarie e tutti i passaggi ritenuti troppo elaborati.

Si chiama Nodal e serve appunto per accelerare la creazione di bambini in laboratorio.

Nodal, cos’è la app per trovare utero in affitto

Come spiega Il Primato Nazionale, l’ideatore di Nodal è Brian Levine, endocrinologo operativo a New York. Allo scopo, come detto, di facilitare la pratica dell’utero in affitto, snellendone le procedure.

Nodal vuole velocizzare la conoscenza, l’incontro e l’accordo tra la madre-incubatrice e i potenziali acquirenti del bambino. Eliminando come detto il «tramite» costituito dalle agenzie che trattano la maternità surrogata, e infine diffondendo consapevolezza sulla pratica.

Nodal è nata grazie al contributo di Brianna Buck, ex madre surrogata, la quale ha voluto mettere a disposizione la propria esperienza per aiutare gli altri a non vivere quanto accaduto a lei. Avendo avuto una pessima esperienza con la pratica dell’utero in affitto.

Nodal come funziona

L’iscrizione alla piattaforma è alquanto complessa e articolata per entrambe le parti, che sono tenute a rispondere a una serie di domante molto specifiche. E meno male, aggiungiamo noi.

nodal come funziona app

Per esempio, viene chiesto se il genitore è single o in coppia (in questo caso la domanda successiva è sull’orientamento sessuale dei due richiedenti). La surrogata, invece, deve mostrarsi chiaramente in foto, dichiarare se è single, accoppiata, dove vive e se ha figli o meno. Nonché specificare il proprio stato vaccinale.

Una volta iscritti, si cercano profili come accade sulle app di incontri. Se due profili si piacciono e manifestano l’intenzione di volersi conoscere scatta il match.

Un dettaglio però sfugge a molti: in ballo c’è la creazione di un essere umano in laboratorio. Giusto dare un’opportunità a una coppia che non può avere figli (tralasciando la questione del genere). Ma non si può ridurre tutto ad una app di incontri. In un mondo sempre più individualista, fatto di persone isolate.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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