Mascherine nuovo pericolo per il mare: rischiano di superare le meduse

Ad aprile, ci siamo accorti che la quarantena alla quale ci ha obbligati il Coronavirus Covid-19, ha fatto del bene alla natura. Con acque tornate limpide, animali più liberi di circolare.

Poi da inizio maggio, siamo tornati gradualmente alla normalità, o quasi. E gli effetti si sono già visti. Acque tornate subito torbide, animali spariti dalla circolazione, emissioni tornate ad inquinare l’aria.

Ma oltre a ciò, c’è un altro pericolo, riguardante lo smaltimento delle mascherine e dei guanti che abbiamo usato, stiamo usando ed useremo ancora. Con alcuni allarmi già inquietanti.

Mascherine supereranno meduse in mare?

mascherine meduse

Come riporta TgSky24, l’organizzazione non profit Opération Mer Propre, prevede che presto ci potrebbero essere “più mascherine che meduse” in mare.

L’allarme deriva dall’osservazione dell’aumento dell’inquinamento dei mari e delle spiagge in tutto il mondo. Opération Mer Propre, che pattuglia costantemente i litorali francesi compresa la Costa Azzurra, teme che la situazione possa peggiorare dopo l’ordine di due miliardi di mascherine partito dalla Francia.

In realtà, il problema è già presente. I sub hanno trovato quelli che vengono chiamati “rifiuti del Covid“: dozzine di guanti, maschere e bottigliette di disinfettanti per le mani, mescolati a lattine e bicchieri di plastica.

Inoltre, sarà capitato a molti di voi di vedere mascherine e guanti gettate in strada. Le stesse che poi con le piogge finiscono nei tombini. E quindi, gira e rigira, nei mari.

Oltretutto, se è vero che il Coronavirus resta nella mascherina per alcuni giorni, sono anche pericolosi per il contagio.

Tornando al materiale usato in questi mesi che finisce in mare, la situazione è già critica: solo nel Mediterraneo, ogni anno vengono immesse 570.000 tonnellate di rifiuti di plastica.

Come riciclare le mascherine

mascherine rifiuti

Come riporta Il Corriere della sera, Silvio Brusaferro – presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – in audizione presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali, raccomandava già a metà maggio che se appartengono a persone non positive bisogna trattarli come rifiuti normali.

Quindi gettarli nei cassonetti dell’indifferenziata, ma chiusi in un sacchetto ad hoc all’interno del sacco della pattumiera. In modo che le superfici di questi oggetti non possano entrare in contatto con gli operatori ecologici durante il rituro dell’immondizia.

Per la raccolta devono essere utilizzati almeno due sacchetti uno dentro l’altro o in numero maggiore se poco resistenti, possibilmente utilizzando un contenitore a pedale.

I sacchi vanno chiusi utilizzando guanti monouso, non vanno schiacciati. Smaltirli quotidianamente secondo le procedure in vigore nel comune di residenza considerandoli rifiuti indifferenziati

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