La sposa, fiction nella bufera: chi avrebbe offeso

Introduzione

La Sposa è una miniserie televisiva co-prodotta da Rai Fiction e Ednemol Shine Italy, diretta da Giacomo Campiotti. Protagonista la brava attrice napoletana Serena Rossi, che interpreta Maria Saggese.

Quest’ultima, al fine di salvare la propria famiglia dalla povertà, decide di accettare un matrimonio con procura di un agricoltore vicentino. In pratica, diventando sua sposa, ne diventa al contempo lavoratrice nei campi. Uno scambio dal sapore amaro, di una Italia che per fortuna non c’è più.

Sebbene La sposa sia ambientata prevalentemente in Veneto, è stata comunque girata in più località della nostra bella Italia. A colpire particolarmente le località pugliesi di Vieste e Monte Sant’Angelo.

Malgrado questa geolocalizzaizone così varia, la fiction pare abbia offeso due località in particolare.

Il Veneto accusa La Sposa

Come riporta In Italia, a muovere la polemica è Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio Regionale del Veneto. Il quale accusa la serie tv di falso storico che nuoce al racconto di una tragedia vissuta da molte italiane.

Queste le sue parole:

quanto visto nella prima puntata metterebbe “in ridicolo non solo i veneti, ma anche le calabresi (…) Pensare a un matrimonio per procura a fine anni Sessanta di una giovane calabrese con un ricco ma rozzo discendente di un agricoltore vicentino è a dir poco un azzardo, se non una provocazione senza senso e lontanissima dalla realtà storica- ha spiegato il Presidente del Consiglio Regionale del Veneto – La sposa non regge neanche se pensiamo a cosa sul finire degli anni Sessanta stava accadendo nel Vicentino, quando gli operai di Schio, Arzignano e Valdagno vivevano la stagione delle battaglie operaie e tanti vicentini ancora emigravano verso la Germania, la Svizzera, il Venezuela, il Brasile e l’Australia

Sulla stessa lunghezza d’onda Laura Dalla Vecchia, presidente di Confindustria Vicenza:

Trovo inaccettabile che si faccia di questa regione, alla vigilia del Sessantotto, la fotografia di una terra arretrata. A quei tempi ero una ragazza, penultima di otto sorelle, con un padre che diceva sempre: Il più grande investimento che posso fare è quello sulla crescita culturale delle mie figlie. Privilegiata io? In quell’epoca la famiglia media aveva rispetto per le donne, che ricoprivano un ruolo importante nella società

Anche la Calabria si sente offesa

Tuttavia, anche i calabresi si sentono offesi dalla serie Tv. Ma c’è anche un altro aspetto, una disputa riguardo la località.

Come riporta Quotidiano del sud, per dirne una, la Pro Loco ha obiettato che la targa “Calabria 1967” nei primi fotogrammi della puntata potrebbe generare un equivoco sui luoghi effettivi. Ovvero: non importa che la storia sia calabrese, il pubblico deve sapere che quella in realtà è Vieste.

La sposa sotto accusa: come si difende produttore

Non si è fatta attendere la risposta di Simone Toffanin, produttore teatrale di Padova e attore. Il quale compare anche nella fiction nei panni del barista Umberto. Queste le sue parole:

Bisogna distinguere la storia dall’ambiente sottolinea e sono sicuro che se la vicenda fosse stata ambientata in un’altra regione, la cose non sarebbero andate diversamente. Più che dipingere male i veneti, La sposa stigmatizza una famiglia dove c’è ancora il padre-padrone. Non credo di scoprire niente di nuovo, se rilevo che nel Veneto degli anni Sessanta c’era un forte maschilismo. ggi ci viene naturale voler rimuovere certi aspetti, ma posso assicurare che l’intento del regista Giacomo Campiotti era quello di enfatizzare la forza dell’emancipazione femminile, non certo la grettezza del contesto

Conclusioni

Voi avete visto la fiction? Cosa ne pensate? Solitamente queste produzioni lasciano sempre qualche scia di polemiche e malcontenti delle parti in causa.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.