Il M5S concede immunità a Salvini: tutte le volte che ha tradito i suoi principi

La Giunta per l’immunità del Senato ha votato “no” alla richiesta del Tribunale dei ministri di Catania di processare il ministro Matteo Salvini. Sedici i voti a favore della proposta di Maurizio Gasparri di dire no all’autorizzazione, sei i contrari. Dopo i lavori, fuori dall’Aula si scatena la bagarre.

Tra una ironia del web e l’altra – dovuta ai soliti problemi della piattaforma e al fatto che le risposte erano poste nel modo in cui Sì voleva dire No e viceversa – gli iscritti al Movimento cinque stelle avevano detto No all’autorizzazione a procedere nei confronti del leader leghista. Con un 59%. Certo, qualche dubbio sulla trasparenza del tutto sempre resta. Ma prendiamola per buona.

La vera accusa che viene mossa ai pentastellati, riguarda il fatto che abbiano concesso l’immunità parlamentare ad un Ministro del Governo. Proprio loro che si sono sempre espressi contro questo diritto di parlamentari ed esponenti del Governo.

Sebbene, personalmente sono d’accordo sul fatto che Salvini abbia agito secondo coscienza e secondo una decisione atta, nel suo ragionamento, a difendere i confini nazionali contro l’ennesimo sbarco di immigrati sulle nostre coste. Insomma, abbia preso una decisione politica che gli compete e in linea col suo ruolo. Assurda quindi è l’accusa di sequestro di persona rivoltagli.

Comunque, resta il fatto che il M5S ha cambiato ancora una volta idea su un proprio principio di base. E i casi cominciano a diventare troppi. Ecco un [sta_anchor id=”m5s”]elenco[/sta_anchor].

Tutte le volte che il M5S ha tradito i suoi principi

 

A fornire un lungo elenco dei precedenti è stato proprio un ex: Federico Pizzarotti, sul proprio profilo Facebook. Che riporto di seguito:

“Tutto in streaming”: sparito lo streaming (fin dal meraviglioso incontro in luogo segreto con Casaleggio padre che andò a prenderli in autobus privato per portarli chissà dove senza streaming, dopo l’elezione di Grasso presidente del Senato);

  1. “Mai alleanze con i partiti” (con specifica menzione alla Lega): non c’è bisogno di spiegazioni;
  2. “Tutti gli stipendi e le restituzioni rendicontati”: appena li scoprono che non sanno manco controllare dei bonifici fanno sparire tutta la rendicontazione, così ora chiunque può tenere tranquillamente tutto lo stipendio;
  3. “Qualsiasi carica nel M5S sarà elettiva”: presidente non eletto, segretario non eletto, tesoriere non eletto, membri del direttorio non eletti, portavoce non eletti, responsabili comunicazione non eletti;
  4. “Candidati scelti dalla base”: è durata finché quelli scelti dalla base sono andati bene alla dirigenza, dopodiché sostituiti d’ufficio;
  5. “Mai in televisione”: è durata finché non ha fatto comodo andare in televisione (ma sempre e solo quando possono andare senza contraddittorio, altrimenti non sanno ribattere);
  6. “Esame di Diritto Costituzionale per tutte le cariche elettive”: pensa che risate se davvero dovessero sostenere loro un esame simile, non rimarrebbero abbastanza politici del M5S per una giunta comunale;
  7. “Rotazione dei capigruppo in Parlamento”: sparita;
  8. “Fuori dall’Euro”: no, no, dentro l’Euro, assolutamente (poi una parlamentare dice pure “non so cosa voterei a un referendum”);
  9. “Massimo due mandati, poi a casa”: già dopo marzo avevano detto che, se si fosse tornati al voto, si sarebbe ripresentata la stessa squadra. E anche questa vedremo come andrà a finire alla fine 😉
  10. “Alleanze in Europa scelte dalla base”: sondaggi con opzioni insensate e post di propaganda per indurre al voto dell’opzione desiderata dalla dirigenza. Stessa cosa successa con il voto di oggi
  11. “Si possono trovare 30 miliardi col primo decreto al primo consiglio dei ministri” (con tanto di sventolio di fogli): poi quei miliardi non esistono e si deve fare deficit;
  12. “Siamo ultimi nella classifica della libertà di stampa”: poi fanno liste di giornalisti sgraditi e appena vanno al governo e attaccano i giornalisti che li criticano;
  13. “I ministri li sceglie il Presidente della Repubblica”: il Presidente dice di no a uno fra molti e loro minacciano l’impeachment (senza sapere neppure cosa sia né che in Italia non esiste);
  14. “Mai più governi non eletti” (i governi non sono mai stati eletti e non è previsto che lo siano): vanno al governo con un presidente del consiglio che non si era candidato tale e con una coalizione che non si era presentata alle elezioni;
  15. “Mai più alleanze post elettorali fra partiti che si presentano divisi e poi inciuciano” (non si chiama inciucio, si chiama alleanza): vanno da soli, poi “inciuciano” con la Lega; ah no, ora è un contratto.
  16. “Nessun Indagato”: è durata fino al primo indagato M5s e ad ogni nuovo indagato si “correggono” le interpretazioni. Regole sempre applicate per i nemici e interpretate per gli amici.
  17. “Fuori i partiti dalla RAI!” – RAI interamente occupata insieme alla Lega senza lasciare manco un usciere alle opposizioni;
  18. “No al TAV”: TAV… vedremo come andrà a finire 😉
  19. “No al TAP”: TAP confermato;
  20. “Niente più fondi alle scuole private”: fondi alle scuole private confermati;
  21. “Niente F35 acquistati”: acquisto degli F35 confermato;
  22. “Mai più condoni”: fanno il condono fiscale e pure il condono edilizio;

Ma ad aprire le danze fu proprio Pizzarotti in quel di Parma

pizzarotti

Come diceva Mickey a Rocky nel terzo episodio della mitica serie: “Ti è accaduta la cosa peggiore che possa succedere ad un pugile. Ti sei civilizzato”.

I cinquestelle non si sono civilizzati, perché già lo erano. Ma istituzionalizzati sì. Sono entrati nel sistema e lo hanno comunque cambiato. Ma anche il sistema ha cambiato loro.

Detto ciò, resta comunque il fatto che il primo ad aprire le danze delle giravolte grilline sia stato proprio Federico Pizzarotti. Quando, diventato sindaco di Parma nel 2012, ha comunque dato il via all’inceneritore. Tanto contestato in campagna elettorale.

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