L’opera dello studio Signal.MD colpisce per il delicato trattamento di spinose problematiche quali NEET, introversione e ansia sociale
Nonostante la classificazione sia originaria del Regno Unito, quella dei NEET (Not in Education, Employment, or Training) è una categoria sociale venuta alla ribalta soprattutto in Giappone agli inizi del secolo.
Come da definizione, si tratta di persone non più in età scolastica, ma che non hanno né un lavoro (e spesso non lo cercano nemmeno), né sono inserite in alcun programma di formazione.
Ovviamente si tratta di un fenomeno complesso, con varie motivazioni e sfaccettature, che data la sua popolarità è stato più volte affrontato nel mondo altrettanto rinomato e variegato dei manga e degli anime.
Un eccellente, per quanto piuttosto oscuro, esempio è Net-juu no Susume (Recovery of an MMO Junkie), che nel suo piccolo tratta l’argomento e quelli spesso collegati (e a me molto cari) dell’introversione e dell’ansia sociale in maniera tanto semplice, quanto rispettosa.
Origini e premesse di Net-juu no Susume
Nata nel 2013 come web manga (cioè, un manga destinato a essere letto online, in particolare su smartphone) e abbandonata dopo un paio d’anni a causa dei problemi di salute dell’autrice Rin Kokuyou, l’opera riceve fortunatamente un adattamento anime nel 2017 da parte dello studio Signal.MD.
La scelta del titolo internazionale (che suona come “Riabilitazione di una drogata di MMO”), pur non necessariamente scorretta, come vedremo non è purtroppo delle più felici, anche perché crea confusione col fatto che a schermo appare invece il (decisamente più appropriato) sottotitolo “Recommendation of the Wonderful Virtual Life”.
La premessa, invece, si rivela piuttosto originale: Moriko Morioka, un’introversa trentenne in carriera, decide di abbandonare un lavoro stressante per diventare, come lei stessa si definisce, una “NEET per scelta” e dedicarsi letteralmente giorno e notte alla sua più grande passione: gli MMO.
Acronimo per Massive Multiplayer Online, si tratta di videogiochi solitamente ambientati in un mondo fantasy, dove oltre a giocare si possono instaurare amicizie coi propri compagni d’avventura, protetti dall’anonimato e magari anche da un personaggio virtuale diverso come genere e/o carattere da quello dall’altra parte dello schermo.
Ed è proprio ciò che fa Moriko, che decide di interpretare un personaggio maschile affabile e spensierato, con l’obbiettivo di crearsi uno spazio sociale più a sua misura e senza ansie, nel quale interagire dalla sicurezza della sua stanza buia, che abbandona praticamente solo per i necessari acquisti alimentari.
Una rispettosa evoluzione sociale
Pur essendo graficamente molto gradevole in particolare nel mondo da favola di Fruits de Mer (l’MMO scelto dalla protagonista per il suo ritorno ai videogiochi), l’ambientazione fantasy è poco più di un pretesto per seguire l’evoluzione sociale di Moriko.
Una delle critiche principali che si possono muovere all’anime è che la “molla” che fa scattare tale cambiamento sono un paio di coincidenze decisamente improbabili, ma in mirabile contrasto con ciò (e col fuorviante titolo internazionale) esso raggiunge invece una risoluzione estremamente realistica, davvero rispettosa della condizione sociale della donna.
Troppo spesso, infatti, in opere che trattano di tematiche spinose come queste alla fine i protagonisti ne escono completamente trasformati, come se alcune interazioni sociali ed eventi potessero magicamente e in pochissimo tempo cambiare le cose.
L’approccio scelto da Net-juu no Susume è decisamente diverso: la “necessaria” evoluzione di Moriko è molto meno radicale, ma non per questo meno significativa, e dimostra una chiara accettazione da parte degli autori della situazione della protagonista, che non va necessariamente stravolta per poterla ritenere un essere umano dignitoso.
Insomma, nonostante qualche piccola caduta di stile qua e là, l’anime si rivela davvero importante per il modo delicato e originale con cui affronta complesse tematiche sociali, tanto da non avere nulla da invidiare a rivali ben più conosciuti come l’osannato Bocchi the Rock!.
(Originariamente pubblicato su Storie Semplici. Il titolo dell’autore potrebbe essere modificato dalla redazione)