ITA-Lufthansa, arriva sì Ue: l’amaro destino scritto di Alitalia è compiuto

ITA-Lufthansa, arriva sì Ue: l’amaro destino scritto di Alitalia è compiuto

Vediamo nei dettagli in cosa consiste il progetto ITA-Lufthansa e cosa cambia per la ormai ex compagnia di bandiera.

E alla fine, la compagnia di bandiera, o ciò che ne rimane rispetto a cosa era quando nacque nell’ormai lontano 1946, è finita in mani straniere. Ci hanno provato i vari governi susseguitisi dagli anni ’90 in poi a mantenerla statale e italiana, ovviamente presentando poi il conto salato ai cittadini italiani. Mentre i manager hanno potuto continuare a beneficiare di lauti stipendi e pensioni d’oro, nonostante la gestione scellerata che ha portato al disastro che Alitalia è diventato oggi.

Fu proprio un governo di destra nel 2009, molto simile a quello di oggi, a negare la prima importante cessione di Alitalia a una compagnia straniera, all’epoca Air France. Nacque così CAI, con una cordata guidata da un gruppo di imprenditori italiani, che ben presto si dileguò. Poi tanti altri tentativi di vendita, fino alla nascita di ITA e a un altro fallito rilancio.

E alla fine, quel che resta della compagnia di bandiera italiana, sarà ceduta alla tedesca Lufthansa. In un’operazione che ha ottenuto anche il beneplacito dell’Unione europea. Per un programma di graduale accorpamento che si protrarrà fino al 2033.

ITA-Lufthansa: i dettagli dell’operazione

Come riporta nel dettaglio Il Corriere della sera, l’operazione prevede la cessione a Lufthansa del 41% di ITA, ma, al contempo di allargare il consiglio di amministrazione di Ita dagli attuali 3 membri a 5. Sebbene le 2 new entry saranno di nomina tedesca.

Il ministero dell’economia e delle finanze nominerà il presidente, mentre Lufthansa sceglierà l’amministratore delegato (in pole per questo ruolo c’è Joerg Eberhart, ex capo delle strategie del colosso e presidente di Air Dolomiti).

Le due compagnie dovrebbero convolare a nozze nei primi giorni del 2025. Nel primo anno il colosso punta ad arrivare al 20-30% delle sinergie di gruppo con:

  • l’introduzione dei codeshare;
  • l’ottimizzazione dell’hub (Roma Fiumicino si aggiungerà a Francoforte, Monaco, Zurigo, Vienna e Bruxelles) e della rete di collegamenti;
  • l’armonizzazione dell’offerta commerciale e delle vendite;
  • l’accesso alle lounge di Lufthansa;
  • l’integrazione di «Volare», il programma fedeltà di Ita, in quello del colosso «Miles & More»;
  • le efficienze nelle operazioni e nella gestione del cargo;

Verso il 2026, Lufthansa avrà la possibilità di salire dal 41 al 90% di Ita sborsando, stavolta versandoli nelle casse del Mef, altri 325 milioni di euro. Se Ita dovesse raggiungere alcuni risultati buoni allora scatterebbe per il dicastero anche il riconoscimento di un «earn out» di 100 milioni di euro.

In generale, entro il 2027, Lufthansa dovrebbe controllare ITA fino al 70-80%, in questo modo:

  • con l’ingresso di Ita in Star Alliance e nelle joint venture di Lufthansa (in particolare A++ che i tedeschi gestiscono con United Airlines e Air Canada sui voli transatlantici);
  • con l’ottimizzazione dei contratti di leasing degli aerei e della loro manutenzione;
  • con l’armonizzazione dell’infrastruttura tecnologica dell’azienda e del procurement (cioè l’acquisto delle merci, dei servizi e delle materie prime necessarie).

L’operazione dovrebbe concludersi definitivamente entro il 2033, quando Lufthansa potrà rilevare dal Mef anche il restante 10% di Ita, spendendo 79 milioni di euro. Ciò significa che la compagnia tedesca avrà pieni poteri su:

  • gestione della flotta nella sua completezza e la manutenzione (Lufthansa ha una società dedicata che si chiama Technik).
  • il finanziamento per i piani di sviluppo ed espansione;
  • la proprietà centralizzata degli aerei (con relativi vantaggi economici);
  • la gestione della flotta nella sua completezza e la manutenzione (Lufthansa ha una società dedicata che si chiama Technik).

Insomma, resta l’amarezza per come sia finita la vecchia Alitalia. Ma ormai era tenuta da troppo tempo in coma farmacologico sulle spalle degli italiani.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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