IL PUNTO E VIRGOLA, UN SEGNO GENIALE IN VIA DI ESTINZIONE
Il “punto e virgola” è un segno di punteggiatura che corrisponde ad una pausa di valore intermedio tra quella più lunga del punto fermo e quella breve della virgola. E’ molto utile in periodi lunghi e complessi, nelle parentesi, e negli elenchi puntati, al posto di un punto fermo che bloccherebbe la fluidità della lettura.
La sua comparsa risale ai primi del Cinquecento per opera del celebre stampatore italiano Aldo Manuzio, che si fregiò, inoltre, anche dell’invenzione del carattere corsivo.
Nonostante la sua antica origine e la sua indubbia utilità, il punto e virgola pare stia scomparendo; almeno questa è la sensazione che si ha nel leggere quotidiani, riviste, blog, libri, vuoi anche per il mancato utilizzo di tale punteggiatura in nuovi e rapidi mezzi di comunicazione come e-mail o i rapidissimi sms, in cui gli interlocutori preferiscono utilizzare punti, virgole e puntini sospensivi.
Come si sarà accorto chi mi legge spesso o chi ha semplicemente letto questo post, io invece continuo ad utilizzarlo, sostenendone ancora l’utilità che lo contraddistingue da sempre. In una periodo lungo, il punto e virgola è essenziale se si vuole continuare un discorso senza spezzare i pensieri collegati tra loro, frammentare un discorso, come accadrebbe con un punto; mentre la virgola, all’opposto, non darebbe fiato al discorso.
Sosteniamo pertanto questo utilissimo segno di punteggiatura, non ovviamente negli sms per questione di spazi e brevità del messaggio, quanto almeno nelle mail di una certa lunghezza o appunto nei post di un blog. Magari potrei lanciare il messaggio anche a scrittori e giornalisti, che fanno della parola scritta il loro mestiere, e in fondo, sono tra i principali responsabili della scomparsa di questa invenzione geniale nostrana; pertanto i suoi custodi.