Joe Biden chi è davvero: un guerrafondaio mascherato di buonismo

Joe Biden è il nuovo Presidente degli Usa. Ad annunciarlo la CNN, essendosi aggiudicato la decisiva sfida con Trump nella Pennsylvania. Arrivando a 284 grandi elettori.

Biden si trova dunque inquilino alla Casa Bianca senza neanche sapere come. Aiutato molto dal Covid-19, che ha stravolto l’esito elettorale. Nettamente favorevole per Trump fino a febbraio scorso.

Joe Biden, vecchietto tranquillo che non a caso The Donald chiama “Sleepy“, dà, ma solo all’apparenza, un senso di grande tranquillità ed affidabilità. Preferito soprattutto da persone di colore, ambientalisti e giovani progressisti. Oltre che dalle lobby farmaceutiche e militari che con Trump sono state messe nell’angolo.

Oltre all’amicizia con Bill Gates (grande sostenitore del prossimo inquietante vaccino per il Covid-19, ne ho parlato qui), infatti, il passato di Biden parla chiaro: un grande sostenitore di tutte le guerre americane dagli anni ’90 ad oggi.

Ecco chi è veramente Joe [sta_anchor id=”joe”]Biden[/sta_anchor].

Joe Biden chi è davvero

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Come riporta Database Italia, Joe Biden è stato un grande sostenitore della guerra in Kosovo del marzo 1999. Contro Serbia e Montenegro. La successiva operazione aerea della NATO di 78 giorni ha avuto scarso impatto sulle forze armate serbe, ma ha devastato le infrastrutture del paese e ha ucciso centinaia di civili. Oltre ad aver provocato in Serbia molte successive morti per cancro complice l’uranio impoverito adottato.

Aveva dipinto quelle persone come: “analfabeti degenerati, assassini di bambini, macellai e stupratori.

Non contento, nel maggio 1999, al culmine dell’attacco aereo della NATO, ha chiesto pure l’introduzione di truppe di terra statunitensi (“dovremmo annunciare che ci saranno vittime americane”) seguite da “un’occupazione in stile giapponese-tedesca“.

Alla fine i bombardamenti cessarono nel giugno 1999, quando l’allora uomo forte serbo Slobodan Milošević acconsentì all’occupazione internazionale temporanea del Kosovo- A condizione però che la provincia rimanesse parte della Serbia, come codificato nella risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Era una promessa che gli Stati Uniti e La NATO, per non parlare della loro concubina dell’Unione Europea (UE), non aveva intenzione di mantenere.

Sotto il naso dell’occupazione NATO, i teppisti dell’UCK apparentemente smobilitati hanno avuto praticamente libero sfogo per terrorizzare la popolazione serba, due terzi dei quali furono cacciati insieme a ebrei e rom. Il resto si rifugiò in enclave dove rimangono fino ad oggi.

Chiese e monasteri cristiani ortodossi, molti dei quali vecchi di secoli, erano obiettivi particolari per la distruzione e la profanazione. Ai comandanti dell’UCK – che erano anche i boss della mafia albanese del Kosovo che trattava schiavi del sesso, droga, armi e persino organi umani – furono affidati all’amministrazione locale.

Oggi il Kosovo è diventato, paradossalmente, un terreno di reclutamento privilegiato per l’ISIS .

Naturalmente, dietro la guerra in Kosovo c’erano i soliti interessi economici. I sussidi piovuti da Ue e Usa, hanno di fatto reso questo staterello uno dei più grandi “paesi” beneficiari di assistenza pro-capite estera nel mondo.

Tra i principali avvoltoi troviamo l’ex segretario di Stato Madeleine Albright, imprenditrice, un importante motore della politica ostile dell’amministrazione Clinton.

Albright ha cercato di incassare centinaia di milioni di dollari sulla vendita della società di telefonia mobile PTK, originariamente una società statale jugoslava che è stata “privatizzata” (cioè, rubata) nel 2005 come società per azioni. Ma che in seguito ha abbandonato la sua offerta quando ha attirato pubblicità indesiderata.

A caccia delle ricchezze del Kosovo c’era anche l’ex comandante supremo della NATO e capo operativo della guerra in Kosovo, il generale Wesley Clark. Ma con meno sorte.

Ecco un video nel quale il senatore Biden, incalzato dal suo collega repubblicano di origine albanese, Joe Dioguardi, inneggiava al bombardamento di Belgrado:

Ricordiamo anche che l’Italia ha collaborato in maniera decisiva a quelle operazioni militari. Visto che i cacciabombardieri partirono dalle nostre basi. Al Governo c’era un altro finto governo di sinistra: quello guidato da D’Alema.

Joe Biden dovrebbe essere circondato da personaggi come:

  • Nicholas Burns
  • Antony Blinken
  • Michele Flournoy
  • Evelyn Farkas
  • Anne-Marie Slaughter

tutti personaggi collegati alle operazioni militari americane in Bosnia, Kosovo, Iraq, Libia, Ucraina, Siria. Tutte incoraggiate da Joe Biden.

Grazie a questi signori, venivano a cadere diversi pilastri diplomatici nel vecchio continente eretti dal dopoguerra. Eccone alcuni elencati da Diritti globali:

1) È la prima guerra che si è combattuta sul suolo europeo dalla Seconda guerra mondiale,

2) È la prima volta che viene stracciato brutalmente un accordo internazionale considerato uno dei pilastri dell’ordine postbellico: quello di Helsinki, siglato nel quadro dell’Osce, secondo cui i confini degli stati continentali devono essere considerati intangibili.

3) È stata la prima volta che tutti gli stati dell’Alleanza atlantica non si sono limitati a subire l’iniziativa americana. ma si sono attivati direttamente mettendo a disposizione uomini, mezzi, basi, spazi aerei.

5) Per l’Italia è stata la prima volta che ufficialmente è stata cancellata la costituzione. Dato che, sebbene l’art.11 lo vieti esplicitamente, il nostro paese ha partecipato in prima persona alla guerra contro Belgrado.

Come riporta Wikipedia, Human Rights Watch ha calcolato fra 489 e 528 le perdite di civili jugoslavi causate dai bombardamenti.

Nel 2018 le autorità della Serbia, denunciando un incremento dei casi di tumore fra i bambini i cui genitori sono nati negli anni novanta, hanno annunciato l’istituzione di un’apposita commissione d’indagine sulle conseguenze dei bombardamenti all’uranio impoverito della NATO.

Chi è Joe Biden

joe biden foto

Come riporta Wikipedia, Joseph Robinette Biden Jr. è stato il 47° vicepresidente degli Stati Uniti con Barack Obama dal 2009 al 2017.

Membro del Partito Democratico, egli è stato senatore degli Stati Uniti per il Delaware dal 1973 al 2009.

Cresciuto a Scranton, Pennsylvania, e nella contea di New Castle, Delaware, Biden ha studiato all’Università del Delaware prima di conseguire la laurea in giurisprudenza presso la Syracuse University nel 1968.

È stato eletto consigliere della contea di New Castle nel 1970 ed è diventato il sesto senatore più giovane del Storia americana quando è stato eletto al Senato degli Stati Uniti dal Delaware nel 1972.

Biden è stato un membro di lunga data della Commissione per le relazioni estere del Senato, e alla fine il suo presidente. Si è opposto alla guerra del Golfo nel 1991, ma ha sostenuto l’espansione dell’alleanza NATO nell’Europa orientale e il suo intervento nelle guerre jugoslave degli anni ’90.

Ha sostenuto la risoluzione che autorizza la guerra in Iraq nel 2002, ma si è opposto all’aumento delle truppe statunitensi nel 2007. Ha anche presieduto la commissione giudiziaria del Senato dal 1987 al 1995, occupandosi di politica sulla droga, prevenzione della criminalità e questioni relative alle libertà civili.

Ha guidato gli sforzi per far passare il Violent Crime Control and Law Enforcement Act e il Violence Against Women Act, e ha supervisionato sei udienze di conferma della Corte Suprema degli Stati Uniti, comprese le udienze controverse per Robert Bork e Clarence Thomas.

Ha corso senza successo per la nomina presidenziale democratica nel 1988 e di nuovo nel 2008.

Biden è stato rieletto al Senato sei volte ed è stato il quarto senatore più anziano quando si è dimesso per servire come vice presidente di Obama dopo aver vinto le elezioni presidenziali del 2008. Obama e Biden sono stati rieletti nel 2012.

In qualità di vice presidente, Biden ha supervisionato la spesa per le infrastrutture nel 2009 per contrastare la Grande Recessione. I suoi negoziati con i repubblicani del Congresso hanno aiutato a far passare la legislazione, incluso il Tax Relief Act del 2010, che ha risolto un blocco fiscale; il Budget Control Act del 2011, che ha risolto una crisi del tetto del debito; e l’American Taxpayer Relief Act del 2012, che ha affrontato l’imminente “scogliera fiscale”.

Ha anche guidato gli sforzi per approvare il nuovo trattato START Stati Uniti-Russia, ha sostenuto l’intervento militare in Libia e ha contribuito a formulare la politica statunitense nei confronti dell’Iraq attraverso il ritiro delle truppe statunitensi nel 2011.

Dopo la sparatoria alla scuola elementare di Sandy Hook, ha guidato il Gun Violence Task Vigore. Nel gennaio 2017, Obama ha conferito a Biden la medaglia presidenziale della libertà con lode.

Nell’aprile 2019, Biden ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2020 e ha raggiunto la soglia di delegati necessaria per garantire la nomina democratica nel giugno 2020.

L’11 agosto ha annunciato il senatore americano Kamala Harris della California come suo eventuale vice alla Casa bianca. Ecco chi è.

Qui ho anche parlato dello scandalo che riguarda lui e suo figlio in Ucraina.

Biden programma

joe biden programma

Qual è il programma di Joe Biden? Come riporta Avvenire, le priorità del programma di Sleepy sono tante: Sanità, clima, bando anti-islam, Nato, nucleare iraniano. In netta contrapposizione con chi lo ha preceduto.

Politica estera

Porrò subito termine al bando anti-islam nel primo giorno di lavoro e lavorerò con il Congresso per approvare una legislazione sui crimini d’odio

la promessa lanciata lo scorso luglio da Biden.

Del «Muslim ban» – su cui s’intersecano le politiche dell’immigrazione e la lotta al terrorismo – Trump aveva fatto una bandiera. Subito bloccato dai ricorsi sull’incostituzionalità di un divieto d’ingresso per i cittadini di Paesi a maggioranza musulmana, il bando era stato più volte riscritto e lasciato infine in vigore dalla Corte Suprema.

Tenterà di riavvicinarsi presumibilmente alla Cina. Ricucirò i rapporti diventati molto tesi con Trump con l’Unione europea e i vicini Messico e Canada. Mentre contrasterà di nuovo la Russia.

In Medioriente, visto il suo passato, non è da escludere un ritorno all’interventismo militare. Tipico dei governi demo-repubblicani.

Sanità

Riguardo la gestione del coronavirus, sull’agenda di Biden c’è l’immediato ritorno degli Usa nell’Oms, abbandonata da Trump perché accusata di essere troppo filo–cinese nella gestione della pandemia.

Obiettivo del democratico è un taglio netto con il negazionismo e le posizioni anti–scienza e l’avvio di un piano nazionale per la lotta al coronavirus, con un consistente pacchetto di aiuti a famiglie e imprese in difficoltà.

Nelle sue intenzioni c’è anche un obbligo nazionale dell’uso della mascherina, anche se toccherebbe poi alle autorità locali l’ultima parola sulla sua implementazione, e l’aumento di test e tracciamento dei contagi.

Biden seguirà maggiormente le disposizioni di Fauci e probabilmente imporrà maggiori Lockdown.

Ambiente

Anche sul fronte della lotta al riscaldamento globale la differenza rispetto a Trump è totale.

Oggi l’amministrazione Trump ha ufficialmente abbandonato l’accordo di Parigi sul clima. Ed esattamente tra 77 giorni un’amministrazione Biden vi rientrerà

aveva twittato il democratico nel giorno in cui gli Usa erano usciti formalmente dall’intesa nata per combattere a livello globale gli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici.

Biden è quindi pronto a rimettere gli Usa sulla traiettoria dei tagli alle emissioni inquinanti.

L’ex vice di Obama punta anche a far rientrare gli Usa in un altro importante accordo internazionale al fianco degli alleati Ue, quello sul nucleare iraniano, in base al quale Teheran aveva aderito a restrizioni sulle sue attività nucleari in cambio di un allentamento delle sanzioni economiche.

Biden, se sarà presidente, spingerà per l’estensione della riforma sanitaria Obamacare, per quattro anni sotto attacco da parte di Trump che ne ha limitato gli effetti.

Politica interna

Biden punta all’avvio di una riforma della polizia, con l’obiettivo di dare ascolto a quanti in questi mesi hanno protestato dopo le uccisioni di afroamericani per mano di agenti bianchi. Il tutto, per accontentare il movimento Black lives matter, decisivo per la sua vittoria probabile.

Biden dovrà però fare i conti con un Congresso non totalmente amico. I democratici hanno mantenuto la Camera, ma con pochi voti in più, mentre in Senato la maggioranza è repubblicana (sarà, come si dice in gergo, quindi una “anatra zoppa”).

Inoltre, le cose potrebbero ulteriormente complicarsi nel 2022. Quando ci saranno le elezioni di mid-term e occorrerà rivotare per le camere. Ed in genere, questa tornata elettorale è più ostile per chi è in carica.

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