IN OLANDA E’ NATO IL TURISMO DEL SUICIDIO

NEL PAESE DEI TULIPANI SI registra un picco di suicidi assistiti da medici: ben 559 in più nel 2011 rispetto all’anno precedente
Fino a qualche anno fa l’Olanda era una terra ambita dai turisti per le sue libertà trasgressive (molto ridotte da quest’anno con le nuove leggi), le sue bellezze paesaggistiche, la sua attrattiva culturale. Ma di recente si è trasformata in una meta molto gettonata per tutt’altro motivo: l’eutanasia. Nel 2011 si è registrato un picco di arrivi di quanti, malati terminali, si sono qui recati per suicidarsi in modo medicalmente assistito.

I NUMERI AGGHIACCIANTI – La Commissione governativa per l’eutanasia ha spiegato che le segnalazioni in tal senso dei medici sono diventate il 2.7 per cento dei decessi totali olandesi, contro il 2.3 per cento dell’anno precedente.
L’Olanda è uno dei quattro Paesi a consentire legalmente la «dolce morte» ai malati terminali insieme a Belgio, Lussemburgo, Svizzera e allo stato americano dell’Oregon. In realtà si è trattato solo di una depenalizzazione, che risale al 2002, e riguarda i malati terminali che chiedono espressamente di morire per l’eccessivo dolore. Nicole Visee, segretario della Commissione, ha spiegato che le ragioni di questo incremento possono essere diverse: l’aumento dell’età della popolazione, un cambio nelle convinzioni etiche della popolazione, oppure una maggiore accuratezza nei rapporti dei medici.
STESSO DICESI PER LA SVIZZERA– La Svizzera consente il suicidio assistito fin dal 1941 e permette che sia eseguito anche da personale non medico (ammettendo anche la depressione tra le cause della volontà di morire), se l’esecutore non ha interessi economici nella vicenda. Nel 1998 le persone che hanno avuto accesso alla procedura sono state 43, contro le circa 300 del 2009. Gli stranieri sono, all’opposto dei Paesi bassi, invece in calo. Il ministro della giustizia Simonetta Sommaruga ha spiegato che dai 199 cittadini stranieri del 2006 si è scesi ai 97 del 2010, prevalentemente tedeschi, francesi e britannici.
Di recente il parlamento svizzero ha respinto una proposta volta a limitare l’accesso alla procedura per gli stranieri. Il voto del parlamento riflette un referendum dello scorso anno a Zurigo, che respinse a maggioranza schiacciante la proposta di fermare il «turismo del suicidio».
L’eutanasia resta un diritto per il malato terminale o per quanti si trovano da anni in stato vegetativo irreversibile. E se esistono Paesi come l’Olanda e la Svizzera trasformatisi in mete per il turismo un motivo ci sarà: molti sono i Paesi retrò che non aprono mai un dibattito legislativo serio su questo argomento. A cominciare ovviamente dal nostro.
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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