LE PAROLE VERGOGNOSE DI BLATTER – A far alzare la tensione sono state anche le dichiarazioni del presidente della Fifa, Joseph Blatter, ha minimizzato le manifestazioni di protesta in atto in Brasile contro le spese per l’organizzazione della Confederations Cup e i Mondiali del 2014 affermando che “il calcio è più importante dell’insoddisfazione delle persone”. “I manifestanti stanno usando la piattaforma del calcio e la presenza della stampa internazionale per ampliare la protesta”, ha aggiunto. A rincarare la dose ci ha pensato Marco Polo del Nero, vice presidente della Federcalcio brasiliana e rappresentante del suo Paese nella Fifa, secondo il quale “199 milioni di persone pensano a lavorare e ci sono pochi altri che danno fastidio”. “La polizia è comunque ben preparata”, ha aggiunto.
IN BRASILE SI INCENDIA LA RIVOLTA POPOLARE CONTRO GLI SPRECHI DEL GOVERNO PER MONDIALE E OLIMPIADI
IL POPOLO STA APPROFITTANDO DELLA CONCAF PER MOSTRARE AL MONDO LA PROPRIA INDIGNAZIONE
Sono ormai giorni che in Brasile centinaia di migliaia di persone stanno occupando le piazze delle città, approfittando dell’ottima visibilità offerta loro dallo svolgimento della Confederation cup, in programma fino al 30 giugno. Il popolo brasiliano è indignato per le ingenti spese che il Governo socialista guidato dal Dilma Rousseff sta sostenendo per l’organizzazione del prossimo Mondiale previsto tra un anno: circa 11 miliardi di Euro; ai quali vanno aggiunti quelli da affrontare per le Olimpiadi del 2016. Il tutto mentre i problemi del Paese sono tanti, e di recente è stato aumentato pure il biglietto dei trasporti.
IL CARO BIGLIETTI, LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO – L’aumento del prezzo dei trasporti pari al 7% in 11 città del Paese è uno dei punti all’origine delle proteste. Le cinque città che faranno marcia indietro sui prezzi sono Cuiabà nello Stato del Mato Grosso, Joao Pessoa in Paraiba, Porto Alegre in Rio Grande do Sul, Recife in Pernambuco e Blumenau in Santa Catarina. Intanto a Rio de Janeiro, dove l’altro ieri durante le proteste ci sono stati tafferugli, il prefetto Eduardo Paes ha convocato i leader del movimento Passe Livre, uno dei gruppi che attraverso internet organizza le manifestazioni.
IL PROBLEMA ABITAZIONE – Venerdì scorso invece, guidate dal Movimento dos Trabalhadores Sem-Teto (Movimento Lavoratori Senza Casa), circa 800 persone avevano protestato davanti allo stadio Mané Garrincha, bruciando alcuni pneumatici, per protestare contro la Terracap (Compagnia Immobiliare di Brasilia), che ha venduto una gran quantità di terreni pubblici ai privati per finanziare la costruzione del nuovo stadio della capitale federale. Ricevuti da Antonio Carlos Lins, presidente della Terracap, alcuni manifestanti hanno sollecitato la costruzione di 150.000 abitazioni e la promessa che il Mane Garrincha non finirà nelle mani dei privati visto quanto è costata alle casse pubbliche la sua ristrutturazione. Per finanziare il nuovo stadio, dal 2012, più di 200 lotti sono stati venduti, soprattutto nelle città satellite. «Ogni volta che MTST occupa un terreno, Terracap dice di non avere soldi per costruire case, ma riesce a costruire il Mane Garrincha» hanno denunciato i dimostranti. «Lo scopo della nostra protesta è ottenere che il denaro vada a chi ne ha effettivamente bisogno. La Copa non è per i brasiliani, vi partecipa solo una minoranza privilegiata. Noi, della classi basse, non avremo accesso. Quindi sicuramente la Copa non sarà nostra», ha detto Edenilson Paraná, uno dei portavoce del MTST.
GLI ALTRI PROBLEMI – I dimostranti lamentano anche scarsi servizi sanitari, di educazione e di sicurezza nonostante l’aumento della pressione fiscale. Grave è ancora il problema della disoccupazione.
PROTESTANO ANCHE GLI INDIOS – Amazzonia ancora sotto attacco per la costruzione di dighe idroelettriche edespopriazione dei terreni agricoli, a discapito della biodiversità di un’area tra le più incredibili del Mondo. Ma oggi gli Indios reagiscono e fanno la voce grossa!
Qualche settimana fa la città di Mato Grosso do Sul – al centro della zona più esposta a questi processi distruttivi – è stata invasa per la seconda volta gli Indios per protesta nei confronti dell’omicidio di un loro compagno da parte delle forze dell’ordine. Gli Indios avevano manifestato contro la decisione del Governo di dare in concessione parte delle loro terre ad una potente lobby agricola del Brasile.
Le proteste infiammano tutto il Brasile amazzonico e non solo la regione di Mato Grosso do Sul, anche altri stati come Curitiba,Paranà, e Porto Alegre, nel Rio Grande do Sul. Sono stati occupati anche alcuni latifondi. A Curitiba, la capitale dello stato del Paranà, gli indigeni hanno invaso gli uffici del Partito dei Lavoratori, decidendo di abbandonarlo solo dopo molte ore, quando gli era stato promesso un incontro con un esponente del partito del capo del Governo brasiliano.
Nella settimana precedente, gli indigeni hanno paralizzato i lavori di uno dei tre cantieri di Belo Monte, destinato a diventare la terza più grande diga del mondo in grado di produrre 11.233 MegaWatt di energia elettrica, pari a circa il 10% della capacità di generare corrente in Brasile. Lì scorre il potente fiume Xingu.
Il partito dei lavoratori si è impegnato a incontrare gli Indios nei prossimi giorni.
Benché si professi progressista, il Governo guidato dalla Rousseff – erede predestinata di Lula – sta amministrando il Brasile con una trazione capitalista. Emblema di ciò, oltre agli sprechi di cui sopra, è quanto sta accadendo in Amazzonia, deforestata e svenduta ai privati.
Per saperne di più sul Brasile, vi suggerisco di guardare la puntata di C’era una volta, programma Rai curato dall’ottimo Silvestro Montanaro: La vita è una cosa meravigliosa – C’era una volta
(Fonte: LaRepubblica, Tuttogreen)
ho sentito dire che il costo del biglietto non è stato aumentato..buona cosa no?poi siamo sempre li a discutere sugli stadi, sul calcio…è un businness, lo vogliamo capire??hai idea di quanta gente invaderà il Brasile prossimo anno?e il PIL??
il brasile è una nazione grande come un continente, la foresta amazzonica, polmone del mondo è in continua diminuzione per fare spazio a coltivazioni di multinazionali lo sviluppo economico non fa rima con benessere di una nazione, i cosi detti paesi in via di sviluppo he hanno un numero maggiore di persone che vivono sotto la soglia della povertà
Quiesto mi sa proprio che sia il governo "di sinistra" del paese…
il black bloc del vicino è sempre il più simpatico