Milena Gabanelli, c’era una volta una giornalista anti-sistema

Milena Gabanelli è una giornalista che si è fatta molto apprezzare in questi anni per la strenua ricerca della verità mediante la trasmissione che conduceva e curava su Raitre: Report.

Trasmissione che gli è valsa non poche accuse e querele, dalle quali è uscita sempre vincitrice. Fruttando anche dei soldi alla rete pubblica vincendo le cause.

Da qualche tempo, dopo aver lasciato il programma, cura una rubrica sul Corriere della sera: Dataroom. Tramite la quale, in un breve video, offre interessanti spunti di riflessione.

Il Corsera si sa, è notoriamente un giornale borghese e addentrato nel sistema. Sebbene spesso si sia spostato a sinistra, riportando anche notizie più popolari. Tuttavia, Milena Gabanelli sta evidenziando appieno questo passaggio, dalla più combattiva Raitre al più accomodante e asservito Corriere della sera. Soprattutto riguardo l’argomento Covid-19.

Infatti, si è trasformata da giornalista anti-sistema a giornalista debunker. Cioè quelli che cercano di andare a caccia di bufale con metodologie molto discutibili. E che fanno solo un favore all’ordine precostituito (un esempio lampante di essi sono Piero e Alberto Angela, come scritto qui).

Ecco un video che smonta la Gabanelli.

Milena Gabanelli biografia

milena gabanelli

Come riporta Wikipedia, Milena Jole Gabanelli è nata a Nibbiano il 9 giugno 1954. Dopo essersi laureata al DAMS con una tesi in storia del cinema, ha iniziato a collaborato con la Rai dal 1982, realizzando programmi di attualità per la terza rete regionale. Nello stesso anno, partecipa al Festival del Cinema di Venezia con il documentario “A Jean Eustache” sul regista francese Jean Eustache.

Nel 1989 inizia la collaborazione per la trasmissione di Giovanni Minoli Speciale Mixer. Il suo primo lavoro è la Cina delle zone economiche speciali (1989), poi c’è il Vietnam, la Cambogia.

Nel 1990 realizza un reportage sull’isola Pitcairn, dove vivono tuttora i discendenti degli ammutinati del Bounty, rimanendoci per un mese. Unica giornalista italiana ad averci messo piede. Altre importanti inchieste sono prodotte in India per parlare dei venditori di reni, i deformi di Semipalatinsk (in Kazakistan, dove per 40 anni si sono fatti i test atomici), la yakuza giapponese.

Lavora anche come inviata di guerra in ex Jugoslavia, Cambogia, Vietnam, Birmania, Sudafrica, Nagorno Karabakh, Mozambico, Somalia, Cecenia.

Nel 1994 sempre Minoli le offre di occuparsi di un programma sperimentale su Rai 2 Professione Reporter, che fino al 1996 manda in onda i servizi realizzati dai neo-videogiornalisti indipendenti e freelance. Armati solo di buona volontà e una videocamera a spalla.

Nel 1997 nasce Report, in onda su Rai 3, all’epoca diretta da Giovanni Minoli, di cui è autrice e conduttrice. Offrendo un encomiabile esempio di giornalismo investigativo in Italia. Affronta soprattutto temi di carattere economico, ma anche argomenti legati alla salute, alla giustizia, inefficienze dei servizi pubblici, e di questioni legate al crimine organizzato: ecomafia, servizi segreti, e così via.

Milena Gabanelli Dataroom

In contrasto con la Rai, nel 2016 lascia l’azienda e la cura e la conduzione di Report. Inizia così una collaborazione dal 2017 con il Corriere della sera prima, come abbiamo detto di una video-rubrica, Dataroom. Che in breve riprende lo stile di Report.

E poi, dal settembre 2018, inizia la sua collaborazione con il TG LA7 condotto da Enrico Mentana. Nel Tg, ogni lunedì, oltre ad essere ripresa la stessa rubrica del Corsera, Mentana gli pone anche delle domande per approfondire l’argomento.

Evidentemente, queste frequentazioni hanno parecchio allontanato la Gabanelli dallo stile che l’hanno contraddistinta per circa 35 anni.

A smascherare il suo modo di proporre le notizie e dire la verità ci pensa Massimo Mazzucco. Tra gli altri, oggetto anch’egli delle sue accuse. Ecco il video:

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