Keir Starmer, chi è il nuovo Primo ministro britannico che piace all’Elite globalista

Vediamo chi è Keir Starmer, che riporta il partito laburista al numero al governo dopo ben 14 anni dall’ultimo Premier, Gordon Brown.

I cittadini del Regno Unito (chiamarli sudditi è diventato offensivo) sono chiamati per l’ennesima volta alle urne per eleggere il nuovo Primo ministro. Anche questa volta non lo faranno a scadenza naturale del mandato, come da una quindicina di anni a questa parte, arco di tempo durante il quale sono stati interpellati sempre anzi tempo, tra scandali e perdite di maggioranza di chi era alla guida del paese.

Salvo incredibili novità, a vincere è Keir Starmer, che riporta così il partito laburista al numero 10 di Downing Street dopo ben 14 anni dall’ultimo Premier, Gordon Brown. La crisi per i laburisti è stata profonda, dopo gli anni d’oro di Tony Blair, il quale incarnava, insieme a Bill Clinton, la nuova sinistra mondiale, liberale e guerrafondaia.

In realtà, Keir Starmer rappresenta una continuità con i cosiddetti Lib Lab, dopo gli anni di guida radicale del partito da parte di Jeremy Corbyn.

Vediamo chi è Starmer.

Chi è Keir Starmer

Come riporta SkyTg24, Keir Starmer è figlio di un’infermiera e di un costruttore di utensili. E’ nato a Londra il 2 settembre 1962. Il suo destino è segnato nel suo nome: i genitori lo scelgono in omaggio a Keir Hardie, fondatore nel 1906 proprio del Partito Laburista.

Cresce a Oxted, nel Surrey, dove frequenta la Reigate Grammar School, poi intraprende gli studi in legge all’Università di Leeds e al collegio Saint Edmund Hall di Oxford. Dopo la laurea, nel 1987 inizia la carriera legale come barrister specializzandosi in diritti umani. Nel 2002 avanza al QC (Consiglio della Regina).

La sua carriera procede spedita: è Direttore della Procura britannica fino al 2013, mentre due anni dopo arriva il suo ingresso per la prima volta alla Camera dei Comuni. Durante la leadership di Jeremy Corbyn ricopre per due anni la carica di ministro-ombra per la Brexit. Altre nomine istituzionali successive gli valgono l’appellativo di “Sir“.

Presa la guida del partito Laburista dopo il ritiro di Corbyn, compie un’autentica epurazione, a partire proprio dall’ex leader Jeremy Corbyn insieme con altri esponenti dell’ala più radicale. Accusati di antisemitismo. Corbyn aveva infatti definito Hezbollah e Hamas suoi amici e ha sostenuto un boicottaggio totale di Israele. Una mossa che in Gran Bretagna – ombelico delle élite globaliste – non potevano fargli passare liscia.

Starmer diventa così il primo capo di partito proveniente dalla classe lavoratrice dai tempi di Margaret Thatcher, conservatrice, a sua volta figlia di commercianti. Un passato che a quest’ultima hanno sempre fatto pesare.

Inoltre, a quanto pare, il suo profilo “ordinario” e poco empatico viene poco apprezzato dall’elettorato laburista ma più da chi non vuole più leader scanzonati degli ultimi anni alla Boris Johnson o Liz Truss. Poco british style.

Anche la vita privata resta fuori dalla bagarre politica. Sposato con 2 figli, sua moglie viene definita “un fantasma” per le scarne apparizioni pubbliche.

Keir Starmer si è sempre detto contrario alla Brexit, e, una volta alla guida del paese, vorrebbe quanto meno rivedere dossier come migrazioni, cambiamento climatico e qualifiche professionali.

Starmer, un profilo perfetto per le élite globaliste

Come sottolinea The Jerusalem Post, sebbene sia la moglie ad essere ebrea, lui dice le preghiere del Sabato e educa i figli come ebrei. Il leader dell’opposizione afferma che i suoi figli vengono cresciuti “per riconoscere la fede” della famiglia del nonno. Vuole “recuperare il terreno perduto” tra partito e comunità ebraica.

Non a caso, ha espulso Corbyn ed altri dal partito perché contrari a Israele. Insomma, un profilo ideale di questi tempi per i burattinai del mondo.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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