Manifesto di Ventotene: cosa c’è scritto davvero e chi era Spinelli

Manifesto di Ventotene: cosa c’è scritto davvero e chi era Spinelli

Vediamo cos’è il Manifesto di Ventotene, cosa c’è scritto e chi è Altiero Spinelli. Considerato tra i padri dell’Unione europea.

Con le bollette sempre più care, il carrello sempre più vuoto e una situazione geopolitica sempre più allarmante, i parlamentari italiani dibattono su un documento scritto poco più di 80 anni fa: il Manifesto di Ventotene.

A innescare la polemica sapientemente Giorgia Meloni, la quale, leggendo alcuni passaggi, ha toccato un nervo scoperto della sinistra italiana.

Ma cosa c’è scritto nel manifesto di Ventotene? E chi era davvero Altiero Spinelli? Cerchiamo di capirne di più.

Cos’è Il manifesto di Ventotene

Analizza bene il testo Cesare Sacchetti, sul suo sempre interessante blog La cruna dell’ago. Si parte dal contesto politico: era il 1941, quando sull’isola di Ventotene (paradisiaca isola situata tra Lazio e Campania, facente parte della provincia di Latina), Altiero Spinelli redige assieme agli altri due compagni di confino – il giornalista Ernesto Rossi, e il filosofo Eugenio Colorni – il documento che viene considerato alla base della moderna Unione europea.

Cosa c’è scritto nel Manifesto di Ventotene

Nelle premesse, il Manifesto di Ventotene parla di Stati “totalitari” del’900 come responsabili di aver scavato un profondo solco tra le istanze del proletariato e quelle del capitalismo. Un solco alla base del potere fascista allora al potere da quasi vent’anni.

Ecco il passaggio significativo:

Si è così assicurata l’esistenza del ceto assolutamente parassitario dei proprietari terrieri assenteisti, e dei redditieri che contribuiscono alla produzione sociale solo col tagliare le cedole dei loro titoli, dei ceti monopolistici e delle società a catena che sfruttano i consumatori e fanno volatilizzare i denari dei piccoli risparmiatori, dei plutocrati, che, nascosti dietro le quinte, tirano i fili degli uomini politici, per dirigere tutta la macchina dello stato a proprio esclusivo vantaggio, sotto l’apparenza del perseguimento dei superiori interessi nazionali. Sono conservate le colossali fortune di pochi e la miseria delle grandi masse, escluse dalle possibilità di godere i frutti delle moderna cultura

Tuttavia, come fa notare Sacchetti, si tratta di una inversione della realtà. A inizio 900 proprio l’oligarchia che teneva il potere a discapito delle masse aveva scatenato il malcontento che, a breve, darà vita al movimento fascista. Il Fascismo al potere riconsegna il potere economico alla Banca d’Italia sottraendolo alle banche private, facendo sì che sia lo stato a coniare monete e banconote.

Il Manifesto di Ventotene si basa sul marxismo internazionalista a sua volta alla base dell’ideologia socialista e comunista di allora, individuando così il nemico da abbattere negli Stati nazionali, nella loro cultura, nella loro identità etnica e soprattutto nella loro sovranità.

Si gettano così le basi per il presente Mondialismo. E si è tornati proprio al punto di partenza, di inizio ‘900. Dove poche oligarchie e centri di potere economici controllano l’economia e la finanza mondiale. Ed è proprio vero che getta le basi per quello che è attualmente l’Unione europea, che calpesta gli interessi e le diversità nazionali, nonché i diritti sociali ed economici dei popoli europei, per favorire alta finanza, multinazionali, banche.

Chi è davvero Altiero Spinelli

Sacchetti poi pone sotto la lente d’ingrandimento chi è davvero Altiero Spinelli, al di là della santificazione generale. Che un po’ ricorda quella di Sandro Pertini.

Spinelli era un giovane militante del partito comunista ed era già finito in carcere per questo più volte. Egli però già sul finire degli anni ’30 prende le distanze dal PCI, reo ormai di esprimere, anziché la volontà di una dittatura del proletariato, quella della dittatura del partito. Si guadagna così l’etichetta di “trotzkista” e viene espulso dal PCI.

Con la caduta del Fascismo, nel 1943 fonda il Movimento Federalista europeo, anche e soprattutto grandi agli ingenti fondi da parte dell’ACUE, acronimo di Comitato americano per una Europa unita.

A dirigere l’ACUE c’erano personaggi come il generale William Donovan, direttore dell’OSS, il precursore della CIA, che sin dai primi istanti si incarica di supervisionare e incoraggiare tutti quei movimenti che al di là dell’oceano Atlantico si impegnano a porre fine alle sovranità degli Stati europei.

A sua volta questo comitato riceveva i suoi fondi in larga parte dalla fondazione Rockefeller. Tuttavia, secondo la ricostruzione di Cesare Sacchetti, la donna che probabilmente ha introdotto il dissidente antifascista a questi potenti ambienti è stata sua moglie Ursula Hirschmann, che proveniva da una importante famiglia ebraica molto vicina proprio ai citati Rockefeller.

Suo fratello Albert, inoltre, è stato membro della Rockefeller Foundation dal 1941 al 1943, per poi passare ai servizi segreti americani della succitata OSS. La Hirschmann, oltretutto, è stata sposata poi anche con l’altro estensore del manifesto di Ventotene, Eugenio Colorni. Ed è stata sempre lei a diffondere il documento una volta tornata dall’isola laziale.

Si presume, inoltre, che Spinelli sia entrato nella massoneria nella Seconda guerra mondiale, tanto da farne cenno proprio nel Manifesto di Ventotene.

Altiero Spinelli si colloca dunque nel progetto mondialista sionista, nel solco del conte Kalergi, finanziato da famiglie come i Rothschild e i Warburg (quelli che finanziarono Hitler, per intenderci). Fece successivamente carriera a Bruxelles assieme a Robert Schuman, altro massone di alto rango, e la fondazione dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) nel 1965 a Roma sotto il patrocinio di Gianni Agnelli, membro del gruppo Bilderberg, come Spinelli, e del Club di Roma.

Lo IAI sarebbe, proseguendo nella disamina di Cesare Sacchetti

una diretta emanazione del think tank britannico Royal Institute of International Affairs, RIIA, a sua volta un derivato della Round Table governata dalla famiglia Rothschild. I vari satelliti del RIIA, come il CFR negli Stati Uniti e lo IAI in Italia hanno la funzione di eseguire le direttive che vengono trasmesse da Londra.

Tutti questi gruppi vengono considerate da Sacchetti

come delle quinte colonne attive nei vari Paesi per erodere dall’interno la sovranità nazionale e consegnarla nelle mani dei soliti finanzieri e massoni internazionali di alto rango

Foto di Pexels da Pixabay

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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