Strage di cani e gatti in vista dei Mondiali di calcio in Russia. Un canovaccio che si ripete tristemente ad ogni evento sportivo internazionale che si disputa in Europa e non solo. I Mondiali di calcio in Russia si stanno avvicinando sempre più e noi italiani saremo costretti a guardarli senza la nostra nazionale. A me sinceramente frega poco, visto che non tifo per l’Italia in maniera accanita da Usa ‘94. Ma sicuramente per tanti sarà un duro colpo. C’è ancora una fievole speranza di vedere la nazionale italiana ai mondiali, ma deve verificarsi uno di questi eventi.
Altra stranezza, per la prima volta i Mondiali di calcio in Russia non saranno trasmessi dalla Rai, né in parte da Sky, ma interamente da Mediaset. Un altro segnale che le nazionali interessano molto meno rispetto ai club e che le emittenti televisive sono più disposte a investire in Champions league ed Europa league. Certo, per la Rai è l’ennesima figuraccia, dato che gli rimane solo la Coppa Italia.
Ma torniamo alla strage di cani e gatti in Russia, in vista dei Mondiali di calcio 2018. evidentemente, per le autorità di un Paese vedere cani e gatti sporchi e mal ridotti è segnale di degrado delle città. Che devono invece mostrare tutto il loro apparente luccichio dinanzi ai tifosi provenienti da ogni angolo della Terra. E quindi vanno soppressi. Ecco i numeri inquietanti del massacro e i vari precedenti del triste fenomeno.
Cani e gatti massacrati in Russia per Mondiale: i numeri
Come riporta La Stampa, la Russia è finita sotto accusa per il massacro dei cani randagi presenti nelle 11 città che quest’estate ospiteranno la Coppa del Mondo 2018. Attualmente si calcola che siano circa due milioni i cani e gatti randagi in Russia. Non si sa quanti girano per le 11 città interessate dall’evento, ma di certo centinaia di migliaia. Le associazioni animaliste locali denunciano vere e proprie battute di caccia e soppressioni di massa per i randagi catturati.
A confermarlo anche Vladimir Burmatov, capo del comitato per la protezione ambientale della Camera russa, che ha deciso di scrivere una lettera al ministro dello sport Pavel Kolobkov, invitandolo a chiedere alle autorità regionali delle sue città ospitanti di praticare “metodi umani” nella gestione del “problema randagi”:
«E’ una questione di reputazione del nostro paese, perché non siamo selvaggi, non possiamo commettere un omicidio di massa di animali per le strade, gettando i loro cadaveri insanguinati in veicoli e li guida in città» ha detto alla Parlamentskaya Gazeta.
Cani e gatti randagi in Russia, le possibili alternative al massacro
La questione degli animali randagi è arrivata anche ai piani alti del governo russo: nel corso di una riunione con i capi delle 11 città che ospiteranno le partite, Vitaly Mutko, il vicepresidente del governo della Federazione Russa, ha ordinato loro di organizzare rifugi temporanei per gli animali catturati nei pressi delle sedi della Coppa del Mondo 2018.
Almeno 90 mila persone hanno firmato una petizione su Change.org invitando il presidente Putin,il tecnico della Russia Stanislav Cherchesov e il presidente della Fifa Gianni Infantino a fermare la diffusa uccisione di cani a Volgograd, dove l’Inghilterra giocherà la sua prima partita di Coppa del Mondo contro la Tunisia su 18 giugno. «Meritano di rimanere tra i vivi. Fianco a fianco con la gente, che ha difeso la città di Stalingrado durante la Grande Guerra Patriottica!» ha detto Vladimir Burmatov riferendosi al nome sovietico della città.
Ora bisognerà capire se questa soluzione verrà realmente messa in pratica. C’è chi, come Olga Korzinina attivista dell’associazione A Dog’s Life, è scettica: «La terribile epurazione è già iniziata» – dice Korzinina al Telegraph raccontando anche sul sito dell’associazione come in molte città si proceda a battute di caccia, avvelenamenti e si utilizzino tranquillanti che immobilizzano i cani che poi muoiono di asfissia in 15 minuti di terribili sofferenze.
Strage cani e gatti in vista di eventi sportivi: il caso della vicina Ucraina nel 2012
Purtroppo i precedenti di cani e gatti randagi uccisi per ripulire le strade in vista di un evento sono tanti. Come riportò all’epoca Il Fatto quotidiano, il problema randagismo in Ucraina esiste da sempre e con esso le ingiustificate violenze a cani e gatti che vivono per la strada. Ma da quando il Paese fu designato insieme alla Polonia come ospite dei campionati di calcio Euro 2012, violenze e uccisioni hanno subito un’escalation impressionante. Su Internet impazzavano le immagini e i video di cani presi a bastonate, uccisi a fucilate o agonizzanti per terra dopo essere stati avvelenati. Le associazioni parlano di almeno 10 mila vittime negli ultimi mesi, ma tenere un conto preciso di quanti animali siano caduti in Ucraina è molto difficile.
C’è chi parla di un vero e proprio “olocausto”, un paragone neanche tanto azzardato visto che, come riferiscono le associazioni, nella cittadina di Lysychansk, all’estremo Est del paese, si erano perfino inventati un “forno crematorio mobile” (qui le immagini sconvolgenti), dove le carcasse dei cani morti o agonizzanti venivano bruciate a decine. E poi le fosse comuni, dove, secondo i volontari di associazioni come “Sirius”, i cani vengono gettati e ricoperti con il cemento. C’è da inorridire, ma non da stupirsi dal momento che fino al novembre del 2011 in Ucraina uccidere i randagi era legalissimo. Anzi. Le amministrazioni locali erano in prima fila nel “ripulire” in questo modo le strade delle proprie città, specie quelle in cui si giocheranno le fasi finali degli europei.
Gli animalisti di tutta Europa lanciarono la campagna “Boycott Euro 2012” su Twitter e su Facebook perché in molti cominciano a puntare il dito proprio contro il pallone e l’Uefa, accusata di prendere sotto gamba il problema. “In uno sforzo apparente di mostrare al mondo un’immagine affascinante del Paese, migliaia di animali sono stati massacrati per ordine delle autorità ucraine”, attaccò Mimi Bekhechi dell’associazione People for the Ethical Treatment of Animals (Peta). “Stimiamo che circa 15-20mila cani randagi siano stati trucidati solo a Kiev in un anno”, aggiunse Louisa Schlepper, attivista di Peta Germania.
Alla fine pare che il computo finale sia di 30mila tra cani e gatti totali uccisi.
Dalla Cina alla Grecia: gli altri precedenti
Ma non è solo un brutto vizio dell’est Europa. Come riporta Il fatto quotidiano, migliaia di cani furono uccisi ad Atene in vista delle Olimpiadi del 2004 (che tra l’altro contribuirono a mandare il paese in rovina). Mentre, sempre in ragione delle olimpiadi che dovevano essere disputate, a Pechino nel 2008 furono migliaia i cani ed i gatti inviati in “death camps” “campi di sterminio”.
Si ritorna in Russia: la strage di cani e gatti per le Olimpiadi di Sochi
Come riportò sempre Il Fatto quotidiano, nel 2014, in occasione di quei giochi olimpici invernali di Sochi passati alla storia per i disastri ambientali che furono messi in atto (nella zona tra il Mar Nero e le montagne del Caucaso, trasformare un’area naturale protetta in terreno edificabile divenne ormai una prassi del tutto normale), la mattanza riprese, con la stessa motivazione: “Rovinano l’immagine del paese agli occhi del mondo”. Secondo gli animalisti nei mesi precedenti l’evento si proseguì con un ritmo di 300 cani uccisi al mese.