Ecco la trama e la recensione di Joker 2, alias Joker: Folie à Deux. Piuttosto criticato sui Social.
Sui Social è partito il “dagli a Joker: Folie à Deux“, che qui per convenzione chiameremo semplicemente Joker 2. Tra recensioni serie e approfondite e post coloriti, si sprecano le stroncature al sequel di Joker. Film che ha riscosso un successo incredibile nel 2019, che narra la discesa verso l’inferno di un reietto della società: Arthur Fleck. Il quale, dopo tante vicissitudini inferte dalla società squallida e cinica in cui vive, finisce per trasformarsi per osmosi in un personaggio a sua volta spietato. Che non ha più nulla da perdere.
Certo, il regista Todd Philips aveva attinto a piene mani da pellicole cult del passato, come Taxi Driver e Re per una notte. Non a caso, entrambe di Martin Scorsese, che avrebbe dovuto in un primo momento produrre il film. Inoltre, altro fatto inequivocabile, la presenza di Robert De Niro. Protagonista in entrambi i film.
La riuscita di Joker fu anche dovuta alla magistrale, quanto scontata e puntuale, interpretazione di Joaquin Phoenix. Ora, nel sequel si narrano i fatti successivi a quelli visti nel primo capitolo, con Arthur Fleck nel manicomio criminale di Arkham Asylum, divenuto nel frattempo un simbolo di ribellione contro il potere. La regia è sempre di Phillips, ma è stato aggiunto un elemento in più: Lady Gaga al secolo Stefani Joanne Angelina Germanotta – cantante Pop ormai sempre più attrice. Anche in modo apprezzabile.
Nei vari rumors su Joker 2 si era parlato di un Musical e di un film totalmente diverso dal primo capitolo. Ma davvero Joker: Folie à Deux fa così pena come critica e pubblico sostiene?
Recensione Joker 2
Il film è incentrato soprattutto sul processo a cui è sottoposto Arthur Fleck dopo gli omicidi compiuti nel primo episodio. Sono chiamati in causa come testimoni in tribunale anche personaggi visti nel primo film, come la vicina con cui sognava di avere una relazione, e il collega presente quando uccide l’altro collega che gli aveva dato la pistola.
Ma la vera svolta della pellicola si ha quando, In una sessione di musicoterapia, incontra un’altra paziente, Lee Quinzel, che confessa di trovare nel suo alter ego, Joker, una fonte di ispirazione. Al punto da aver dato fuoco al condominio dove abitavano i suoi genitori. I due si innamorano quasi subito, per un’alchimia folle. Lee si trasforma dunque in Harley Quinn. E il film viaggia su questa falsariga, con momenti musicali in stile Musical.
Il lungometraggio è sicuramente spiazzante, soprattutto per tre elementi:
- l’inizio in stile cartone animato, una caratteristica delle pellicole asiatiche, soprattutto giapponese e coreana;
- i momenti in stile Musical, con un Joaquin Phoenix che mostra ulteriori doti oltre a quelle già mostrateci in oltre 30 anni di carriera;
- il finale, che ovviamente non sveliamo.
Insomma, Joker: Folie à Deux non è una ciofeca come soloni della critica cinematografica, e critici improvvisati solo per ottenere visuals su TikTok, vogliono far credere. E’ semplicemente diverso dal primo capitolo, tanto, forse troppo. Invece, andrebbe apprezzato il coraggio del regista di proporre qualcosa di diametralmente opposto rispetto al primo capitolo. Aspetto tutt’altro che scontato oggi, dove nessuno su alti livelli vuole rischiare più, dal cinema alla musica passando per la Tv, arroccandosi in una Confort zone senza più mettersi in discussione.
Certo, la pellicola viaggia su un ritmo lento che potrebbe non piacere, soprattutto a chi si aspetta follie da parte di Joker, in pieno stile Cavaliere oscuro. Così come i momenti musicali potrebbero infastidire. Ma qui è anche una questione di gusti personali.
Certo, il film sembra soprattutto celebrare il talento di Lady Gaga, la quale finisce per rubare la scena a quello che dovrebbe essere il vero protagonista.
La morale finale dell’opera ci dice che Arthur Fleck è diventato esso stesso vittima del personaggio. Anche in modo tragico.