IL PARTITO COMUNISTA CINESE COMPIE 90 ANNI

NATO IL PRIMO LUGLIO 1921 DALLA PROTESTA CHE SI SVILUPPÒ CONTRO L’IMPERIALISMO GIAPPONESE E OCCIDENTALE CHE OPPRIMEVA LA CINA. MA ORMAI DI COMUNISTA HA SOLO IL NOME E IL SIMBOLO

Il partito comunista più longevo della storia e che vanta più adepti, compie 90 anni. Parliamo del Partito comunista cinese; il quale però di comunista ormai ha solo il nome e il simbolo, avendo abbracciato dalla fine degli anni ’70 – e in modo selvaggio agli inizi degli anni ’90 – un Capitalismo mascherato. Si fa per dire.


LA NASCITA – Il primo luglio 1921 il PCC venne fondato a Shanghai, e Chen Duxiu fu nominato segretario. Quest’ultimo era un giornalista dalla grande passione politica, ispirata a quel movimento culturale annidatosi nelle Università basato su eguaglianza, promozione dell’istruzione di massa, opposizione al culto della gerarchia, dell’autorità e della famiglia (ovvero la così detta morale confuciana che in Cina dominava da millenni). I comunisti cinesi trassero grande ispirazione dalla rivoluzione d’ottobre sovietica del 1917.

LA GUERRA CIVILE TRA NAZIONALISTI E COMUNISTI – Finché fu in vita Sun Yat-sen, leader dei nazionalisti, comunisti e nazionalisti lavorarono assieme per portare a termine quella che l’Internazionale giudicava una rivoluzione democratico-borghese anti-giapponese. Nel 1927, però, Jiang Jieshi prese il potere sul governo di Canton e sul Guomindang, attuando un sistematico massacro dei comunisti e dei militanti della sinistra del suo stesso partito. Ebbe inizio la guerra civile cinese, che gli storici comunisti suddividono in tre fasi: la prima guerra civile rivoluzionaria (1927-1930), la seconda guerra civile rivoluzionaria (1930-1937) e la terza guerra civile rivoluzionaria (1947-1950).

IL SUCCESSO DI MAO E LA NASCITA DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE – Nei primi anni di questo conflitto civile, il Pcc era lacerato internamente; ma tra i leader si distinse Mao Tse-Tung, apostrofato addirittura come “opportunista di destra e gretto empirista”. Ben presto, tutti dovettero ricredersi su di lui, quando compì la fatidica Lunga marcia del 1934, con cui Mao, insieme a Zhu De, guidò 130.000 soldati per sfondare il lungo accerchiamento di 400.000 nemici. Gli anni successivi furono caratterizzati dalla logorante guerra contro gli imperialisti giapponesi, che terminò nel 1945, facilitata dalla sconfitta del Giappone nella Seconda guerra mondiale. Mentre, come detto, riprese la guerra civile. Ma i comunisti presero gradualmente il sopravvento fino alla nascita della Repubblica Popolare Cinese il 1º ottobre 1949, che sancì la definitiva vittoria del comunismo quale ideologia di Stato.

MORTE DI MAO E INIZIO DEL SOCIALISMO CINESE – La morte di Mao può essere considerata lo spartiacque del Comunismo cinese. La Rivoluzione culturale terminò proprio con la morte di Mao, quando il suo successore, Hua Guofeng, ne dichiarò conclusa l’esperienza. Verrà definitivamente ripudiata e criticata da Deng Xiaoping all’inizio degli anni ottanta. Nasce di fatto il Socialismo con caratteristiche cinesi, ovvero l’apertura al libero mercato che, secondo Deng, era possibile anche all’interno di un regime socialista. Ciò comunque incontrò una certa ostilità all’interno del PCC stesso; la linea di Deng risultò definitivamente vincente al Comitato centrale dell’ottobre 1984 e, nel 1985, circa 60.000 oppositori del “nuovo corso” vennero espulsi. Da allora il Paese si è avviato a un Capitalismo mascherato: l’espropriazione violenta di case e appartamenti da parte di promotori immobiliari senza scrupoli e dei relativi quadri locali del partito comunista; il tutto per fare spazio a nuovi impianti industriali al posto dei villaggi. Gli scandali legati ai bambini, lasciati morire negli orfanotrofi per mitigare il problema della sovrappopolazione. Gli scandali degli alimenti adulterati, taciuti e censurati. L’inflazione crescente, che colpisce anche gli alimenti stessi. Gli scandali di corruzione che sovente investono i gerarchi del partito.

90 ANNI E NON DIMOSTRARLI – Ma il Partito è in pieno boom: ha superato gli 80 milioni di membri (secondo le statistiche ufficiali) ed ha fatto nuove reclute in particolare fra i giovani. L’anno prossimo si decideranno anche i nuovi vertici. E pensare che prima era un’organizzazione clandestina e rivoluzionaria. Oggi è la più potente organizzazione politica ed economica del pianeta; restia ad ogni riforma ed apertura politica, ma lanciatissima sul piano della finanza, degli investimenti anche all’estero, e della diplomazia internazionale. Da diversi giorni la Cina è tutta colorata di rosso e magari il Pcc riceverà anche gli auguri di mezzo Mondo. E cosa importa se schiaccia i diritti civili e politici del suo popolo; o che tormenta da decenni i pacifici vicini tibetani e birmani. Farci affari è sempre un piacere.

(Fonti: La Stampa, Wikipedia)

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.