Già oltre 400 i morti sul lavoro nel 2024: ultimo nei campi a Latina

Già oltre 400 i morti sul lavoro nel 2024: ultimo nei campi a Latina

L’ultimo caso si è consumato a Latina: la vittima Dalvir Singh, 54 anni, bracciante indiano di etnia sikh.

Si parla da anni di morti sul lavoro, necessità di leggi più severe e di controlli più adeguati. Fatto sta che sono ancora tantissimi quanti muoiono mentre stanno lavorando, per malori indotti o incidenti. Eppure, siamo nel 2024 e non nell’800, quando la rivoluzione industriale portò al primo grande sfruttamento di massa di persone in miniere e in fabbriche.

L’ultimo caso si è consumato nella campagna pontina: come racconta Il fatto quotidiano, la vittima Dalvir Singh, 54 anni, bracciante indiano di etnia sikh, ucciso da un malore probabilmente dovuto al caldo e alla fatica, venerdì 16 agosto, in un’azienda agricola di Borgo Piave, frazione di Latina.

Nello stesso territorio, meno di due mesi fa, un altro bracciante, Satnam Singh, stessa nazionalità e stesso cognome, è morto di stenti dopo essere stato abbandonato davanti casa dal datore di lavoro con un braccio tranciato da un macchinario avvolgiplastica. Roba vista ne La Promesse, film del 1996 scritto e diretto da Jean-Pierre e Luc Dardenne.

Morti sul lavoro, la strage infinita

Stando ai dati riportati dai senatori del M5S Luca Pirondini e Mario Turco, snocciolati nell’ambito di un lungo intervento pubblicato da Avvenire:

Lo scorso anno, nel nostro Paese, sono morte sul lavoro 1.041 persone

Quasi tre al giorno. Secondo l’Inail, nei primi sei mesi del 2024 le denunce di infortunio con esito mortale sono state 469 (+4,2% rispetto al pari periodo del 2023) e sono aumentate le patologie di origine professionale denunciate: 45.512 (+19,6%). Dietro a questi freddi numeri, però, ci sono i volti e le storie di uomini e donne e delle loro famiglie.

La Uil ha rilevato che fra il 1983 e il 2018 il lavoro ha ucciso più della criminalità organizzata.

Cosa fare?

Sempre i due senatori propongono:

Prima di tutto, occorre agire dal lato della prevenzione aumentando il numero degli ispettori del lavoro e quindi dei controlli, ma anche insegnando ai nostri ragazzi, fin dall’età scolare, l’importanza della cultura della sicurezza sul lavoro e il rispetto della vita umana

bisogna per far sì che i familiari delle vittime ottengano giustizia, allontanando lo spettro della prescrizione. Serve, difatti, un sistema sanzionatorio che scongiuri la possibilità che i datori di lavoro violino deliberatamente gli obblighi di legge al fine di ridurre i costi e aumentare il profitto, provocando per colpa infortuni mortali e lesioni ai loro dipendenti.

Infine, lato magistratura

andrebbe costituito un pool di magistrati specializzati nel fronteggiare queste tipologie di reati: una richiesta che giunge anche da illustri esperti in materia come Raffaele Guariniello e Bruno Giordano

Certo, i Cinquestelle sono stati al governo 4 anni, dal 2018 al 2022, sebbene gli ultimi 2 anni siano stati scanditi dalla Pandemia e dall’agenda Draghi. Chissà, magari con una maggiore libertà d’azione, come hanno introdotto il Reddito di cittadinanza, poi sfasciato dalla Meloni, avrebbero pure realizzato interventi più risolutivi nella lotta ai morti sul lavoro. Ma con in sé e con i ma non si fa la storia.

Intanto la gente continua a morire.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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