La morte di John Lennon, inevitabilmente, sconvolse il Mondo. Soprattutto la frangia pacifista, che fece di John Lennon un proprio simbolo ed ambasciatore. Ma, ovviamente, anche il Mondo della musica, dato che fu, come noto, uno dei componenti dei Fab Four: i Beatles.
La prima Pop band della storia della Musica, che mise in piedi record su record e che compose meravigliosi brani. E dietro cui si nascondono anche vari misteri, come la simbologia soggiacente ai loro lavori (anche satanista). O il fatto che Paul McCartney fosse in realtà stato sostituito da un sosia perché morto investito da un auto.
Fu però proprio la nuova compagna di John Lennon, Yoko Ono, ritenuta responsabile della crisi prima e dello scioglimento poi del gruppo. Sebbene, molti analisti ritengano che il gruppo fosse già in crisi da tempo e che ciascuno perseguisse propri progetti paralleli.
Yoko Ono era già un’artista, musicista e cantautrice giapponese. Anche se per molti di dubbio talento. La quale raggiunse però la notorietà internazionale sposandosi e collaborando con Lennon.
Ma vediamo meglio cosa spinse Chapman ad uccidere John Lennon e chi è davvero Yoko [sta_anchor id=”lennon”]Ono[/sta_anchor].
Come fu ucciso John Lennon
Come detto, John Lennon fu ucciso da Mark David Chapman, l’8 dicembre 1980. Davanti alla propria abitazione newyorkese, sebbene morì dopo essere arrivato in ospedale.
Come riporta Wikipedia, Chapman aspettò Lennon davanti alla sua residenza, il palazzo The Dakota in Central Park a Manhattan (New York City). Quando il musicista uscì di casa, Chapman gli strinse la mano e si fece firmare un autografo sulla copertina di Double Fantasy. Il suo ultimo lavoro discografico. La scena – che a posteriori appare surreeale, alla luce di quanto accadrà qualche ora dopo – fu anche immortalata dal fotografo Paul Goresh.
Chapman rimase per ben 4 ore ad attendere che l’ex Beatles tornasse. Cosa che avvenne alle 22.52, insieme alla moglie Yoko Ono. A tal punto Chapman lo chiamò, rivolgendosi a lui con un «Ehi, Mr. Lennon!», esplodendogli contro cinque colpi di pistola. Quattro dei quali centrarono il bersaglio, uno fatalmente alla orta.
Inutile la corsa con l’ambulanza verso il Roosevelt Hospital. John Lennon fu dichiarato morto alle 23:15.
Al momento dell’omicidio, Chapman aveva con sé una copia de Il giovane Holden. Che lesse impassibile fino all’arrivo della polizia.
John Lennon perché fu ucciso
Mark David Chapman, classe 1955, aveva già avuto un trascorso complicato. Guardia giurata, aveva avuto problemi di tossicodipendenza, nonché problemi mentali. Tanto da aver anche subito un ricovero.
Alle autorità giudiziarie, dichiarò di essere stato fortemente influenzato dal romanzo di Salinger Il giovane Holden. Tanto da perseguire il modello antisociale del protagonista del libro. E leggerlo come nulla fosse accaduto fino all’arrivo della polizia.
Ma era stato anche un grande fan dei Beatles, fino alla ossessione per la figura di Lennon. Al punto da sposare, proprio un anno prima del suo crimine, una donna di origine giapponese. Proprio per emulare il suo idolo: Yōko Ono.
Tuttavia, negli anni Chapman iniziò pure a maturare un certo rancore verso John Lennon. Accusandolo di aver tradito gli ideali che aveva decantato nelle sue canzoni (da solista e coi Beatles). Scegliendo una vita comoda e borghese. Oltre a contrastare la credenza religiosa di Chapman.
Due furono le gocce che fecero traboccare il vaso. La prima, il libro “John Lennon: One Day at a Time”. Libro che ferì profondamente Chapman, poiché capì che Lennon aveva scelto la dolce vita in un elegante appartamento di New York. Proprio lui, l’artefice di tutte quelle canzoni di pace, amore e fratellanza aveva scelto di fare la vita del ricco.
Chapman provava comunque anche una grande invidia, per il fatto che Lennon avesse sfondato e lui no. Metaforicamente, immaginava lui e John “come due treni che correvano l’uno contro l’altro sullo stesso binario. Il suo “tutto” e il mio “nulla””.
L’altra goccia, di matrice religiosa, fu la canzone God, secondo la quale «Dio è solo un concetto col quale misuriamo il nostro dolore». Ma anche la stessa Imagine, dove lo stesso John affermava di sperare in un futuro dove non esistessero più religioni a dividere il mondo.
A questi due motivi principali, va anche aggiunta l’ipocrisia che Chapman vedeva in Lennon. Colui che decantava l’abolizione della proprietà privata («Imagine no possessions…»), quando in realtà faceva la vita del ricchissimo milionario.
Così decise che l’unica via per mettere fine a tutto ciò fosse proprio la sua uccisione.
Chi uccise John Lennon
Come detto, fu Mark David Chapman, nato a Fort Worth, il 10 maggio 1955. Guardia giurata, già con problemi psichici e con un trascorso da tossicodipendente. Grande fan dei Beatles, e di John Lennon in particolare, tanto da sposare anch’egli una giapponese.
Col tempo maturò però un forte rancore nei confronti di Lennon, reo, secondo lui, di aver tradito i valori decantati nei suoi brani. Ma anche per il suo ateismo professato, essendo invece Chapman un cattolico conservatore.
Perseguiva una vita asociale, influenzato dal Libro Il giovane Holden. Libro che lesse anche dopo aver ucciso Lennon, attendendo l’arrivo della polizia.
Mark David Chapman sta scontando il suo ergastolo.
Yoko Ono chi è davvero
Chi è Yoko Ono? Oltre a moglie di John Lennon, è un artista. Si dice. Più precisamente, le note biografiche parlano di “artista visuale, concettuale, musicale”. Che vor dì? Direbbero a Roma.
In realtà, molti la descrivono un po’ diversamente. Ovvero, come colei che ha sfasciato i Beatles (c’è anche una simpatica parodia de I Simpson, dove Barney, vestito da Ono, sfascia il gruppo de I Re acuti. Realizzato insieme a Homer, Apu e Skinner). Ma anche colei che ha spinto John Lennon all’imborghesimento (una delle principali cause, come visto, del gesto folle di Chapman) e a produrre una serie di lavori minori.
Come ricorda Max Del Papa sul Blog di Nicola Porro, Yoko Ono, è figlia di banchieri, allevata tra tate giapponesi e servitù assortita. Una di quelle che da ragazza ha come principale impegno, per dirla alla Moretti, quello di “fare cose, vedere gente”. Anche se, nel suo caso, rigorosamente a un certo livello.
Il tutto finché, tra un incontro ed un altro, conosce il Beatles “intelligente”, ammaliandolo e folgorandolo sulla via dell’impegno politico e sociale. Mettono così in piedi una delle sit-com più ipocrite del rock e del ventesimo secolo. Del resto, siamo negli anni ‘70, quelli del pacifismo misto all’amore libero e alle droghe leggere. Simbolismi che la coppia sposò e incarnò in piedi.
I bed-in pacifisti e le tenute americane, le invettive contro la guerra e i contratti miliardari, l’impegno e l’impugno, le lagne manifesto, Imagine all the people. Quella che viene trasmessa dopo ogni strage. Diventato però inno, forse involontariamente, di quella globalizzazione che ha finito per aumentare il divario tra i ricchi e i poveri del Mondo. Anziché mescolare le culture e abbattere il divario.
Yoko Ono, vate del pacifismo, della libertà, della tolleranza, dell’egualitarismo e del perdono. Tranne che per Marc Champman, che ha chiesto per ben 11 volte la libertà vigilata in 40 anni di prigionia e ormai ne ha 65 anni. Anzi, secondo il legale di quest’ultimo, Jonas Herbsman, ad influire sempre sulla commissione per la libertà vigilata sia stata sempre lei.
Anche a distanza di decenni. Quando a volte l’odio e il rancore, soprattutto sopraggiunta una certa età, fa spazio al ragionamento e, appunto, al perdono. In modo ancora più facile in una come lei. O, almeno, nel personaggio che si è creato.
Tra due anni Chapman, quando ne avrà 67, chiederà molto probabilmente una nuova istanza di scarcerazione. E Yoko Ono ne avrà 90. Il perdono sarebbe un bel gesto, seppur tardivo. Anche se non servirebbe a cancellare decenni di ipocrisie. Né tanto meno, di sicuro, i tanti milioni di dollari sul suo conto corrente bancario. Moltiplicatisi anche grazie a quella dannata sera dell’8 dicembre 1980.
La teoria di John Lennon ucciso dalla Cia
Sulla morte di John Lennon, come accade per ogni leggenda della musica o del Cinema che si rispetti, sono state create anche tesi alternative. Oggi definibili complottiste.
Si va dalla teoria degli alieni a quella di Stephen King, fino alla Cia. Le prime due sembrano alquanto estreme e improbabili, mentre più interessante risulta essere la terza. Dato che la CIA, durante la Guerra Fredda, ne combinava di ogni.
Come riporta r3m (dove potete trovare anche le altre teorie complottiste sulla uccisione di Lennon), all’interno del libro “Who Killed John Lennon?”, Fenton Bresler affermava che Chapman fosse stato plagiato dalla CIA mentre si trovava a Beirut.
Lo studente sarebbe stato drogato in base al programma MK-Ultra, nato con l’obiettivo di militarizzare la psichiatria e le droghe. Motivo? Facile da capire. Per le posizioni pacifiste, anti-nucleari e in favore degli operai dei cantieri navali di John.
Nel 1972, l’artista dichiarò che, se fosse successo qualcosa di brutto a lui e a sua moglie, non sarebbe stato un semplice incidente. Lennon avrebbe previsto la sua morte in diversi brani, parlando anche di un ipotetico angelo della distruzione.
John Lennon ucciso per aver visto alieni
Riguardo le altre, quella relativa agli alieni vuole che John Lennon sia stato ucciso dopo aver dichiarato di aver visto un UFO dalla sua abitazione di New York. All’epoca – come oggi – gli ambienti della Casa bianca trattano la questione Ufo sempre con un alone di mistero e censura. Dunque, una tale rivelazione fatta da un personaggio così noto, era alquanto compromettente.
I fatti risalirebbero al 1974 e sarebbero stati confermati anche dall’ex fidanzata del cantante, May Pang. Inoltre, l’ex Beatles aveva anche dichiarato di essere stato pure rapito dagli alieni.
Cosa confermata pure da un certo Larry Wallen e dal sensitivo di origini israeliane Uri Geller.
Inoltre, pare che sia stata proprio l’ossessione per gli alieni ad averlo spinto ad abbandonare gradualmente la musica.
La teoria di John Lennon ucciso da Stephen King
Ma c’è un’altra teoria, ancora più surreale, secondo la quale ad uccidere John Lennon sarebbe stato lo scrittore di tanti capolavori del brivido Stephen King. Mentre Chapman sarebbe stato un semplice capro espiatorio. A spingerlo verso questo folle gesto sarebbero stati i presidenti americani repubblicani Nixon e Reagan.
John Lennon padre violento ed infedele
Ma a parte Yoko Ono, qualche anno fa sono emersi aneddoti non proprio belli sullo stesso ex Fab Four.
Come riporta Blasting News, infatti, dai documenti del divorzio tra Lennon e l’ex moglie Cynthia, sono emersi lati di un personaggio del tutto lontano da quello più noto. Il documento è costituito da 5 pagine ed è stato diffuso da una casa d’aste britannica. Redatto nel 1968 dagli avvocati della ex moglie, basandosi sulla testimonianza della loro collaboratrice domestica. Certa Dorothy Jarlett.
Dai verbali emerge infatti un John Lennon violento col figlio, che all’epoca aveva solo 5 anni, preda di attacchi isterici provocati dall’uso massiccio di maijuana. Dorothy parla anche di sacchetti di erba lasciati ovunque in casa.
Ma ne viene fuori anche il ritratto di un marito infedele, tanto che la loro unione matrimoniale entrò in crisi dopo 5 anni. Quando il cantautore tradì sua moglie proprio con Yoko Ono, dalla quale aspettava pure un figlio. Ma non fu l’unica donna con la quale la tradì.
Fu proprio l’infedeltà che portò Cinthya a divorziare da lui nel febbraio del 1968. dopo 6 mesi di continui litigi. Alla fine, Lennon si impegnò a versare alla coniuge ben centomila sterline, cedendole anche la custodia del figlio.
Certo, parliamo di documenti di parte, prodotti dall’avvocato della moglie di John Lennon. Quindi vanno presi con le molle.
è bene distinguere sempre chi è stato ucciso da chi non morirà mai
john lennon era un essere umano con pregi e difetti, era giovane ancora in piena evoluzione, diventato molto ricco in poco tempo la scoperta delle droghe l’evoluzione di tutto era l’inizio di una era che presto divento una vera e propia rivoluzione sociale e culturale le sue canzoni erano quello specchio di lui dove forse non riusciva a essere quello che scriveva di voler essere se sarebbe arrivato a oggi a nostri tempi moderni avremo potuto conoscerlo definitivamente dunque musicalmente e stato un grande compositore autore e cantante di canzoni non facile da dimenticare addio john addio