Perché il Mediterraneo sta bruciando?

Dall’Italia alla Grecia passando per la Turchia. Il Mediterraneo è in fiamme. Ma non solo esso.

Diverse aree del Mondo stanno facendo i conti con fiamme e temperature elevate (esemplari sono i casi di Canada e Siberia), sebbene nel vecchio continente abbiano toccato i 50 gradi per la prima volta. O, almeno, da quanto si ha contezza del clima.

La questione è sempre la stessa. Si cercano le responsabilità. Le principali sono addossate ai piromani, quanti cioè appiccano il fuoco solo per il gusto di vedere bruciare la natura.

Ma è davvero così? Le responsabilità sembrano essere diverse, ed anzi, i piromani hanno un ruolo marginale.

Vediamo perché in Italia ci sono gli incendi e nel resto del Mediterraneo.

Mediterraneo in fiamme

incendi canadair foto
Foto di ThePixelman da Pixabay

Come ben racconta Il Foglio, la Grecia è il paese del Mediterraneo che da più tempo è preda delle fiamme. E in modo più violento.

Secondo i dati dell’European Forest Fire Information System, dal 29 luglio a oggi sono bruciati quasi 94mila ettari di territorio in tutto il paese. Significa che lo 0,7 per cento dell’intero territorio della Grecia è andato in cenere in meno di due settimane. Basti pensare che la media annuale tra il 2008 e il 2020 era di 9.147 ettari bruciati. Praticamente 10 volte meno.

I roghi più grandi e più difficili da controllare sono quelli sull’isola greca di Eubèa (o Èvia), a 200 chilometri a est di Atene. Dieci persone sono state arrestate con l’accusa di incendio doloso.

Anche la Turchia sta facendo i conti con incendi violenti. Mentre nel resto del Mondo, hanno fatto specie le immagini del Canada, con temperature che hanno toccato perfino i 56 gradi.

In Siberia, zona del mondo che fa pensare al freddo e alla neve (si ricorderà una omonimo brano del gruppo fiorentino Diaframma) la Jacuzia, la regione più fredda della Russia, ha perso 2,5 milioni di ettari di foreste.

Incendi in Italia dati

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Foto di Ria Sopala da Pixabay

I dati degli incendi in Italia non invidiano quelli greci. Anzi, vantiamo il triste primato per il numero di incendi di grandi dimensioni (oltre i 30 ettari): ben 405 da inizio anno. E sono più di 104mila gli ettari distrutti dalle fiamme (71mila solo dal 22 luglio a oggi): il quadruplo rispetto ai quasi 29mila ettari arsi, in media, ogni anno dal 2008 al 2020.

Le regioni più colpite, manco a dirlo, sono la Sardegna, la Puglia, la Calabria e la Sicilia. L’Abruzzo e la Campania pure sono in difficoltà, mentre nel basso Lazio alcune zone sono state evacuate in provincia di Fondi.

Incendi in Italia cause

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Foto di Manfred Richter da Pixabay

Il caldo e la siccità hanno reso i roghi più devastanti: il terreno è più secco e i venti sono più caldi, le scintille vengono trasportate in alto e appiccano direttamente la chioma degli alberi.

Quali sono le cause degli incendi in Italia? Come spiega il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani:

L’autocombustione non avviene da sola a 45 gradi. Il 57,4 per cento degli incendi sono dolosi, dove si vedono punti di innesco (…) Il 13,7 per cento non è intenzionale, e quindi sono colposi per mancanza di cultura. Siamo già oltre il 70 per cento di incendi che è responsabilità nostra e che incide su un sistema predisposto (…) meno del 2 per cento sono di origine naturale (per esempio un fulmine)

Il Ministro poi punta il dito sulla scarsa prevenzione e manutenzione.

Il caso Sicilia può aiutare a farsi un’idea di quali siano alcune delle reali cause degli incendi in Italia. Nel “Piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta agli incendi boschivi” approvato dalla regione nel 2015 (e aggiornato ogni anno), le prime due motivazioni sono:

  1. la pratica di bruciare erbe infestanti sui pascoli
  2. la pratica di dare fuoco agli alberi che si trovano sui terreni che poi si vogliono coltivare.

Poi c’è la cosiddetta “industria del fuoco”, cioè “l’incendio causato per creare posti di lavoro nelle attività di avvistamento, di estinzione, nelle attività successive di ricostituzione“.

Nel 2020, con una superficie forestale tra le più basse d’Italia, in Sicilia c’erano circa 22mila operai forestali, tra determinati e indeterminati. Circa la metà di quanto registrato in totale in tutta Italia, dove complessivamente gli operai forestali sono 47.313. La Lombardia, per esempio, che ha il doppio della superficie forestale dell’isola, conta appena 416 unità. Ciò nonostante la Sicilia è stata la regione più soggetta a incendi.

Ultima causa, è l’incendio usato come un mezzo di estorsione o di taglieggiamento.

Anzi, i piromani sono considerati una minoranza, ingigantita più che altro dai mass-media.

Insomma, un caso studio molto interessante che, probabilmente, vale per tutte le regioni. Dietro gli incendi ci sono quindi soprattutto interessi economici, aiutati senza dubbio dal surriscaldamento globale e dalle leggi italiane ancora poco incisive per tutelare i boschi. E solo marginalmente altre cause dolose come estorsione e semplice sadico passatempo.

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Una risposta a “Perché il Mediterraneo sta bruciando?”

  1. 50 gradi è fake colossale smontato persino dai catastrofisti. Il fuoco è reale perché ogni anno in estate,molti idioti criminali, nei periodi più caldi, fanno i piromani.

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