INFLUENZA A. CI STANNO DICENDO DAVVERO TUTTO?

Influenza suina (in inglese swine influenza o swine flu) è il termine con cui ci si riferisce ai casi di influenza provocati da trasmissione endemica di Orthomyxovirus dai suini all’uomo; se fino a febbraio di quest’anno vi è stata la convinzione che il Virus colpisse solo persone che sono state a contatto con i suini, dall’aprile 2009 tale virus ha cominciato a diffondersi in Messico in maniera anormale tra gli esseri umani, ed è stata dimostrata inoltre la trasmissione da essere umano ad essere umano. Si tratta di una variante di tale influenza, definita “influenza A sottotipo H1N1”.

I sintomi di tale virus sono quelli tipici dell’influenza: febbre improvvisa (di norma superiore a 38 °C), e manifestazioni respiratorie (tosse, mal di gola, raffreddore) associati ad almeno uno dei seguenti sintomi: febbre alta, tosse, mialgia ed artralgia, letargia e mancanza di appetito. Alcune persone colpite dal virus hanno anche riferito di mal di gola, nausea, vomito e diarrea (in particolare nei bambini) mal di pancia.
Non ci sono invece ancora dati certi su come possa avvenire la trasmissione tra esseri umani, anche se i medici ci consigliano di lavare spesso le mani e di non portarle al tatto con naso e occhi se si è in luoghi pubblici, come gli autobus, aule, uffici, ecc.
In Italia, dal maggio scorso, sono oltre 15mila le persone che hanno contratto il virus, di cui 18 hanno perso la vita; per ora la città più colpita (e ti pareva) è Napoli, con otto deceduti, quasi tutti aventi già una situazione salutare critica. Dico quasi tutti, perché ad esempio a Pompei è morta venerdì scorso una ragazzina di 11 anni, Emiliana D’Auria, che non presentava alcuna patologia cronica; oppure Serafina Buonocore, la donna di 42 anni deceduta ieri. Nell’ospedale Cotugno di Napoli (presidio regionale di riferimento per i casi più gravi), sono attualmente ricoverati 43 pazienti, 5 dei quali in rianimazione. Per non parlare del panico che ha colpito la popolazione, recatasi in massa nei Pronto soccorso al primo sintomo influenzale.
Non scherza la Sicilia, dove dal 27 luglio al 18 novembre, sono stati accertati 175 casi.
Il piano di vaccinazione, prevede da ottobre, la somministrazione destinata al personale di assistenza ospedaliera pubblica e privata, territoriale, di case di riposo (Rsa) e farmacie. Un certo quantitativo di vaccino è stato previsto anche per operatori sanitari di centri privati e/o stabilimenti termali. Dopo questa prima tranche, toccherà agli addetti a servizi di emergenza e pubblica utilità (come personale di servizi pubblici, vigili del fuoco, personale della scuola, personale dei trasporti, donatori di sangue), per le persone dai 6 mesi ai 65 anni con patologie croniche, e quindi a rischio di sviluppare complicanze in caso di contagio, e per le donne nel 2° e 3° trimestre di gravidanza.
Infine, la vaccinazione contro l’influenza A verrà proposta a minori ospitati in strutture residenziali; bimbi che frequentano l’asilo nido; mamme di bimbi di età inferiore a 6 mesi; bimbi nati gravemente pre-termine di età compresa tra i 6 e i 24 mesi.
Da gennaio, verranno interessati dal programma di vaccinazione tutti i soggetti di età fra i sei mesi e i ventisette anni; mentre per gli ultrasessantacinquenni basterà fare il vaccino normale contro l’influenza stagionale, avendo i loro organismi già una difesa immunitaria acquisita col tempo.
Tuttavia, dato il decesso anche di persone “normali” dal punto di vista salutare (anche se prevale il decesso tra coloro già affetti da gravi patologie) mi chiedo quanto le previsioni di chi di dovere siano azzeccate, e se effettivamente il programma di vaccinazione non debba essere rivisto.
Essendo però i quantitativi di quest’ultimo probabilmente scarsi e soggetti ad una trista razionalizzazione, forse per ora si potrà vaccinare un numero di persone strettamente necessario; sperando che almeno in questo caso, non ci sia dietro la distribuzione dello stesso chissà quale scambio di favori e affari tra gli Stati, o le Regioni.
In fondo, io sono anche diffidente verso le vaccinazioni di massa, che spesso hanno fatto solo la fortuna delle case farmaceutiche, ed hanno provocato anche vittime o danni irreparabili in chi è stato vaccinato. Quindi forse devo solo sperare che il Virus si plachi da sé, e che non dobbiamo metterci nelle mani del settore sanitario e di chi è al Ministero che lo gestisce. Perché quella gente lì può far più danni dell’influenza suina stessa.
(Fonti: La Stampa, Il Corriere della sera, Il resto del Carlino).
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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