Lega, vecchia guardia torna alla ribalta: Salvini ha le ore contate?

Mentre il Governo Meloni deve ancora insediarsi, sebbene circolino diversi nomi, la Lega fa i conti con un risultato elettorale alquanto deludente. Un otto percento ben lontano da quel 34 incassato alle europee tre anni fa. Ma la stella Salvini da tempo è in declino, con una parabola discendente cominciata dalla sconfitta alle regionali in Emilia Romagna patita ad inizio gennaio 2019.

Del resto, i leader degli ultimi dieci anni sono tutti durati il giro di 4-5 anni, vivendo una popolarità che forma la classica curva su un grafico: con una salita, un picco e una discesa. Si pensi a Grillo, Renzi e appunto Salvini. Tutti nella Terza Repubblica iniziata nel 2013.

Chissà se lo stesso accadrà alla Meloni, probabilmente nella sua fase di picco. Anche perché generalmente chi governa tende a perdere consensi.

Ma torniamo alla Lega in fermento e ai malumori rispetto all’operato di Salvini. A partire dall’iniziativa di Umberto Bossi, che ha fondato un Comitato del Nord.

La Lega vuole disfarsi di Matteo Salvini?

Come riporta IlSole24Ore, il redivivo Umberto Bossi, passato da non eletto a leader del Carroccio’s remake, ha appunto creato un Comitato del Nord. Proprio per riportare la centralità del Nord nell’agenda leghista.

A differenza di quanto fatto da Matteo Salvini da quando è segretario, periodo nel quale ha cercato di creare un partito nazionale. Anche con ottimi risultati, visto che in alcuni comuni del Sud la Lega ha superato anche il 30 percento dei consensi, esprimendo anche dei sindaci. Oltre ad essere penetrata nelle cosiddette regioni “rosse“, quali Emilia Romagna e Toscana.

Saranno Angelo Ciocca e Paolo Grimoldi a occuparsi dell’operatività del Comitato del Nord creato da Umberto Bossi. Ciocca, eurodeputato della Lega, si occuperà dei rapporti con i militanti e le istituzioni europee. Mentre Grimoldi, ex segretario della Lega lombarda, deputato uscente e non ricandidato della Lega, avrà il compito di gestire le relazioni con i militanti e le istituzioni regionali.

Ma ci sono anche altre iniziative e come spiega l’assessore leghista veneto allo Sviluppo Roberto Marcato:

Il voto a Giorgia Meloni ha portato il peso di FdI al nord e, sapendo che non è certo un partito attento alla questione settentrionale, si teme che questa scompaia dall’agenda politica

In effetti, ad aver adirato la vecchia guardia della Lega è il fatto che abbia perso consensi anche nelle sue roccaforti, quali Veneto e Lombardia. Voti finiti in grossa parte proprio a Fratelli d’Italia.

Marcato poi spiega che «il segretario sia sempre stata l’espressione unica della linea da seguire, ruolo che oggi non appare più tale». Non vorrebbe essere tanto una critica a Matteo Salvini, «ma piuttosto al cerchio magico che gli sta attorno».

La Lega voterà il rinnovo della segreteria tra due anni e tutto lascia presagire che il partito tornerà alle origini e deciderà di occuparsi soprattutto del Nord. Luca Zaia e Giancarlo Giorgetti. I leader di oggi sono liquidi, come i partiti.

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