LA FARSA DELLE DONNE AL POTERE, PRESIDENTI SENZA POTERI EFFETTIVI

ENEL, ENI, POSTE E TERNA AVRANNO DONNE COME PRESIDENTI. MA A COMANDARE DAVVERO SONO GLI AMMINISTRATORI DELEGATI
Di male in peggio. Se prima il ruolo della donna in politica era marginale, quasi inesistente, ora è diventato strumentale. Basta piazzare una donna come capolista (vedi Pd alle prossime elezioni europee) o sulla poltrona delle aziende pubbliche, che si parla di emancipazione, perfino di Rivoluzione come fatto da Renzi. Ed ecco che a capo di Enel, Eni, Poste e Terna arriva l’altra metà del cielo. Le quali però, come la Regina Elisabetta, regneranno ma non governeranno. Avranno rappresentanza senza potere. In ruolo operativo spetta infatti agli Amministratori delegati e ai Manager, mentre i Presidenti hanno soprattutto un ruolo rappresentativo.


LE NOMINE – L’ex presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, siederà sulla poltrona numero uno dell’Eni. La manager e consigliere Rai (dove ora la maggioranza passerà al centrosinistra), Luisa Todini, diventerà presidente delle Poste, mentre all’Enel andrà Patrizia Grieco, presidente Olivetti e consigliera di Cnh Industrial.
Per Terna l’azionista di maggioranza Cdp seguirà gli stessi input del Tesoro: la chimica Catia Bastioli è in pole per la presidenza.
LE ALTRE NOMINE – L’unico uomo confermato è Gianni De Gennaro a Finmeccanica. Una stabilità che ha il Quirinale tra i suoi ispiratori. Palazzo Chigi, in pompa magna, ha annunciato che il compenso dei presidenti sarà ridotto a 238mila euro, come auspicato più volte.
Il cambiamento più radicale è invece rappresentato dalla scelta di Mauro Moretti come nuovo amministratore delegato di Finmeccanica. Si libera così una casella importante proprio alle Ferrovie dopo la diatriba sul taglio dei compensi che aveva opposto il fiero manager al presidente del Consiglio che voleva decurtargli gli emolumenti (873mila euro nel 2012). Ora Renzi potrebbe puntare sull’ad di Invitalia, Domenico Arcuri, con un profilo «bipartisan» e sicuramente meno spigoloso di colui che lo ha preceduto.
Tutto come previsto per quanto riguarda la designazione dei manager. Dopo nove anni all’Eni Paolo Scaroni cederà il posto a Claudio Descalzi, capo della divisione esplorazioni del Cane a sei zampe. Soluzione interna anche per l’Enel dove Fulvio Conti passerà il testimone a Francesco Starace, già dirigente di Enel Green Power. Idem per Poste dove l’ex «mister Agenda digitale» Francesco Caio prenderà il posto di Massimo Sarmi.
Nei board si segnalano alcuni nomi di rilievo, «specchi» della mutata situazione politica. Ad esempio, in Eni entrano l’economista Luigi Zingales, Salvatore Mancuso, ideatore del Fondo Equinox, mentre i fondi hanno candidato, tra gli altri, Pietro Guindani da Vodafone (esce il presidente di Mps Alessandro Profumo). A Finmecccanica arrivano l’ex viceministro Marta Dassù e l’economista liberal Alessandro De Nicola, mentre alle Poste – oltre all’ex Mtv renziano Antonio Campo dall’Orto – nominato Roberto Rao (ex deputato Udc). Nel cda Enel c’è il presidente della Fondazione Big Bang (quella della Leopolda) Alberto Bianchi.
QUANTO COSTA IL CAMBIO DI PRESIDENZE– Quelli di Scaroni (Eni), Conti (Enel), Cattaneo (Terna) e Sarmi (Poste italiane) saranno addii molto cari per le casse delle aziende partecipate dallo Stato. Ogni amministratore delegato che se ne va, infatti, riceverà una ricchissima buonuscita. Il settimanale L’Espresso ha calcolato che la liquidazione di Conti, ex ad Enel, dovrebbe ammontare a 6,4 milioni. Quella di Scaroni, ex manager Eni, a 8,3 milioni. A fare eccezione è Alessandro Pansa, numero uno di Finmeccanica: il manager ha rinunciato “all’applicabilità di qualsiasi trattamento di fine mandato in caso di cessazione dalla carica”. Messe insieme tutte le buonuscite le aziende pubbliche dovranno sborsare qualcosa come 20 milioni di euro.
Altra mortificazione, a mio modesto avviso, è stata l’introduzione delle “quote rosa”, come se le donne fossero indiani da tutelare; animali in via di estinzione da proteggere mediante un’Oasi Wwf.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

0 Risposte a “LA FARSA DELLE DONNE AL POTERE, PRESIDENTI SENZA POTERI EFFETTIVI”

  1. SI PUO AZZERARE IL DEBITO DELLO STATO ? SI incominciando a eliminare tutti i politici servi delle lobby sostituendoli con le MASSAIE Veri Ministri dell’Economia Laureate a L’università della Vita dove gli esami si danno tutti i giorni . Con miseri stipendi che quando va bene ammontano a Euro 1200,00 al mese. Abituate come sono a eliminare il superfluo in breve tempo il debito Pubblico tornerebbe in pari Assicurando una vecchiaia dignitosa a tutti i Lavoratori. ( Gestendo le risorse con oculatezza potremmo vivere senza essere ricattati da chi gestisce i capitali sottratti al Popolo con le ruberie ). L'Italia detenendo il 60% del patrimonio Artistico Mondiale potrebbe vivere in prevalenza di Turismo E di prodotti ( Mede in Italy) come alta Moda Prodotti Gastronomici Artigianato Ecc VITTORIO

  2. sulla todini non mi esprimo perchè la conosco poco ma sulla marcegaglia posso affermare che sarebbe un rischio enorme darle un minimo di potere oltre alla responsabilità dei servizi…

  3. Girala come vuoi cambia anche colore, forma attitudini; addirittura sesso dei manager, ma la situazione resta immutata. Chi comanda davvero è sempre la stessa "CONGREGA di MANEGGIONI BOIARDI FACCENDIERI GALOPPINI" e chi più ne ha più ne metta chiamata BUROCRAZIA.Sono sempre loro che appostati, dietro la giacca dei potenti di turno, sono pronti ha strattonarli per avere il loro tornaconto.Questo problema non è solo italiano, esiste ovunque, ma da noi è MICIDIALE perchè condiziona la vita del paese e favorisce il malaffare, la criminalità, la corruzione e la evasione fiscale in modo osceno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.