Monti riceve incarico da Oms: ma ecco cos’è Bruegel, organizzazione da lui fondata

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 3 Novembre 2020

Mario Monti, un nome che ancora oggi fa tremare i polsi a molti italiani. Dato che rievoca un governo di tecnici, detto anche “dei professori”, calato dall’alto da Borse ed Unione europea. Bypassando la democrazia. Colpita e affondata dallo Spread (altro termine che rievoca brutti ricordi).

Certo, il Governo Monti non può essere considerato il male dell’Italia di oggi. Sia perché durò solo un anno e mezzo, sia perché il nostro Paese proveniva da decenni di malgoverno. Ma rappresentava, di fatto, l’ingresso fisico delle elite europee ed internazionali nel nostro Parlamento. Le cui porte furono sfondate dai potenti panzer tedeschi.

Non a caso, da quel novembre 2011 e fino al 2018, siamo stati governati da personaggi non eletti dal popolo. Poi abbiamo avuto la breve parentesi del Governo Conte I, durato solo un anno, appoggiato da partiti euroscettici come M5S e Lega. Fino al ritorno del Pd al governo e il trasformismo di Conte e degli stessi pentastellati.

Tornando a Mario Monti, alla venerande età di 77 anni, riesce ancora ad incassare incarichi. Questa volta da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ecco cosa andrà a fare, ma, soprattutto, cos’è Bruegel. L’organizzazione da lui stesso fondata nel 2005.

Mario Monti cosa farà per Oms

mario monti oms

In una lunga intervista a SkyTg24, riportata da Adnkronos, Mario Monti ha spiegato il suo incarico presso l’Oms.

In sintesi, sarà a capo della commissione per le politiche sanitarie europee dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). Ovvero:

(…) favorire una riflessione che guardi avanti sulle relazioni che riguardano la salute e lo sviluppo sostenibile, quindi tra salute ed economia. E anche cambiamento climatico. E lo ha fatto con la commissione interdisciplinare che presiedo. Ci sono studiosi e operatori dei servizi sanitari e di assistenza sociale, ci sono economisti e ci sono anche personalità che hanno avuto esperienza politica: presidenti della Repubblica o primi ministri

Questo lo scopo di questa riflessione:

serve ad evitare le conseguenze più dannose e possibili future pandemie. Questo è il genere di problemi di cui ci occupiamo. E la prima riunione si tiene proprio la prossima settimana, mercoledì 26 agosto

Tra le altre cose, ha poi parlato della necessità di “coordinare la politica sanitaria di cui abbiamo visto di colpo l’enorme rilievo”.

Bruegel cos’è

mario monti bruegel

Cos’è Bruegel? Oltre al connubio Mario Monti Oms, è giusto anche parlare di ciò.

Fondato nel 2005, come riporta Il faro suo Mondo, stando a uno studio pubblicato dal ricercatore statunitense James G. McGann dell’Università di Filadelfia, Bruegel è il nono think tank più influente al mondo.

Già il nome, dietro la sua spiegazione ufficiale, cela sinistri sospetti. Per Monti e i suoi, Bruegel è soltanto l’acronimo di Brussels European and Global Economic Laboratory.

Tuttavia, i meno maliziosi ritengono che questo nome rievochi il grande artista fiammingo del ‘500. Scelta comunque anche questa non casuale. Il pittore Pieter Bruegel, infatti, è noto anche per la rappresentazione dei ciechi.

Ma pure qui si rischia di pensare male: trattasi di un subdolo richiamo a quel panorama occulto della finanza mondiale che è nascosto alla vista dei cittadini?

Molte poltrone del Bruegel coincidono con quelle del Bilderberg. Che in comune hanno la filantropia. Sulla pagina principale del loro sito si legge che “Bruegel si è ritagliato uno spazio unico di discussione per chiunque sia interessato a migliorare la qualità della politica economica”. Secondo le ricette liberiste, s’intende.

Non è un caso che il successore del primo presidente del Bruegel (Mario Monti, appunto) è stato tal Leszek Balcerowicz. Già presidente della Banca Nazionale della Polonia e autore, nel 1989, del piano che prende il suo nome: una vera e propria shock economy all’insegna di privatizzazioni selvagge per trasformare nel più breve tempo possibile la Polonia in un Paese capitalista.

È indicativo, inoltre, che alle riunioni del Bruegel partecipino anche rappresentanti delle più importanti multinazionali: Goldman Sachs, Novartis, Microsoft, Google, Telekom, EDF, General Electric, New York Stock Exchange (cioè la borsa di Wall Street), Syngenta, UBS, Mastercard.

I più attenti noteranno l’assenza di società italiane. Ma una italiana c’è: Letizia Reichlin, figlia di due esponenti del Pci, economista spesso ospite nei salotti televisivi come paladina del libero mercato.

Gli altri due nomi che compaiono in lista sono quelli di Vincenzo La Via e Vittorio Grilli. Guarda caso, nominati da Monti durante il suo governo, rispettivamente: Direttore generale del Tesoro il primo, ministro dell’Economia e delle Finanze il secondo.

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