Joe Biden, sta nascendo un governo burattino del colosso finanziario Blackrock

Dopo i fattacci del 6 gennaio, il Mondo sta accogliendo con sempre più favore l’ingresso alla Casa Bianca di Joe Biden. Vecchietto attempato che, insieme alla vice donna di colore Kamala Harris, sta spingendo molti a credere in un futuro per il mondo degno di uno spot della Mulino bianco.

Ho già parlato del lato guerrafondaio di Joe Biden e per lo stesso rimando all’apposito articolo. Qui invece mi preme sottolineare le prime nomine che il futuro presidente Usa sta facendo. Le quali stanno trasformando il futuro governo che guiderà in una succursale del colosso finanziario Blackrock.

Un nome oscuro, che ben si addice a quello che rappresenta: il fondo più grande al mondo con asset gestiti per 7mila miliardi di dollari e partecipazioni praticamente in tutte le multinazionali finanziarie o industriali del mondo. Un fondo che rispetta tutt’altro l’ambiente, come invece Biden vorrebbe fare a parole dopo il “pericoloso” Trump.

Ecco chi sono i tre personaggi che affiancheranno Biden. Un vizietto tutto democratico…

Joe Biden nomine legate a Blackrock

blackrock

Come riporta Il Fatto quotidiano, l’ultima nomina è quella di Micheal Pyle, che dovrebbe ricoprire la carica di capo economista del team della vice presidente Kamala Harris. Al momento Pyle è responsabile delle strategie globali di investimento di Blackrock.

Pyle è in buona compagnia, dato che raggiunge Brian Deese, ex responsabile degli investimenti sostenibili del fondo, che diventerà direttore dei consiglieri economici di Joe Biden. Nonché Wally Adeyemo, ex responsabile dello staff di Blackrock che assumerà la carica di vice segretario al Tesoro, con una responsabilità diretta per quanto riguarda i temi di regolamentazione finanziaria.

Per Deese di tratta in realtà di un ritorno, avendo lavorato per l’amministrazione Obama prima di approdare alla finanza. Il suo ruolo di responsabile degli investimenti sostenibili non è privo di ombre, dato che Blackrock è stata spesso criticata per la scarsa inclinazione green delle società che gestisce. Tra l’altro, molte attive nel settore petrolifero.

Ma Blackrock ha già radici solide nel giardino della White House. L’attuale amministratore delegato Larry Fink sarebbe probabilmente diventato segretario del Tesoro nel caso in cui Hillary Clinton avesse vinto le elezioni del 2016. Secondo molti analisti, Blackrock avrà uomini di fiducia nelle posizioni chiave quando si tratterà di decidere su materie come le regolamentazione della finanza.

Non solo Blackrock per Biden

joe biden foto

A ricoprire la carica nell’amministrazione Joe Biden sarà l’ex presidente della Federal Reserve Janet Yellen. La quale nell’ultimo biennio ha incassato qualcosa 7,2 milioni di dollari per i suoi interventi agli incontri di multinazionali e grandi banche. Tra le società per le quali ha svolto da oratrice, ricordiamo colossi come Goldman Sachs, Ubs, Credit Suisse, Barclays, Google.

E sempre in tema Biden, il nuovo segretario di Stato, Antony J. Blinken, ha guadagnato 1,2 milioni di dollari grazie a consulenze per Facebook, Boieng oltre che per il fondo statunitense Blackstone e per la banca d’affari francese Lazard.

Anche i suoi predecessori hanno attinto dall’alta finanza

barack obama foto

Ma quella che viene chiamata “la più grande democrazia del mondo” non è altro che fondata su un sistema elettorale contorto, diseguale e gestita dai grandi capitali. Anche i predecessori di Biden hanno fatto ricorso a personaggi di spicco dell’alta finanza. Confermandosi autentici burattini nelle mani dei grandi interessi finanziari.

I precedenti sono tanti. Il segretario al Tesoro dell’amministrazione Bush, Henry Paulson, era l’amministratore delegato di Goldman Sachs. Quello di Barack Obama, Timothy Gheithner è oggi presidente di Warburg Pincus, multinazionale del private equity.

Sempre Obama, dipinto dai progressisti come l’uomo del cambiamento, ha inserito nel suo staff consiglieri di Bill Clinton che avevano promosso la deregolamentazione finanziaria. Salvando dunque le banche dopo lo scandalo sub-prime del 2008. E, al contempo, ha fatto poco per le persone che da quelle stesse banche si vedevano portar via la casa.

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