IL GOVERNO LETTA CRITICATO PURE DA CONFINDUSTRIA E VATICANO, MALGRADO RAPPRESENTI PROPRIO LE LOBBY
NEL LORO MIRINO LA LEGGE DI STABILITA’ CONSIDERATA INSUFFICIENTE E INIQUA. AD APPOGGIARLO ANCORA BANCHE ED ESERCITO
Il Governo Letta è il giusto prolungamento del Governo Monti, essendo a pieno titolo a sua immagine e somiglianza: non è stato votato dal popolo (i leader dei principali partiti – Renzi, Grillo e Berlusconi – lo criticano aspramente); è stato voluto dall’Ue e dalla Borsa; incarna i poteri forti: Banche, Esercito, Confindustria e Vaticano. Sebbene questi ultimi due comincino a criticarlo aspramente, in occasione del dibattimento sulla legge di stabilità.
LA CRITICA DEGLI INDUSTRIALI– La crisi economica ha avuto “gli effetti di una guerra”. Così il centro studi di Confindustria, che nel suo ultimo rapporto sottolinea come “la profonda recessione, la seconda in sei anni, è finita. I suoi effetti invece no”. Viale dell’Astronomia ammonisce: parlare di ripresa “è per molti versi improprio”, suona “derisorio”. E ancora: “Il Paese ha subito un grave arretramento ed è diventato più fragile, anche sul fronte sociale”. Il Paese ha subito danni “commisurabili solo con quelli di una guerra”. Un quadro a tinte fosche, e nonostante i lievi segnali di miglioramento anche il futuro resta molto incerto. Confindustria, inoltre, nel suo report boccia di fatto la legge di Stabilità del governo Letta, “un intervento modesto sul 2014 che ritocca marginalmente il deficit, in termini di Pil – si sottolinea – si tratta di qualche decimale (0,2%)”. Secondo gli industriali “l’intervento principale proposto è quello sul cuneo fiscale, ma le risorse stanziate non sono in grado di incidere significativamente”.
LE CRITICHE DI AVVENIRE – “Ho il compito di non sfasciare i conti pubblici”, è la replica piccata del premier Enrico Letta, che ha evitato però di replicare alle accuse di un quotidiano, Avvenire, diretta emanazione della Cei, che lo ha accusato di avere scarsa sensibilità nei confronti delle fasce meno fortunate della società. Un politica, spiega il giornale di riferimento dei vescovi, miope e cieca verso la famiglia, o comunque basata su rimedi “spot”, isolati e sostanzialmente inefficaci.
E se anche la Chiesa lo molla, per Letta rischia di suonare la campana…
(Fonte: Libero)