Messina Denaro: la ‘strana’ intervista di Giletti che predisse arresto

Da stamane, tutti i media stanno riportando con grande enfasi l’arresto di Matteo Messina Denaro, ultimo grande Boss della Mafia del clan dei Corleonesi latitante da 30 anni.

Matteo Messina Denaro è stato arrestato all’interno della clinica privata La Maddalena di Palermo, dove un anno fa era stato operato e da allora svolgeva terapie in day hospital sotto il falso nome di Andrea Bonafede.

Ogni qualvolta avviene un arresto del genere ci si chiede se sia davvero un grande colpo dello Stato, visto che arriva dopo così tanto tempo. E se, ad un certo punto, non siano gli stessi Boss a cedere e a decidere, con comportamenti meno criptati, di consegnarsi.

Un’intervista a Salvatore Baiardo, ex persona di fiducia di boss mafiosi, rilasciata a Massimo Giletti per ‘Fantasmi di mafia’ su La7, risulta una ‘strana‘ e puntuale profezia. Che non ha tardato a fare il giro del web.

Arresto Matteo Messina Denaro: l’intervista di Giletti

Come riporta ADNkronos, è stata già ribattezzata la ‘profezia di Baiardo’. Salvatore Baiardo infatti disse:

Che arrivi un regalino?…Che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?

Per il governo, aveva aggiunto Baiardo, “sarebbe un fiore all’occhiello“. E a Giletti, che gli chiedeva se dunque la trattativa Stato-mafia non fosse mai finita, “si“, rispondeva laconico, ipotizzando un legame con l’ergastolo ostativo.

Se non si avvererà quel che ho detto – aveva dunque chiuso Baiardo – ci rivedremo e lei mi dirà che ho raccontato una fesseria. Vedremo…

Video intervista Giletti su Matteo Messina Denaro

Ecco il video dell’intervista in questione:

Matteo Messina Denaro chi è

Come riporta Wired, Matteo Messina Denaro è figlio di Ciccio, vecchio capomafia di Castelvetrano, in provincia di Trapani, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina.

Era latitante dal 1993, quando è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra cui quello di Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido a 15 anni, come ritorsione nei confronti del padre Santino, pentito dopo il suo arresto avvenuto proprio quell’anno.

Insieme agli altri super-boss Totò Riina e Bernardo Provenzano, è stato individuato tra i mandanti delle stragi avvenute tra il 1992 e il 1993. Tra queste, si ricordano su tutte le morti dei giudici Falcone e Borsellino e le stragi di via dei Georgofili a Firenze, dove morirono 5 persone e ferite altre 37. Ma anche di via Palestro a Milano, con un bilancio di 5 vittime e 15 feriti.

Dalla cartella clinica ritirata in concomitanza con l’arresto, è emerso che nel 2020 gli è stato diagnosticato un tumore al colon.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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