Putin promuove Kadyrov a Generale: come cambia la guerra

Putin promuove Kadyrov a Generale: come cambia la guerra

La guerra in Ucraina si avvia verso il compimento dell’ottavo mese. Una gravidanza isterica che non può che non partorire qualcosa di orribile. I media occidentali fanno passare l’esercito russo come in difficoltà e autore di diversi errori.

Ma, probabilmente, la Russia ci sta andando volutamente piano per combattere anche una guerra di nervi con gli avversari, al fine di tenere sempre aperta la via diplomatica. La resistenza ucraina, foraggiata da Usa e Ue, va comunque applaudita.

Tuttavia, le recenti scelte di Vladimir Putin lasciano presagire la volontà del presidente russo di voler dare un’accelerata al conflitto. Ha infatti promosso a Generale Colonnello dell’esercito russo il leader ceceno Ramzan Kadyrov proprio nel giorno del suo compleanno.

Un bel regalo, non c’è dubbio, come premio alla fedeltà che Kadyrov ha sempre dimostrato a Putin. Come nel primo conflitto ucraino del 2014 e ancora prima contro la Georgia.

Chi è Ramzan Kadyrov

Per capire chi è Ramzan Kadyrov, basta solo dire che, come riporta Il Messaggero, sulla sua testa pendono ben 15 sanzioni. Lui stesso si era vantato di avere a carico più restrizioni del presidente siriano Bashar al Assad, di quello bielorusso Aleksandr Lukashenko e del leader nordcoreano Kim Jong-Un. Vale a dire almeno 70, considerando anche quelle a carico di familiari e collaboratori.

Di recente ha poi dichiarato di voler mandare sul fronte i suoi 3 figli minorenni, per insegnare loro come proteggere la propria famiglia, le persone e la patria. Certo, su di lui se ne dicono tante e quanto avviene per Kim Jong-Un dovrebbe lasciare qualche dubbio che spesso non si tratti di fake news.

Ma, aiutandoci con Wired, cerchiamo di capire chi è Kadyrov. Viene chiamato in 2 modi: Warlord, cioè signore della guerra. Ma anche Wardog, il cane da guerra di Putin, per il sostegno militare garantitogli da quando è alla guida della Cecenia.

Nell’ultimo decennio è stato più volte condannato per il suo governo autoritario e per le continue violazioni dei diritti umani, tra cui l’omicidio di un’importante giornalista e attivista per i diritti umani: Natalya Estemirova, uccisa nel 2009.

Ma facciamo un passo indietro. Approfittando del dissolvimento dell’Urss, negli anni ’90 la Cecenia tentò più volte di rendersi indipendente. Dando vita ad un primo conflitto nel 1994, quando alla guida della Russia c’era Boris Eltsin. E Putin volle chiudere la pratica soprattutto perché nel paese imperversava l’integralismo islamico (come oggi dice di voler eliminare i nazisti dall’Ucraina).

All’inizio del conflitto, Putin ricevette l’aiuto di Achmat Kadyrov, padre di Razman, musulmano sufi che vide nella collaborazione con la Russia un modo per salire al potere e contrastare il fondamentalismo islamico che andava diffondendosi nella regione. Allora come oggi, Putin definì quella una “operazione speciale“. Di fatto, fu il primo atto rilevante da presidente russo.

Il conflitto fu molto sanguinoso, con un numero di vittime civili stimato su un minimo di 10 mila unità, oltre a circa 31 mila minori bambini rimasti mutilati o con invalidità permanenti. Da contare poi i tanti profughi russi e ceceni costretti a lasciare la zona.

A termine del conflitto, Putin mise Kadyrov padre a capo della regione, ma fu assassinato meno di un anno dopo. Ramzan, allora appena ventisettenne, prese rapidamente il potere reprimendo brutalmente i rivali interni.

La Russia ha favorito la costruzione del paese, che oggi di fatto appare urbanisticamente impeccabile, un gioiellino si direbbe. Come accaduto ad altre ex repubbliche socialiste sovietiche, però, anche in Cecenia il fedelissimo di Putin locale ha trasformato il paese a sua immagine e somiglianza, una sorta di feudo medioevale.

Come può cambiare conflitto in Ucraina con promozione di Kadyrov

Kadyrov è alla guida di decine di migliaia di truppe note come Kadyrovtsy sotto il suo comando diretto. Non sono anche mancate molte critiche e sanzioni per la violazione dei diritti umani, anche a danno della comunità lgbt+.

Sta offrendo grande supporto alla Russia nel conflitto contro l’Ucraina, proprio come fatto in Georgia nel 2008 e in Ucraina orientale nel 2014.

Le truppe cecene sono state accusate di crimini di guerra, in particolare di aver preso parte al massacro di civili a Bucha. Un vero e proprio falco, dunque, che proprio in questi giorni ha suggerito a Putin di utilizzare le armi nucleari a corto raggio. Inoltre i ceceni sono grandi combattenti nelle zone più insidiose, come quelle boschive. Mentre si presentano meno efficaci nelle aree urbane.

Sicuramente Kadyrov può dare una sterzata al conflitto. Fosse per lui finirebbe allo scontro finale con gli ucraini. Ma, come ipotizzabile, dovrà sempre attenersi alla linea dettata da Putin. Del resto, rispetto ai tanti falchi che fanno parte dell’establishment russo e che spingono verso questa direzione, quest’ultimo può considerarsi un moderato. Quindi evocare e sperare nella sua rimozione, sarebbe come rimuovere una diga mentre è in corso la piena di un torrente.

Probabilmente, questa promozione è un atto simbolico. Un modo per far capire agli avversari ucraini e soprattutto occidentali che l’esercito russo agirà con maggiore decisione. O comunque ha questo nelle sue intenzioni.

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