Con Maria Giovanna Maglie perdiamo una voce controcorrente

Con Maria Giovanna Maglie perdiamo una voce controcorrente

Lutto nel mondo del giornalismo italiano. Un lutto che dispiace particolarmente, giacché perdiamo una voce libera e controcorrente, tra le poche ancora ospitate in una Tv ormai censoria e bugiarda. Maria Giovanna Maglie, saggista e opinionista, è morta a Roma questa notte. Da dicembre soffriva problemi di salute e aveva 70 anni.

Maria Giovanna Maglie, infatti, lo scorso dicembre, durante la maratona elettorale a Quarta Repubblica, programma in onda su Rete 4 condotto da Nicola Porro (in odore di ritorno in Rai, tra l’altro) aveva accusato un malore che l’aveva portata al ricovero per due mesi in ospedale.

Sinterizzò così quella esperienza: “è come se si fosse spenta la luce“. Aveva subito diverse operazioni al cuore a causa di un aneurisma dell’aorta.

Qualche giorno fa si era saputo che fosse stata nuovamente ricoverata a causa dell’infezione della ferita allo sterno. Ad aggiornare sulle sue condizioni di salute, l’amica e collega Francesca Chaouqui sui Social.

Chi era Maria Giovanna Maglie

Come riporta Virgilio, Maria Giovanna Maglie è nata a Venezia nel 1952. Dopo essersi laureata in Filosofia alla Sapienza di Roma, ha collaborato per l’Unità dal 1979 al 1987 come inviata in America Latina.

Assunta in Rai nel 1989, è stata anche inviata in Medio Oriente e corrispondente da New York fino al 1993. Tante altre le collaborazioni, sia in radio, come per Radio Radicale o Radio24, sia sulla carta stampata, come Il Giornale e Il Foglio. Dal 2015 era invece editorialista fissa su Dagospia.

Scrisse una biografia su Oriana Fallaci, mentre nel 2022 ha pubblicato “Addio Emanuela. La vera storia del caso Orlandi” in cui ha ricostruito il caso di Emanuela Orlandi.

Dal 2016 non era più iscritta all’Ordine dei giornalisti poiché non stava più versando le quote d’iscrizione. Negli ultimi anni, era spesso ospite in talk show su Rete 4 e La7. Nei quali sfoggiava i suoi pensieri arguti e controcorrente. Scossoni rispetto all’appiattimento del pensiero unico zelante e ruffiano ormai imperante in tv.

Aveva spesso criticato anche l’Occidente riguardo la guerra in Ucraina. Così come aveva sottolineato tante criticità nella gestione della Pandemia.

La sua dipartita è sicuramente un gran favore a chi non vuole che si dicano certe cose in televisione.

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