LA VERGOGNOSA VICENDA DEL PORTO DI NAPOLI SENZA PRESIDENTE: STA PERDENDO TURISTI, COMMERCIO E FONDI EUROPEI

SOTTO COMMISSARIAMENTO DA DIVERSO TEMPO, MANCA DI UNA GUIDA NOMINATA DALLA POLITICA. IL PROGETTO “GRANDE PORTO” CHE DOVREBBE RILANCIARLO RISCHIA DI SALTARE
“Si Saliern’ teness’u puort’, Napule fuss’ muort” dice un vecchio proverbio del passato, quanto mai profetico. Se all’epoca l’autore, che pare essere sconosciuto, parlava di una Salerno considerata inferiore al capoluogo campano per la mancanza di una strategia marittima – di cui un porto è il simbolo – ora pare che la situazione si sia effettivamente capovolta. Napoli non è ancora morta, ma Salerno la sta superando. Perché un porto funzionante da qualche anno ce l’ha, eccome, mentre Napoli sembra perdere lentamente il suo. Tra degrado, scarsi controlli, fatiscenza strutturale, incapacità di gestione della politica. La quale non è capace neppure di nominare un Presidente che ne prenda le redini. E così il turismo marittimo va a picco, così come il commercio; mentre si rischia di perdere pure i Fondi europei (ben 300 milioni) che dovrebbero permettergli finalmente un grande restyling.

PORTO SENZA PRESIDENTE – Dallo scorso 12 marzo è scaduto il mandato del Commissario straordinario Felicio Angrisano, ammiraglio, comandante generale delle Capitanerie di porto-Guardia costiera. La sua nomina è stata individuata dal Ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi lo scorso dicembre, con durata trimestrale, in seguito alle dimissioni forzate del precedente Presidente: l’Ammiraglio Luciano Dassatti. Nominato a suo tempo commissario straordinario del Porto di Napoli dopo aver ricoperto negli ultimi anni l’incarico di presidente.
Dassati è indagato insieme ad altre persone per vari capi d’accusa: dall’utilizzo indebito delle auto di servizio ai rimborsi illegittimi, dalle turbative d’asta a episodi di corruzione, abuso di ufficio e truffa per la concessione delle aree demaniali e la riscossione dei canoni dovuti dalle società concessionarie. L’ordinanza cautelare del gip Giuliana Pollio è stata notificata dalla Guardia di finanza a Dassatti e ad altre tre persone: il dirigente Stefano Porciani e gli imprenditori Pasquale Legora De Feo e Anna Ummarino, un passato da consigliere regionale (dal 2000 al 2005); 19 in tutto gli indagati, tra cui un docente universitario, un avvocato dello Stato e l’armatore Gianluigi Aponte. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal sostituto Antonella Fratello, è stata avviata dopo una serie di denunce fatte dai legali rappresentanti di società operanti nel settore della navigazione, ma anche di funzionari e impiegati portuali. Le segnalazioni hanno trovato riscontro: dalle indagini del Nucleo di polizia tributaria è emerso infatti che Dassatti e Porciani, suo stretto collaboratore, avrebbero favorito in molte circostanze società del gruppo Aponte (di cui Legora De Feo e Ummarino sono dirigenti) a scapito delle altre.
Il commissario straordinario, inoltre, avrebbe elargito a persone amiche incarichi ben remunerati per prestazioni non necessarie: consulenze affidate a sua discrezione pure in presenza di dipendenti che avrebbero potuto svolgere quelle mansioni, in particolare un ingegnere e una giornalista. Tra gli episodi contestati a Dassatti c’è anche l’affidamento di una gara per la concessione dello specchio d’acqua antistante al molo Martello per la realizzazione di bacino galleggiante da destinare alle riparazioni navali. Secondo l’accusa, la Nuova Meccanica Navale, del gruppo Aponte, fu privilegiata rispetto alla Palumbo, che pure aveva fatto un’offerta assai più conveniente per il Porto. L’ammiraglio è inoltre accusato di non avere riscosso canoni per decine di migliaia di euro.
IL NOME IMPROPONIBILE DI VILLARI– La politica non riesce a trovare un Presidente per il Porto di Napoli. Si è avvitata per molto tempo sul nome di Riccardo Villari, Senatore del Pdl, sponsorizzato per diverso tempo da Stefano Caldoro e Maurizio Lupi, ma osteggiato dal Sindaco Luigi de Magistris. E a ben vedere! Villari infatti somiglia molto a Clemente Mastella, e non solo fisicamente, ma anche per la sua attitudine a cambiare casacca politica: dal Ppi, all’Udeur di Mastella, per passare all’Ulivo, al Partito Democratico, Radicali italiani, MPA di Lombardo ed infine, udite udite, il Popolo delle Libertà-Forza Italia.
Ma questo è nulla. Forse qualcuno ricorderà cosa accadde nella Commissione di Vigilanza Rai nel 2008. Il 13 novembre del 2008 Villari (allora esponente del centrosinistra) venne eletto con 23 voti presidente della Commissione di vigilanza Rai: le preferenze gli arrivano principalmente da esponenti del PDL, mentre l’opposizione (PD, IdV e UDC), a cui tradizionalmente tocca la scelta dell’incaricato, si era schierata con Leoluca Orlando, con la sola eccezione di due votanti. Non accettando di dare le dimissioni in seguito all’accordo raggiunto fra le due parti sul nome di Sergio Zavoli, Villari fu così espulso dal gruppo parlamentare del PD.
Il nome di Villari è già emerso alle cronache anche in questa legislatura. Porta infatti la sua firma l’emendamento che finanzia con 5 milioni di euro l’anno la Fondazione del MAXXI di Roma dove presidente è l’ex ministro Giovanna Melandri.
Ma la patata bollente per Lupi e Villari arriva ora. La nomina è a totale rischio d’ illegittimità. Secondo una sentenza del Consiglio di Stato è stato dichiarata illeggittima l’assegnazione del dottor Massidda all’Autorità Portuale di Cagliari per vari motivi, tra i quali la mancanza di un titolo di studio collegato con la materia . E qui casca l’asino per la nomina di Villari proposta dal Ministro Lupi. Villari è laureato in Medicina, cioè un settore totalmente estraneo all’autorità portuale. Oppure si pensa che il nostro potrà gestire con ricette mediche il porto di Napoli? Tra l’altro nella documentazione relativa alla Nomina dei Presidenti delle autorità Portuali si cita che “è richiesta massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale”.
GLI EFFETTI NEGATIVI SULLA MANCATA NOMINA – Tutto lascia presagire che si riandrà verso una proroga del Commissariamento, nelle mani dell’attuale Commissario, l’Ammiraglio Angrisano. Il quale però potrebbe anche diventare Presidente a tutti gli effetti. Cosa che a de Magistris non dispiace.
Intanto questo immobilismo, come detto in precedenza, sta comportando effetti devastanti su turismo e commercio, come testimoniano anche gli ultimi dati sulle crociere: lo scalo partenopeo fa segnalare -4,4% di passeggeri e -10,6% di toccate nave nell’ultimo biennio. 
A lanciare l’allarme è anche Pasquale Russo, segretario nazionale della Federazione autotrasportatori italiani ( Fai). ” Le nostre imprese – ha precisato l’esponente  dell’associazione – già colpite duramente dalla crisi, non possono continuare a perdere volumi di traffico per effetto dell’immobilismo del ministro Lupi. Nessuno vuole più investire a Napoli. I danni negli ultimi anni – ha spiegato Russo – sono rilevanti, tanto da superare la cifra di 35 milioni di euro. Dobbiamo evitare di perdere i 300 milioni del  “grande progetto. E’ necessario recuperare le ingenti somme provenienti dai fondi comunitari che non state ancora utilizzate. Il porto – ha poi detto Russo – ha assolutamente bisogno di un nuovo presidente. Il segnale di protesta arriverà presto fa sapere Russo, anche perchè gli autotrasportatori, a partire dal 31 marzo hanno programmato cinque giorni di sciopero che bloccherà l’intero scalo marittimo napoletano”.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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