Come funziona la Misurazione dell’udito

Come funziona la Misurazione dell’udito

Vediamo come funziona la misurazione dell’udito e quando avviene la sclerosi dell’orecchio.

Come l’occhio, anche l’orecchio può essere valutato e per farlo si usa una cabina completamente isolata dai rumori esterni, nella quale si possono misurare i parametri e la funzionalità tramite l’esame audiometrico.

Questo consiste nel far ascoltare certe frequenze tramite cuffia e verificare a quanti decibel esse vengono percepite, ottenendo così alla fine dei punti che uniti da linee rette determinano un tracciato.

In questo modo è possibile valutare a seconda dell’età dell’esaminando, tutte le caratteristiche del suo udito e le capacità percettive dei suoni, che variano nel corso degli anni poiché, se da un lato l’occhio soffre spesso durante la senescenza di cataratta, l’orecchio invece subisce fenomeni di sclerosi dei suoi componenti che, da cartilaginei spesso si ossificano parzialmente , determinando un decadimento nella ricezione soprattutto delle frequenze più alte.

Vi ricordo che i suoni oltre che per la naturale via timpanica, possono essere trasmessi anche tramite la rocca petrosa, cioè quella parte di cranio sita proprio dietro l’orecchio, e che non subisce variazioni significative con l’età, come avviene per la sottile e delicata membrana timpanica.

Perciò è del tutto normale ascoltare apparecchi di riproduzione audio a volumi elevati ad una certa età, perché gli anziani sopperiscono alla sclerosi di timpano e ossicini, con un segnale più intenso nel senso dei decibel.

Ovviamente anche per l’orecchio esistono delle protesi acustiche le quali altro non fanno che amplificare i segnali rumorosi esterni e renderli così capaci ancora di stimolare queste strutture dell’orecchio ed inviare quindi una vibrazione al nervo otico per una corretta percezione del segnale sonoro e alla sua definitiva decodifica.

Cos’è la sclerosi dell’orecchio

La sclerosi degli elementi dell’orecchio medio è secondaria a patologie professionali, per coloro che lavorano normalmente e senza protezione in ambienti particolarmente rumorosi, cosa questa sempre più rara, ma anche a coloro che amano sentire musica ad alto volume nelle cuffie, con una iperstimolazione dell’intero apparato uditivo e conseguenti fenomeni microlesivi che alla lunga vengono poi riparati con la fibrosi delle strutture, e la formazioni quindi di un tessuto non specializzato nella conduzione delle onde sonore, su cui spesso poi si innescano fenomeni di calcificazione con una sclerosi secondaria irremovibile.

Misurazione dell’udito: i decibel

Come per la vista e come ho già descritto nel precedente scritto, il campo delle onde sonore soprattutto in ampiezza, possono determinare dei limiti nell’efficacia uditiva, se non essere addirittura forieri di danni talvolta permanenti. L’ampiezza delle onde che viene misurata in decibel, fornisce un ambito ben preciso nel quale esse vengono ascoltate senza arrecare danno alcuno, mentre superati certi limiti iniziano ad essere fastidiose, solitamente oltre i 70 db. Se non dolorose oltre i 100-110 poiché stimolano massivamente il nervo otico che come tutti i nervi sovraesposti, produce dolore.

Il canto, la musica, e perfino la voce umana producono piacere se il loro tono è adeguato alle nostre specifiche capacità di ascolto, e l’udito andrebbe curato anche nei giovanissimi, che pure godono di molta elasticità nei tessuti e quindi una grande capacità di assorbimento di onde luminose o sonore, che nell’anziano invece risultano fastidiose. Ne riparleremo dal prossimo scritto.

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Pubblicato da Francesca Silvana Scoppio

Medico chirurgo specialista in medicina interna e attualmente presto servizio nella ASL di Bari.

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