Ripercorriamo la storia di Marco Rizzo, che sta vivendo una seconda stagione politica abbracciando idee sovraniste.
Marco Rizzo (Torino, 1959) sta vivendo una nuova stagione politica, nel solco del sovranismo di cui tanto si parla in tempi recenti. E dopo aver fatto e disfatto vari progetti a sinistra successivamente al crollo del Partito comunista italiano – in antitesi ai Democratici di sinistra prima e al Partito democratico poi, legati più a un’idea lib lab che ha preso piede a livello mondiale a partire dagli anni ’90, dopo il crollo del Muro di Berlino – di recente mette in piedi progetti sovranisti insieme ad altri soggetti. Tra questi, per esempio, alle ultime elezioni europee troviamo anche il noto youtuber Lambrenedetto XVI.
Oggi Marco Rizzo spopola sui Social proponendo un linguaggio figlio dei tempi attuali, più accattivante, popolaresco più che popolare, nonché diretto e semplice. Di recente, ha fatto un certo effetto vederlo accompagnarsi in un video con una donna procace per parlare di Pace.
Ora il prossimo 9 maggio propone una manifestazione antifascista in quel di Genova per ricordare gli 80 anni dalla vittoria degli antifascisti sul nazifascismo, ma anche per protestare contro il riarmo invocato da Ursula Von der Leyen e in favore della Pace e della Sovranità.
Resta però da valutare se davvero l’Italia dopo il 9 maggio 1945 sia diventata sovrana. Dopo aver passato quasi mezzo secolo come colonia americana, pur riconoscendo, se non altro, un discreto benessere generalizzato, dagli anni ’90 è diventata un agnello da sacrificare sull’altare delle lobby economiche e finanziarie. Trovando in politici come Romano Prodi, Mario Draghi, Carlo Azeglio Ciampi, Giuliano Amato e tanti altri, curatori fallimentari di questo paese. I quali hanno trovato la strada spianata dal crollo dei partiti tradizionali, anche questo, probabilmente, parte del disegno di distruzione di questo Paese.
Oltretutto, fu proprio il PCI di Berlinguer a promuovere il fatto che l’Italia restasse “sotto l’ombrello della NATO“.
Probabilmente, essendo Marco Rizzo ancora in fase di rodaggio come sovranista dopo quarant’anni passati a sventolare la bandiera rossa, fa ancora tanta confusione.
Chi è Marco Rizzo
Come riporta Wikipedia, Marco Rizzo è nato a Torino il 12 ottobre 1959. Suo padre è un operaio FIAT, il che lo avvicina e lo sensibilizza alle istanze del mondo proletario. Crescendo in una Torino simbolo della lotta di classe, pur essendo originario del Veneto.
Dopo aver conseguito il diploma di perito capotecnico in elettronica industriale si tessera al Partito Comunista Italiano (PCI), avvicinandosi l’anno seguente alla corrente di Armando Cossutta, allora dirigente del partito, e si laurea successivamente in Scienze politiche svolgendo nel frattempo anche i più disparati lavori.
Con lo scioglimento del PCI, è tra i fondatori di Rifondazione comunista e viene eletto deputato dal 1994 al 2001, sebbene nel 1998 decida di staccarsi con Cossutta e altri da Rifondazione, in contrasto con la scelta di quest’ultimo di uscire dal Governo Prodi I. Fondano così il Partito dei Comunisti italiani (Pdci), restando anche a sostegno della maggioranza di centro-sinistra dei successivi tre governi fino al 2001. Anche quando il Governo D’Alema decise di partecipare alle operazioni di bombardamento in Kosovo.
Nel 2004 entra nel Parlamento europeo e negli anni a venire inizierà il peregrinaggio da un progetto all’altro, senza però mai ottenere particolare fortuna. Dal 2020 la svolta sovranista, iniziata con la battaglia contro l’obbligo vaccinale e il Green Pass.
Nel 2022 alle elezioni politiche è uno dei promotori della lista Italia Sovrana e Popolare insieme ad altri movimenti, lista che però non riesce a raggiungere la soglia per entrare nel Parlamento europeo e che imploderà molto presto. Non cambiando quindi il leitmotiv dei movimenti di sinistra, più bravi a litigare e discutere internamente, che a vincere le elezioni. Il movimento prenderà poi il nome di Democrazia Sovrana e Popolare.
Di recente, ha pure preso le difese di Marine Le Pen, roba che fino a qualche anno fa avremmo ritenuto impensabile.
Vedremo cosa avrà in serbo per il futuro.
Il successo sui Social
Un articolo su Il Riformista, a firma Domenico Giordano, analizza come la svolta sovranista di Marco Rizzo gli sia valsa una imponente crescita sui Social. Ha analizzato, per esempio l’account Instagram dell’ex deputato, tramite Not Just Analytics. Orbene, la crescita è lapalissiana:
ad aprile del 2019 il suo account Instagram contava la miseria di 4.719 follower, mentre dopo quattro anni, a fine marzo del 2023 i follower era già saliti a 23.993. La scalata al mercato dell’attenzione digitale però accelera clamorosamente dallo scorso autunno, infatti i follower si sono quasi triplicati passando dai 36.721 di fine ottobre, agli attuali 88.620

Inutile dire che il reel pubblicato lo scorso 18 marzo in compagnia di Donatella Zaccagnini Romito, presentata come “ingegnere con due lauree, modella, influencer ed escort”, con decolleté in bella vista, è quello che ha ottenuto maggiori visualizzazioni: oltre 2 milioni fino a oggi.
Insomma, dalla svolta della Bolognina a quella di Menlo Park, il passo è breve.
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