LE BANDIERE BLU IN MOLTI CASI SONO UN BLUFF
NON POCHI I TRUCCHETTI CHE SI CELANO DIETRO I VESSILLI TANTO AGOGNATI DALLE METE TURISTICHE
Anche quest’anno, tra conferme e new entry, sono state assegnate le bandiere blu alle coste italiane. C’è stato perfino un leggero aumento delle assegnazioni. Ma quante località davvero le meritano? A quanto pare molte godono di questo lusinghiero riconoscimento “di riflesso” perché vicine a posti che invece sono davvero meritevoli. In realtà occorre sapere che le premiazioni sono “a macchia di Leopardo” e l’assegnazione dell’ambito vessillo non avviene in modo spontaneo da parte della FEE – Foundation for Environmental Education – ma sono le stesse località a farne richiesta. Ed ecco che capita che quelle più rinomate, già piene di turisti finiscono per non compilare il questionario, mentre quelle che vogliono farsi pubblicità si affrettano a farlo. Ma vediamo qualche esempio concreto.
LE SITUAZIONI PARADOSSALI – In Abruzzo, San Vito Chietino gode della bandiera blu. Peccato però che due dei quattro tratti in cui è divisa la costa non siano nemmeno balneabili quest’anno, per la presenza di escherichia coli ed enterococchi intestinali, i batteri contenuti nelle feci. In tutta la regione, di località premiate con bandiere blu ce ne sono ben 14. Secondo la classificazione della Regione, che prende in considerazione le analisi fatte negli ultimi quattro anni (2013 escluso) dall’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente (Arta), solo quattro di questi comuni hanno acque di qualità ‘eccellente’ lungo tutta la costa: Tortoreto, Silvi, Rocca San Giovanni e Fossacesia. Sei paesi hanno invece alcune spiagge dove in questa stagione balneare è addirittura vietato tuffarsi in acqua: non solo San Vito Chietino, ma anche Roseto degli Abruzzi, Pineto, Francavilla al Mare, Ortona e Vasto.
Nelle Marche, sono tre le località premiate che quest’anno presentano aree precluse alla balneazione dalla Regione perché con acque di qualità ‘scarsa’: Numana, Porto Recanati e Porto Sant’Elpidio. Lo stesso problema ce l’hanno Sanremo in Liguria, Camaiore e Piombino in Toscana. Inoltre diverse località premiate con bandiera blu, accanto alle acque eccellenti, hanno aree per la balneazione con una classificazione ‘buona’ o ‘sufficiente’ (guarda la cartina interattiva). Nessun divieto di nuotare lì, ma una classificazione non ‘eccellente’ significa che ogni tanto può capitare qualche campione con concentrazioni di batteri che non riducono al minimo le possibilità di contrarre dopo una nuotata malattie come la gastroenterite.
BANDIERA BLU RICHIESTA A CONVENIENZA– Il discorso della Bandiera blu per farsi pubblicità è evidente nel fatto che la loro assegnazione sia concentrata soprattutto lungo l’Adriatico, in Liguria e Toscana, mentre la Sardegna ne ha appena sette e la Sicilia quattro. Come dicevamo, località che godono di ottima reputazione non hanno bisogno di candidarsi all’assegnazione della bandiera blu, e così non compilano il questionario predisposto dalla Fee. Da un’indagine de ilfattoquotidiano.it su tutte le regioni affacciate sul Mediterraneo, le località con bandiera blu che non hanno tutte le acque eccellenti sono 41 su 131. Capitano poi situazioni paradossali, dove in alcune località a maggio sono state consegnate le bandiere blu 2013 e dopo due giorni alcune spiagge sono state temporaneamente chiuse alla balneazione perché le analisi effettuate dall’Arta hanno rivelato livelli di contaminazione troppo elevata. E’ il caso di Petacciato e Termoli in Molise, Sanremo in Liguria, Porto Recanati nelle Marche, Sapri in Campania, Livorno, Camaiore e Pietrasanta in Toscana, Roseto degli Abruzzi e Giulianova, in provincia di Teramo.
Ecco dunque che si conferma il discorso che facevamo nell’incipit. In molti casi i vessilli non sono stati assegnati al comune, ma a singole spiagge. Così a San Vito Chietino a meritarsi il vessillo sono stati solo i tratti di Calata Turchino e di Molo Sud. E molti comuni, anche sui loro siti istituzionali, fanno a gara per fare bella mostra della bandiera blu, senza sottolineare che solo alcuni tratti di costa se la sono guadagnata. Ed ecco che il bagnante ignaro parte entusiasta per i comuni “bandiera blu” senza sapere che dovrebbe anche ben informarsi sul tratto che ha ricevuto il riconoscimento. Col rischio che, pur pagando tanto, nuota e fa tuffi in acque perfino non balneabili.
BANDIERE BLU IMMERITATE – Poi ci sono altri casi, come i mari che perdono la loro purità perché le correnti dei fiumi, magari con le piogge, hanno virato nelle loro acque portando con sé i batteri che prima trascinavano verso altre sponde. E ancora, le Bandiere blu non prendono in considerazione fattori negativi quali chioschi abusivi e strutture di cemento non autorizzate, che magari non ostacolano la balneazione ma deturpano comunque il paesaggio. Vedi San Felice Circeo nel Lazio, dove pure sventola la Bandiera blu.
Morale della favola. Se dovete scegliere dove passare le vostre vacanze, non regolatevi solo esclusivamente con le Bandiere blu. Informatevi meglio in rete, chiedendo su qualche Forum di discussione info sul posto.
(Fonte: Il Fatto quotidiano)