Maria Luisa Mangini: la tragica storia della Marilyn italiana

Maria Luisa Mangini: la tragica storia della Marilyn italiana

Il 15 febbraio 2011 si toglieva tragicamente la vita l’attrice Maria Luisa Mangini, in arte Dorian Gray. La quale, in qualche modo, ha condiviso lo stesso atroce destino del protagonista del famoso romanzo ottocentesco di Oscar Wilde.

Per la sensualità, la presenza scenica e le movenze, Maria Luisa Mangini potrebbe essere paragonata a Marilyn Monroe. Anche in questo caso, per lo stesso destino amaro che travolse l’attrice americana. Sebbene su quest’ultima non manchino sospetti che si trattasse di un omicidio (ne abbiamo parlato qui).

Le loro carriere sono state pressoché parallele e hanno vissuto il proprio apice a metà anni ’50. Certo, la Mangini arriverà a togliersi la vita a 83 anni, in totale isolamento e senza alcuna notizia sulla sua vita privata lontana dalle scene.

Maria Luisa Mangini (Dorian Gray) biografia

Come riporta Wikipedia, Maria Luisa Mangini nacque a Bolzano il 2 febbraio 1928. La sua prima grande passione è la danza ancora prima del cinema, tanto da studiare come ballerina alla Scala con il grande coreografo e regista ungherese Aurel Milloss, debuttando in uno spettacolo con Pina Renzi.

E’ già in quel tempo che assume il nome d’arte Dorian Gray, suggeritogli da un coreografo e ispirato al succitato romanzo dello scrittore irlandese.

Intraprende la carriera teatrale, debuttando nella rivista Votate per Venere (1950) con Erminio Macario e Gino Bramieri. Fino al 1955 lavorerà in opere del premiato duo autoriale Garinei e Giovannini, con grandi attori come Wanda Osiris, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. Vincerà anche il premio “Maschera d’argento“.

Parallelamente, ricopre anche ruoli minori al cinema e sarà nei film di Camillo Mastrocinque con Totò e Peppino che otterrà il successo presso il grande pubblico. Si pensi a Totò lascia o raddoppia? (1956), Totò, Peppino e la… malafemmina (1956) e Totò, Peppino e i fuorilegge (1956).

Ecco una iconica scena che la vede protagonista:

Oltre alla commedia, non mancheranno incursioni nel cinema d’autore: Federico Fellini la sceglie nelle vesti di Jessy, l’amante di Amedeo Nazzari in Le notti di Cabiria. Ma dove cambia totalmente registro è ne Il grido di Michelangelo Antonioni, dove interpreta la benzinaia Virginia. Un ruolo impegnato e drammatico, sebbene fosse doppiata da Monica Vitti.

Tuttavia, è sempre nella commedia brillante che viene molto richiesta. Come in Mogli pericolose di Luigi Comencini (1958), dove però viene premiata con un Nastro d’Argento come migliore attrice non protagonista.

Si lega sentimentalmente ad Arturo Tofanelli, giornalista ed editore della rivista Tempo, che non a caso gli dedicherà negli anni moltissime copertine. Inoltre, lo stesso Tofanelli produrrà o co-produrrà diversi film che la vedono tra i protagonisti.

Nel 1962 arriva la ribalta internazionale, con il film Marcia o crepa di Frank Wisbar con Stewart Granger. Pellicola passata alla storia per essere stata la prima a parlare esplicitamente della guerra d’Algeria.

A metà anni ’60 decide però di ritirarsi, per dedicarsi a tempo pieno al figlio avuto con Tofanelli, Massimo Arturo. Ad accomunarla alla Monroe è anche il numero 37. Se quest’ultima, come detto, in tale età decise di farla finita, lei decise di porre fine alla sua carriera. Trasferendosi a Torcegno, paese di origine della madre costruendosi poi una villa in località Mocchi.

Maria Luisa Mangini (Dorian Gray) storia

Di lei non si ebbero di fatto più tracce. Fino al giorno della tragica morte, avvenuta come detto il 15 febbraio 2011, all’età di 83 anni. Sebbene avesse dichiarato di essere nata il 1936 e quindi si credeva fosse morta a 75 anni.

Maria Luisa Mangini (Dorian Gray) decise di farla finita con un colpo di pistola alla tempia. Di recente un documentario ha cercato di scavare nel suo vissuto lontano dai riflettori: Chiamatemi Divina: Dorian Gray, storia di un’attrice dimenticata, di Franco Delli Galli e Ludovico Maillet.

In realtà non emerge quasi nulla di nuovo, se non il fatto che forse l’attrice sperava di fare il salto di qualità. Non apparire più solo come un’oca giuliva, bella e impossibile, sogno erotico in un’epoca che pure ne produceva molti. Seppur al netto della volgarità e dell’artificio di oggi.

Neanche quarantenne, si era forse arresa alla realtà, decidendo di ritirarsi a vita privata prima che il tempo solcasse il suo viso. Rendendola inadeguata anche a quel ruolo impostogli dallo showbiz. Proprio come accadde con Marilyn.

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