Moldavia divisa in due: tra voglia di Ue e nostalgia della Russia

Moldavia divisa in due: tra voglia di Ue e nostalgia della Russia

In Moldavia al referendum ha vinto il Sì ma solo per circa 14mila voti. Incerto anche il voto per le presidenziali.

Domenica scorsa, i cittadini della Repubblica di Moldavia sono stati chiamati a votare il Referendum per il passaggio del paese nell’Unione europea. L’ex repubblica sovietica, nel 2022 insieme all’Ucraina, è stata candidata per diventare uno stato membro dell’Ue. Questo il quesito:

Sei favorevole a modificare la Costituzione per consentire alla Repubblica di Moldavia di entrare nell’Unione europea?

Sì No

Orbene, ha vinto il Sì ma solo per circa 14mila voti, 751.235 sì, 736.639 no: 50,46 contro 49,54%. Sebbene per lunga parte degli scrutini, fosse stato il No in vantaggio, con i media mainstream che si sono affrettati a parlare di brogli e di ingerenze russe.

Non solo. Come riporta Libero, si è anche votato per le presidenziali e anche qui la partita è apertissima.

Tra Ue e Russia, l’indecisione della Moldavia

Per le presidenziali, è avanti il Capo dello Stato uscente, proveniente da un partito in area Ppe e grande propugnatrice del referendum: Maia Sandu, con il 42,45%.

Tuttavia, dovrà andare al ballottaggio il prossimo 3 novembre contro Alexsandr Stoianoglo, ex-Procuratore Generale e candidato da un partito socialista filo-russo, che ha avuto il 25,98%. Tuttavia, altro dato significativo è che, sommando il voto degli altri candidati filorussi, si arriva a sfiorare il 49%: Renato Usatîi, terzo con il 13,79; Irina Vlah, quarta con il 5,38; Vasile Tarlev, sesto con il 3,19. Dunque, potrebbero allearsi per ribaltare il risultato.

Moldavia, un paese piuttosto modesto

La Moldavia diventerà il paese più povero dell’Unione europea, dalle dimensioni ridottissime, incastonato tra Ucraina e Romania. Come riportato su Wikipedia, l’attività agricola resta la prevalente, in particolare la produzione di vino e alcolici. Mentre l’industria è poco sviluppata e peggio va per il Terziario, in via di sviluppo. Così come carenti sono le infrastrutture stradali. Non ha sbocco sul mare, il trasporto su acqua è solo di tipo fluviale, ma per soli 42 Km.

Il paese ha risentito molto del taglio alle forniture energetiche da parte della Russia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.

Vedremo se il passaggio all’Unione europea segnerà una svolta per il paese. Ma visti i precedenti, abbiamo seri dubbi…

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Pubblicato da Carlo Brigante

Mi definisco un "ribelle" del web

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