Sulle borse europee e mondiali si sta assistendo da venerdì a un crollo allarmante. Ecco i possibili motivi.
Dopo un venerdì nero sui mercati, arriva un lunedì da dimenticare
così scrive oggi Milano Finanza, quotidiano che, come intuibile dal nome, si occupa di Borse. Si riferisce a quanto sta accadendo sulle borse europee e mondiali, dove si sta assistendo da venerdì a un crollo allarmante. Del resto, quando i mercati finanziari chiudono male il venerdì, difficilmente dopo la pausa del weekend, aprono bene il lunedì. Al massimo c’è un trend negativo più ammorbidito, ma non è questo il caso.
Le cause, secondo gli analisti, vanno ricercate tra timori di una recessione in atto negli Usa con la Fed che ora sarà costretta a tagliare i tassi dello 0,5% a settembre, ma anche le forti tensioni in Medio Oriente con l’attesa di un attacco dell’Iran in giornata su Israele.
Crolli che si stanno facendo sempre più simili a quelli a cui abbiamo assistito nel tremendo 2008, escludendo il periodo 2020-2022, influenzato, in tutti i sensi, dai noti fatti sanitari a livello mondiale.
Cosa sta succedendo alle Borse asiatiche
La situazione più pesante appare quella del Giappone, per la quale già si parla di panic sell (panico da vendite, cioè in molti vendono i titoli in possesso per paura che la situazione peggiori, di fatto peggiorandola realmente. Il caso più clamoroso fu quello della Grande depressione del 2009) e di azzeramento dei guadagni di borsa del 2024.
Del resto, non si può fare altrimenti: è in corso un ribasso devastante dell’indice di borsa Nikkei, che registra la seconda peggior performance dal 1987, anno del famigerato lunedí nero che scosse le borse mondiali. Allora, la borsa crollò dopo un lungo periodo di rialzo, spinto soprattutto dai titoli tecnologici giapponesi, di molti colossi che ancora oggi inondano il mercato di prodotti.
Parliamo di un paese, come quello del Sol Levante, con una economia altamente volatile. Come scrivemmo qui.
Stanno crollando anche i rendimenti dei titoli di Stato giapponesi che passano dall’1% allo 0,75%, mentre il cambio dollaro-yen è sceso da 146 a 142 nella notte.
Siamo di fronte a un nuovo 2008?
Secondo l’analista di Xtb David Pascucci, consultato da Milano Finanza
il legame tra tasso di disoccupazione, mercati azionari, inflazione e tassi di interesse alti é assolutamente fondamentale e il recente rialzo del tasso di disoccupazione negli Usa apre la pista a quella che potrebbe essere una recessione, recessione confermata dal Sahm Indicator che si riporta sopra lo 0,5, livello che non si vedeva dal 2008 escludendo la distorsione del periodo pandemico
Sempre secondo Pascucci, è venuta meno la narrativa “strong & resilient” di Jerome Powell, governatore della Fed statunitense dal 2018. A quanto pare, “il mercato non si fida piú delle parole ma dei fatti“.
Certo, nel 2008 il mercato finanziario globale cadde sotto i colpi di uno scandalo come quello dei sub-prime, che coinvolse tanti colossi finanziari. Dunque, c’era anche una fiducia degli investitori e dei risparmiatori da riconquistare. E ci vollero alcuni anni per riprendersi, sebbene di “vittime” ne furono tante e nulla è stato più come prima.
In fondo, la finanza globale ha bisogno di crisi cicliche che ripuliscano il sistema. E cosa importa che in tanti perdano soldi e si rovinino la vita.