Queste le zone coinvolte principalmente dal fenomeno: Torvaianica. Lido dei Pini. Lavinio. Anzio. Sabaudia. Sperlonga. Quattro centimetri e mezzo e due millimetri di spessore. Queste le dimensioni della «Cosa» di plastica ritrovata. Su Facebook arrivano le prime foto. Con qualcuno che si è pure divertito a creare una sagoma tipo cadavere. Tuttavia, da Legambiente Circolo Verde Azzurro Sud Pontino è arrivato anche l’appello di raccoglierli con i guanti. Ma cosa potrebbero essere questi oggetti sferici di plastica? Oltre l’identità ciò che preoccupa adesso è l’impatto ambientale. Un oggetto certamente non biodegradabile sul litorale ed in pochi centimetri di spiaggia è possibile contarne a decine. Ecco le varie ipotesi in campo.
Oggetti di plastica misteriosi, le prime segnalazioni
Come riporta Il Corriere del Mezzogiorno, tra Anzio e Lavinio sono numerose le associazioni che da giovedì mattina hanno presentato varie segnalazioni alla Capitaneria di Porto guidata dal comandante e tenente di vascello Enrica Naddeo. Anche il presidente del Circolo Legambiente Verde Azzurro Sud Pontino, Eduardo Zonfrillo, ha fatto un esposto alla Capitaneria di Porto di gaeta in base alla legge 68 sugli Ecoreati: «Faremo denuncia anche alla Procura di Cassino. E se si individuerà il responsabile ci costituiremo in giudizio». Mobilitati anche i volontari dell’associazione culturale Atena e dell’Upa – Uniti per l’ambiente. Senza contare i proprietari degli stabilimenti ed i cittadini che si sono rivolti alle testate locali, denunciando l’accaduto e portando con sé campioni della «Cosa». Comunicati sono stati ovviamente inoltrati al Comune di Anzio ed al sindaco Luciano Bruschini.
Le ipotesi in campo
Da evidenziare però, il post del gruppo di Guerrilla Gardening di Legambiente Circolo Verde Azzurro Sud Pontino in azione questa mattina sulla spiaggia di Scauri e Marina di Minturno:
«È sicuramente un tecnopolimero della famiglia dei poliesteri: teflon, dacron o naylon prodotto probabilmente con la tecnica della pressofusione . Inattaccabile ed indifferente alla temperatura di 100 gradi e 130 della pentola a pressione. Resta da vedere se sfrutta le sue caratteristiche per la temperatura o per la sua resistenza in ambiente acido o entrambi. Abbiamo avvertito la Regione Lazio e stiamo lavorando con gli oceanografi per cercare di risalire al punto di origine dello sversamento. È importante quindi che condividiate questa foto e che ci segnaliate dove e quando e quanti ne vedete. Se potete raccoglieteli (indossate i guanti), e contateli: se ce ne sono tantissimi, anche solo lungo una striscia di 10 metri, altrimenti 100. Cosa sono? Ancora non lo sappiamo».
Si conosce il materiale, altamente inquinante, ma non ancora il suo uso industriale. Si tratta molto probabilmente di filtri, essendo dalla forma sferica e bucherellati. Probabilmente una nave merci li ha persi e ora si sta distribuendo lungo la costa tirrenica. Eppure, non sono stati segnalati incidenti. Forse il maltempo ha fatto sì che qualche imbarcazione perdesse in tutto o in parte il suo carico. Una cosa però sembra certa: nessuno pagherà per questo ennesimo danno ambientale.