Il Dipartimento delle Finanze ci fa sapere, tramite le statistiche sulle dichiarazioni dei redditi relative all’anno 2008 (presentate dai cittadini nel 2009), che circa la metà dei contribuenti italiani non va oltre un reddito dichiarato di 15.000 euro l’anno, e i due terzi non superano i 20.000 euro. I contribuenti «paperoni», sopra i 100.000 euro sono invece meno dell’1%. Il reddito medio annuo è invece di quasi 19 mila euro, con la Lombardia che vanta la media redditi più alta e la Calabria la più bassa.
Se a questi dati aggiungiamo il fatto che secondo la Caritas, un italiano su 4 supera la soglia di povertà, ci si accorge facilmente che l’Italia è un Paese che si sta impoverendo, in cui la classe sociale “media” (quella che guadagna poco più di 1000 euro mensili annui) scivola sempre più, andando a formare una classe “medio-bassa”, che nel suo insieme si può considerare il 60-70% della popolazione italiana.
Ma a fronte di questi dati allarmanti, desta preoccupazione e avvilimento il fatto che un Paese del genere abbia come Premier uno dei pochi cittadini (l’1%) che supera i 100 mila euro di reddito annuo. E il tutto mi fa venire in mente le grandi dinastie Monarchiche europee del 1600-1700, le quali sguazzavano nell’oro ma al contempo erano venerate dal popolo che pativa la fame; per ignoranza e ascritta devozione, ovviamente.
(Fonte: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201003articoli/53722girata.asp)