La malattia che colpirebbe il limone della costiera amalfitana si manifesta dall’ingiallimento delle foglie fino alla morte delle piante.
Il limone è uno dei simboli della Costiera Amalfitana e della Penisola Sorrentina, paragonabile, senza esagerazioni, ad altri simboli culinari della bella Napoli: pizza, sfogliatella, pastiera, ecc. Tanto da essere riconosciuto ufficialmente come Limone Costa d’Amalfi Igp.
Del resto, il limone della costiera amalfitana, che confluisce anche nella penisola sorrentina, è fondamentale per l’economia locale. Consente la realizzazione, per esempio, del mitico limoncello, di gustose granite, di ottime pizze, di dolci e perfino di gadget non commestibili come limoni e profumi.
Peccato però che questo “oro giallo” sia ora messo in serio pericolo da un fungo: il Plenodomus Tracheiphilus, che ne attacca le piante. Vediamo in cosa consiste e quali sono i rischi concreti.
Limone della costiera amalfitana a rischio
Come riporta Il Corriere del Mezzogiorno, la malattia si manifesta con l’ingiallimento delle foglie, il disseccamento dei rami e, nei casi più gravi, anche della morte delle stesse piante. Una malattia volgarmente detta «mal secco».
Le istituzioni locali sono seriamente preoccupate, tanto da aver convocato per il prossimo 23 luglio una Conferenza che vedrà partecipare:
- i sindaci della Costiera Amalfitana e della Comunità montana Monti Lattari;
- il dipartimento agricoltura della Regione Campania;
- il Comando dei Carabinieri Forestali di Salerno;
- il Consorzio di tutela del limone di Amalfi Igp;
- la OP Costiera Agrumi.
A quanto pare, il fungo Plenodomus Tracheiphilus ha già attaccato oltre il 25% delle piante di limone del nostro comprensorio. Se non si interviene per tempo, stima Coldiretti, si rischia che nei prossimi 5 o 6 anni la coltivazione dei limoni potrebbe addirittura essere cancellata dal nostro paesaggio.
Ad oggi, ad ad essere stata attaccata dal fungo sarebbe già un terzo della superficie investita a limone, tra Igp e non. E il danno economico è significativo, in quanto pesa sugli agricoltori, ma anche su tutto l’indotto dell’industria dolciaria e dei liquorifici industriali e artigianali.
La storia del Limone Costa d’Amalfi Igp
L’origine del mitico limone della Costiera amalfitana e della Penisola sorrentina ha radici remote: furono probabilmente gli Arabi, intorno al X secolo d.C, ad esportarlo in Spagna, in Sicilia e in Campania.
Sebbene la popolarità ebbe inizio quando fu scoperto il proprio «taumaturgico potere» contro lo scorbuto, la malattia dovuta ad un importante carenza di vitamina C, di cui il limone, come si sa, invece è ricco. Tanto che nell’XI secolo la Repubblica Amalfitana decretò l’obbligo di averne a bordo delle navi sempre cospicue riserve, proprio per i suoi straordinari effetti terapeutici. Fu grazie alle rotte compiute dalla repubblica marinara più antica al mondo, che il limone fu conosciuto in zone lontane.
Ai giorni nostro, vengono raccolte oltre 8mila tonnellate di limoni rispettivamente tra la costiera amalfitana e la penisola sorrentina. Cifra che avrebbe potuto essere maggiore se non fosse stato per l’abbandono delle coltivazioni nelle zone montane interne. Ma che potrebbe drammaticamente diminuire se il fungo non venisse fermato in tempo.