Immigrati portati in Italia da Wagner: cosa c’è di vero?

Immigrati portati in Italia da Wagner: cosa c’è di vero?

E’ notizia di queste ore che il gruppo della brigata russa Wagner avrebbe istituito, come riporta ANSA, che cita come fonte Il Foglio, una taglia sul ministro della Difesa Guido Crosetto. Lo avrebbe riferito lui stesso una decina di giorni fa, dopo una segnalazione dei servizi di intelligence italiani.

A quanto si apprende, non sarebbe stata aumentata la sua scorta. La taglia sarebbe di circa 15 milioni di dollari.

Perché la brigata Wagner ce l’avrebbe con Guido Crosetto? In quanto il Ministro della difesa ha rivelato che dietro le ondate di immigrati di queste settimane ci sarebbe proprio questa sezione dell’esercito russo, costituita da mercenari. Molto presente in Africa, allo scopo di destabilizzare il nostro paese.

Ma cosa c’è di vero dietro l’ipotesi che dietro gli immigrati giunti in Italia ci sia la brigata Wagner?

Wagner e la relazione con gli immigrati dall’Africa

Come riporta IlSole24Ore, queste sono le parole di Guido Crosetto riguardo la brigata Wagner dietro l’arrivo degli immigrati in Italia:

Mi sembra che ormai si possa affermare che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani

Lo avrebbe detto lo scorso lunedì 13 marzo, con una nota diffusa poco dopo il vertice a Palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini videocollegati, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e i direttori dei servizi segreti.

Poi Crosetto ha messo in guardia i paesi europei:

Ue, Nato e Occidente, così come si sono accorti che gli attacchi cyber facevano parte dello scontro globale che il conflitto ucraino ha aperto

Oggi sarebbe opportuno capissero che anche il fronte Sud europeo sta diventando ogni giorno più pericoloso. Dovrebbero inoltre prendere atto che l’immigrazione incontrollata e continua, sommata alla crisi economica e sociale, diventa un modo per colpire i Paesi più esposti, in primis l’Italia, e le loro scelte geostrategiche, chiare e nette

Infine, un avvertimento anche alla NATO:

l’Alleanza rischia di incrinarsi «se i Paesi più esposti a ritorsioni di vario tipo (come aprire i “rubinetti” dell’immigrazione da parte di alcuni Stati) vengono lasciati soli

Parole che hanno fatto discutere, con le opposizioni che chiedono chiarimenti in aula, nonché prove concrete.

La risposta della brigata Wagner non si è fatta attendere, per bocca del capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin:

Crosetto dovrebbe guardare meno in altre direzioni e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere. Noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci». Tutto condito da un insulto pesantissimo in russo: «Crosetto “mudak”»

Il boom di partenze dalla Tunisia

Nel mirino del Governo i numeri delle migrazioni verso l’Italia dal Nordafrica incrementati nei primi mesi di quest’anno: dall’inizio di gennaio al 13 marzo, sono sbarcati sulle coste italiane ben 20.017 migranti, contro i 6.152 dello stesso periodo dello scorso anno.

Il dato più rilevante riguarda però anche il paese di provenienza di queste partenze, la Tunisia. Paese dal quale le partenze sono aumentate di quasi dieci volte: passando da 1.360 immigrati a 12.083. In Libia invece le partenze sono più che raddoppiate in un anno: 7.057 persone, rispetto alle 3.925 dello scorso anno.

Wagner e non solo in Africa

La relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza ha denunciato l’attivismo di diverse organizzazioni criminali che operano in Africa per gestire l’immigrazione, soprattutto nei succitati paesi nordafricani.

Quanto alla compagnia privata militare russa Wagner (fondata nel 2013 e chiamata così in onore del compositore tedesco Richard Wagner), essa opera, oltre che ovviamente in Ucraina, anche in un folto grappolo di Paesi africani: Libia, Mozambico, Repubblica centrafricana, Mali, Sudan. Come sottolinea l’Ispi, dei 27 Stati in cui al 2021 era stata rilevata la presenza di compagnie private militari russe, la metà si trovava nell’Africa subsahariana.

Un’avanzata vertiginosa a partire dal 2017, che ha fatto la fortuna di Prigozhin: da venditore di hot dog a gestore del catering del Cremlino, è stato via via ricompensato per l’attività dei suoi mercenari a colpi di concessioni minerarie. Pari a oltre 250 miliardi di dollari, nonostante le sanzioni occidentali.

L’intelligence italiana ritiene che la Wagner abbia grandi responsabilità. In Libia presidia i pozzi petroliferi e opera dal 2018 in Cirenaica, nell’est del Paese, per sostenere il generale Khalifa Haftar nella guerra civile contro il governo di Tripoli.

Nella sola Libia i miliziani della Wagner sarebbero oltre 2mila.

L’Unione europea smentisce Crosetto su intreccio Wagner-immigrati

Come riporta Europa, però, la Commissione europea ha ridimensionato il legame tra la crisi dell’immigrazione e le operazioni in Africa del Gruppo Wagner.

L’Unione europea, per bocca del vice presidente della Commissione Ue Margaritis Schinas, ha ridimensionato il ruolo di Wagner come accessorio. Puntando invece sui paesi di origine dei migranti e quelli da cui essi partono:

Cosa causa la migrazione è il fatto che in Paesi di origine e di transito è necessario costruire le condizioni per una vita migliore (…) evitare che le persone affidino la propria vita ai trafficanti. Wagner o no, questo è qualcosa di accessorio. La causa della migrazione è che le persone fuggono da guerre e persecuzioni o scappano per una vita migliore

Wagner e gli immigrati: i dubbi

Come sottolinea il sempre arguto Maurizio Blondet, che ha ironizzando parlando di “Ha stato Putin“, se così fosse anche le ONG che si affannano a depositarci centinaia di clandestini in Italia invece che nel paese di cui battono bandiera sarebbero delle marionette della organizzazione Wagner. Le loro navi andrebbero dunque sequestrate come preda di guerra, o ancor meglio affondate.

Stesso dicasi per quanti, media e politici, parlano di accoglienza tout cour, tacciando di egoismo e razzismo quanti fanno dei discorsi diversi sull’immigrazione. Puntando invece su una maggiore razionalità e responsabilizzazione degli altri paesi europei.

Anche loro sono mercenari di Putin? Peraltro, sono proprio quelli che sostengono l’Ucraina e dipingono quest’ultimo come un criminale.

Dovrebbero essere trattati anche come mercenari al soldo di Putin quelli di Alarm Phone, che, come riporta il sito ufficiale, è attiva dal 2014 per opera di reti di attivisti e attori della società civile in Europa e Nord Africa. Istituendo un numero di emergenza auto-organizzato per migranti in difficoltà nel Mar Mediterraneo.

Forse il vero problema è di chi, in Italia, ha impostato un verso business sugli immigrati che arrivano in Italia. E dei buonisti che parlano di accoglienza, senza però curarsi del dopo. Con molti di questi immigrati che finiscono per strada a chiedere l’elemosina, nelle campagne schiavi del caporalato o nelle mani delle organizzazioni malavitose.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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