Con gli Mp3 si realizzava il sogno Hippy
Con gli Mp3 si realizzava un sogno dei figli dei fiori tra gli anni ’60 e ‘70: la musica vagava nell’aria, libera, gratuita. In barba a copyright, SIAE, scaricata in pochi minuti (se non secondi per chi godeva di connessioni veloci) da programmi come eMule o Torrent. Ciò ha portato ovviamente anche a risultati nefasti, come avviene per ogni nuova tecnologia. Ovvero alla crisi di vendite di dischi, alla propensione da parte dei musicisti di produrre sempre più musica spazzatura “usa e getta”, al rincaro dei prezzi dei concerti con cui questi ultimi si rifanno dagli introiti in calo. Tutto ha un prezzo. E se l’Mp3 non ce l’ha (salvo se lo si acquista tramite canali legali ovviamente), a pagare quello più caro è stato l’intero sistema. Si ricorderà la famosa diatriba tra il sito Napster (primo ad offrire Mp3 gratuitamente) e i Metallica. I quali vinsero la causa, costringendo Napster alla chiusura. Ma eravamo nel 2000 e, oltre al nuovo Millennio, iniziava un nuovo mondo contro cui nessun gruppo o cantante avrebbe potuto più combattere. La Musica free aveva perso la battaglia, ma a breve avrebbe vinto la guerra.
Cosa sostituirà l’Mp3
Ma ora anche l’Mp3 deve deporre le armi. O, se preferite, gli strumenti. Come riporta LaRepubblica, il Fraunhofer Institute for Integrated Circuits, che ha contribuito fortemente allo sviluppo del formato, ne ammette l’inadeguatezza ai tempi. “Esistono codec migliori ormai, i sistemi moderni usano l’AAC e arriverà l’MPEG-H. Sistemi che porteranno maggiore qualità audio a bitrate inferiori“. E poi c’è la questione del modello psicoacustico non molto preciso nella gestione delle frequenze, come rilevano osservatori tecnici. Come dire, il futuro è dello streaming, non dei file in una cartella dell’hard disk.
”Non sono offeso” commenta Leonardo Chiariglione, l’ingegnere torinese considerato il ”papà” dell’MPEG. ”Superato indica una valutazione di merito, – spiega – mentre invece l’Mp3 ha il suo valore: ci sono miliardi di brani musicali che sono stati codificati in Mp3, continua a essere il formato preferito per lo scambio di file audio, contemporaneamente sono stati fatti progressi continui dal punto di vista tecnologico. Ma questo non significa che un nuovo formato scalza quello precedente.”
D’altronde, la tecnologia fa appunto passi da gigante e ora strizza l’occhio alla realtà virtuale. All’esperienza immersiva guarda anche Chiariglione, senza bisogno di archiviare per forza il passato.
”L’ultimo standard che abbiamo rilasciato dell’audio 3D – spiega ancora l’ingegnere – permette a uno studio di avere un numero arbitrario di microfoni e a un ricevitore di avere parimenti un numero arbitrario di altoparlanti e non è detto che le posizioni dei due debbano essere uguali: uno studio può avere ventidue microfoni e il ricevitori soltanto cinque. Lo standard adatterà automaticamente questa enorme mole di informazioni trasmessa dallo studio in modo tale che sia riproducibile con la massima fedeltà compatibile con un sistema 5.1″.
Insomma, – conclude Chiariglione –
”la persona che si ascolta l’audio con il suo stereo, continuerà ad usare con l’Mp3. Mentre se si vuole avere un’esperienza immersiva – si parla tanto di realtà virtuale – ecco, in questo caso l’Mp3 sarà un po’ deboluccio”.
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E’ un po’ come quando arrivò la musicassetta, ma chi voleva, continuava ad ascoltare i vinili. O quando giunse il cd, ma volendo si poteva continuare ad ascoltare nostalgicamente le musicassette. E, infine, arrivarono gli Mp3 ma acquistavamo e utilizzavamo ancora il disco in cartone e plastica. La tecnologia ci offre nuove possibilità, certamente qualitativamente più comode e migliori nella fruizione. Ai quali dovremmo adeguarci per sfruttare appieno le nuove possibilità, senza però mai vietarci il gusto di tornare a quelle tecnologie che, ignari di quanto ci aspettava in futuro, utilizzavamo nei migliori anni della nostra vita.
Il vero problema, semmai, sarà quello di trovare nuova musica decente da ascoltare. Lì la tecnologia potrà fare miracoli fino ad un certo punto.