La Loi travail riduce molti diritti dei lavoratori
Quando il 18 febbraio 2016 la proposta di riforma del codice del lavoro avanzata dalla ministra El Khomri è stata svelata per la prima volta, era difficile passasse inosservata. Per comprendere la portata della sorpresa presso l’ala più a sinistra del partito al governo, i sindacati e la società civile, basti ricordare la reazione, ripresa dal sito de Le Monde, del consigliere regionale UMP d’Ile de France, Pierre-Yves Bournazel. Il quale su tweet salutò la legge taggando la Ministra del lavoro con un ironico ‘Bienvenue a droite Myriam El Khomri’. Ma ecco cosa contiene la Loi travail, aiutandoci con Parigigrossomondo:
- Diminuzione degli stipendi e aumento delle ore di lavoro
Tramite un semplice accordo aziendale, per ragioni non necessariamente determinate da difficoltà economiche, il datore di lavoro potrà, per una durata massima di cinque anni, imporre una diminuzione dello stipendio o un aumento delle ore di lavoro. I dipendenti saranno obbligati ad accettare, pena il licenziamento.
- Tempo di lavoro e straordinari
Attualmente la durata settimanale di un contratto di lavoro a tempo pieno è fissata a 35 ore. Al di là, cominciano le ore supplementari, pagate almeno il 10% in più, a meno che l’accordo di settore non preveda un tasso più vantaggioso per il salariato. Con la nuova legge, anche qualora un accordo di settore preveda un tasso più vantaggioso, prevarrà l’accordo aziendale.
La durata massima di ore settimanali è fissata a 44 ore e quella giornaliera a 10 ore. La nuova legge prevede che con un semplice accordo aziendale si possa passare a 46 ore settimanali e a 11 giornaliere.
- Licenziamento per ragioni economiche
Attualmente un datore di lavoro può licenziare qualora l’azienda si trovi in difficoltà economiche oppure sia costretta a chiudere. La nuova legge ridefinisce il concetto allargandolo al caso in cui l’azienda consideri che una riorganizzazione sia “necessaria al mantenimento della competitività sul mercato”.
Se licenziato per ingiusta causa, l’indennizzo che il salariato potrà reclamare ai prud’hommes, avrà, con la nuova legge, un tetto massimo che andrà dai 3 mesi, per chi ha meno di due anni di anzianità, ai 15 mesi, per chi ne ha più di venti.
- Congedo per il decesso di un familiare
Attualmente fissata dalla legge ad almeno due giorni, la durata del congedo sarà decisa da un accordo di settore oppure aziendale.
- La reperibilità
Le ore di reperibilità saranno considerate alla stregua delle ore di riposo settimanale e di conseguenza non retribuite.
Da Air France ai porti, Francia bloccata
“Il preavviso dello sciopero dei piloti di Air France dall’11 al 14 giugno è stato mantenuto”. Ad annunciarlo sono stati i tre sindacati dei piloti dopo il fallimento dei negoziati con i vertici della Air France che insiste sul taglio degli stipendi. Come riporta Contropiano, sindacati hanno respinto un nuovo protocollo trasmesso dalla direzione di Air France nella notte, quasi “un copia e incolla” del precedente senza “nessuna proposta” che permetta di revocare lo sciopero indetto dall’11 al 14 giungo, in pieno Euro 2016.
Le organizzazioni dei lavoratori, in primo luogo la Cgt, avevano affermato che avrebbero sospeso le agitazioni previste prima dell’inizio degli europei di calcio, se il governo Valls avesse dimostrato la propria disponibilità a operare cambiamenti significativi alla Loi El Khomri (anche se ufficialmente il sindacato diretto da Philippe Martinez ne chiede il ritiro) ma l’intransigenza dell’esecutivo e del presidente Hollande ha obbligato l’articolato fronte di lotta ad andare avanti.
Anche se nei giorni scorsi era stato annunciato il raggiungimento di un pre-accordo rispetto alle rivendicazioni specifiche dei lavoratori del comparto ferroviario, anche oggi sono continuati gli scioperi del personale della Sncf per il nono giorno consecutivo: particolarmente interessata la capitale ed altre città come Lione e Dunquerque. E giovedì è arrivata la decisione di bloccare le linee della Rer, la rete ferroviaria che collega Parigi all’aeroporto e allo Stade de France, a Saint-Denis, dove il giorno dopo si è giocato l’incontro inaugurale di Euro 2016 tra Francia e Romania. Ieri centinaia di cheminots hanno manifestato alla Gare du nord e altre centinaia hanno invaso la stazione di Montparnasse, nella capitale, in occasione del passaggio di un treno pubblicitario di Euro 2016. Oltre al ‘no’ alla Loi Travail i ferrovieri protestano anche contro la progettata liberalizzazione della rete di trasporto su ferro, decisa dal governo a partire dal 2020. Mentre i sindacati moderati hanno firmato con l’azienda, Cgt e Sud-rail – che rappresentano il 60% dei lavoratori del settore – continuano la mobilitazione.
Prosegue anche l’astensione dal lavoro dei netturbini della regione di Parigi, che hanno non solo smesso da giorni di raccogliere l’immondizia dalle strade, ma hanno anche bloccato il più grande dei siti di smaltimento dei rifiuti, quello di Ivry-sur-Seine/Paris; iniziativa che si protrarrà fino al 14 di giugno avvisa la Cgt. Picchettato e bloccato da diversi giorni anche l’inceneritore di Fos-sur-Mer, che serve Marsiglia mentre sono sbarrati dagli scioperanti gli accessi ai quattro più grandi garage di camion della nettezza urbana di Parigi.
Qualche giorno fa, centinaia di militanti sindacali hanno bloccato l’accesso al mercato all’ingrosso di Rungis (Val-de-Marne), il più grande mercato agroalimentare di prodotti freschi del continente europeo. Nei giorni scorsi ad essere bloccato era stato il Terminal 2 dell’aeroporto internazionale di Roissy mentre centinaia di lavoratori hanno invaso diverse aree dello scalo più importante, lo Charles de Gaulle.
Dopo due settimane tre delle cinque raffinerie di petrolio della multinazionale francese Total continuano ad essere notevolmente rallentate.
In alcune regioni stanno anche incrociando le braccia i lavoratori portuali e quelli del settore energetico. Mercoledì scorso è toccato ai lavoratori precari dello spettacolo – protagonisti qualche anno fa della mobilitazione degli ‘intermittenti’ – che hanno inscenato una manifestazione niente meno che sotto le finestre dell’abitazione dell’odiata ministra del Lavoro, Myriam El Khomri, firmataria della controriforma del codice del lavoro che ha scatenato il più consistente movimento di protesta che un governo socialista abbia mai dovuto affrontare in Francia.
Due Martedì fa, invece, precari, studenti e disoccupati hanno occupato per un certo tempo la sede nazionale del Medef, la Confindustria francese, prima di essere sloggiati da un nutrito cordone di agenti in tenuta antisommossa. Stessa sorte hanno subito i manifestanti che gridavano slogan, ieri, davanti al Ministro delle Finanze, caricati dai celerini che hanno fatto ricorso anche ai lacrimogeni.
Martedì sciopero generale contro Loi travail
Il tutto in attesa della giornata di mobilitazione nazionale convocata da una decina di organizzazioni sindacali e studentesche per martedì 14 giugno sempre contro la Loi travail. Con manifestazione nazionale a Parigi, in pieno Euro 2016. Domani, il Senato ha cominciato a discutere il testo delle ‘riforma’ nella versione originaria, depurato quindi dei piccoli miglioramenti che avevano permesso all’esecutivo di incassare il ‘si’ del sindacato moderato Cfdt, ma non l’adesione di alcune decine di parlamentari socialisti e verdi che di fatto hanno fatto mancare la maggioranza al premier Valls, che quindi aveva fatto ricorso all’odioso articolo 49.3 della Costituzione che consente l’approvazione di una legge senza il passaggio parlamentare. Se il Senato dovesse dare l’ok, magari di nuovo grazie all’applicazione del 49.3, i sindacati promettono di mantenere la mobilitazione e di organizzare per fine giugno una nuova giornata nazionale di protesta.
Il governo spera di durare un minuto in più della mobilitazione, e ora che gli Europei sono iniziati punta tutto sul sentimento nazionalista dei francesi – notoriamente molto forte – accusando i sindacati di voler boicottare la manifestazione calcistica internazionale facendo fare al paese una pessima figura. “E’ in gioco l’orgoglio della Francia, non permettete che la capacità del nostro paese di organizzare eventi globali sia danneggiata” ha tuonato la ministra dell’Ambiente Ségolène Royal, scommettendo sulla stanchezza dei francesi che, secondo un sondaggio, sarebbero al 54% contrari alla continuazione della protesta contro una legge che pure al 70% avversano.
Secondo i media francesi, le direzioni dei sindacati potrebbero attenuare la mobilitazione a partire da domani come ‘gesto di buona volontà’, per consentire al governo di operare alcune concessioni in nome della priorità del tranquillo svolgimento degli Europei (il problema, per Valls e Hollande, sono i diktat di Bruxelles e anche le forti pressioni provenienti dalla Confindustria francese). “Non sono certo che bloccare i tifosi di calcio sia l’immagine migliore che possiamo dare al mondo del nostro sindacato” ha detto ad esempio oggi pomeriggio Martinez, il leader della Cgt.
Chi vincerà, la frusta o la schiena? La Loi travail passerà così com’è? O con delle modifiche? Vedremo. Intanto, dalla Francia ci sta arrivando l’ennesima lezione, che ci ricorda come si protesta.