Sempre più strade intitolate a Nino Bixio e Giuseppe Garibaldi stanno subendo un cambio di nome.
La storia d’Italia ha lasciato ferite ancora aperte. Il sud depredato dal Nord in nome di un’Unità d’Italia siglata col sangue dei vinti, orchestrata dalle solite famiglie oligarchiche che manovrano il mondo da secoli e per evitare il fallimento del Regno di Savoia.
Il risentimento meridionale verso certe figure è ancora elevato e il web e i Social negli ultimi anni lo stanno acuendo, facendo emergere notizie vere o presunte su ciò che accadde oltre 150 anni fa.
E così, almeno per quanto concerne la toponomastica, qualcosa sta cambiando. Infatti, sempre più strade intitolate a personaggi considerati artefici dell’Unità d’Italia come Giuseppe Garibaldi e Nino Bixio, sono vittime di rimozione e sostituzione.
Le strade non più intitolate a Garibaldi e Bixio
Come riporta Il Corriere del Mezzogiono, il primo a «scalzare» l’eroe dei due mondi è stato Massimo Troisi. All’indimenticato attore e regista nel 1997 — durante una solenne cerimonia a cui prese parte il ministro dell’Interno dell’epoca, Giorgio Napolitano — l’amministrazione comunale della sua San Giorgio a Cremano, guidata da Aldo Vella, intitolò il luogo simbolo della cittadina vesuviana fino ad allora dedicato proprio a Garibaldi.
Nel 2023, a Rometta, in provincia di Messina, lo scorso anno, Piazza Garibaldi è stata intitolata allo scrittore Andrea Camilleri. Sempre a Messina, l’intitolazione di una strada a Nino Bixio è stata rimossa in favore delle «vittime dell’eccidio di Bronte».
L’anno precedente, per la cronaca, sempre Rometta dedicò un largo ad Angelina Romano, la bambina fucilata a nemmeno 9 anni d’età, a Castellammare del Golfo, perché accusata di brigantaggio.
Qualche giorno fa, invece, il 6 maggio, è stata inaugurata piazza Carlo di Borbone (1716-1788) a Ercolano: un’area di 5 mila metri quadrati che affaccia sul Parco archeologico dell’antica Herculaneum, realizzata grazie al partenariato tra Comune (Fondi Pics – Regione Campania), Ministero della Cultura, Parco Archeologico di Ercolano e il Packard Humanities Institute – Istituto Packard Beni Culturali.
Soddisfatto Emilio Caserta, responsabile giovanile del Movimento Neoborbonico:
Da porticese sono felicissimo che tre città vesuviane vicine, come San Giorgio a Cremano, Portici e ora Ercolano, in pochi anni abbiano riscoperto la storia di una grande famiglia e di un grande Re come Carlo di Borbone, che tanto ha dato a queste zone; ciò significa che c’è una rivoluzione culturale in atto, e che tante sono le presenze anche nelle istituzioni che stanno riscoperto certe verità, ma soprattutto ci sono cittadini che fanno sentire la loro voce su queste tematiche. A noi giovani serve anche questo per essere orgogliosi di essere napoletani, porticesi, ercolanesi e meridionali.
Elenco sempre più lungo
L’elenco ormai è sempre più lungo. Il riepilogo lo fa sempre il movimento:
Da via Ferdinando II di Borbone (Minturno) a Piazza Francesco II di Borbone (Ciorlano); da via Carlo di Borbone (Calvizzano) a piazza Martiri di Pietrarsa (San Giorgio a Cremano); da piazza Martiri di Pontelandolfo (a Biccari: già via Nino Bixio) a largo dei Briganti (Longobardi); dalla statua di Ferdinando IV (San Leucio) alla strada della Memoria delle vittime dell’Unità (Casalduni)».
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