IL COMUNE DI CASORIA RISCHIA DI PERDERE I FONDI EUROPEI

Il Programma Integrato Urbano “PIU’ Europa” è una strategia messa in piedi dalla Comunità europea per il periodo 2007-2013 che intende dedicare particolare attenzione alle esigenze specifiche di alcuni territori, come le zone urbane. Esso pertanto, mira ad incoraggiare un “approccio integrato” che favorisca la crescita e l’occupazione e, allo stesso tempo, persegua obiettivi sociali e ambientali; attraverso il “PIU Europa”, la Regione Campania intende intervenire sulle 20 città medie campane con popolazione superiore ai 50.000 abitanti, per rafforzarne l’attrattività e la competitività.
Allo scopo di migliorare le condizioni di vivibilità delle suddette città, il programma si concentra in un ambito territoriale chiaramente definito e individuato dalla città delegata come ambito a maggior rischio: le snaturate periferie delle grandi aree urbane, le aree urbane sottoutilizzate o non utilizzate, i centri storici soggetti a degrado fisico, economico e sociale, le aree naturali in ambito urbano, i “waterfront”.
I principi guida del PIU Europa sono:
 -la sostenibilità delle scelte, ottenuta mediante la partecipazione dei cittadini e della società civile in modo da accrescere la legittimità e l’efficacia  delle azioni, attraverso l’attivazione di forum condotti con riferimento alla metodologia di Agenda 21 Locale;
 -il perseguimento di una alta qualità di vita, applicando i principi di sostenibilità ambientale, sociale e di eco-compatibilità;
 -il rafforzamento del partenariato tra i soggetti pubblici e tra pubblico e privato;
-l’ottimizzazione della spesa sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.
In data 10 febbraio 2009, il Comune di Casoria (Comune a Nord di Napoli che ricordo essere amministrato per la prima volta nella sua storia da una Giunta di centro-destra, dopo le elezioni dello scorso aprile successive a 2 anni di commissariamento per infiltrazioni camorristiche) e la Regione Campania, hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa per la realizzazione del programma “PIU Europa”; per cui, a partire da quella data, l’amministrazione comunale casoriana dovrebbe giungere, entro la fine dell’anno in corso, all’elaborazione di un Documento di Orientamento Strategico “DOS”, atto a delineare lo sviluppo della città, declinato in scelte tecnico-strategiche quanto più partecipate e condivise; infatti il Comune dovrebbe prediligere, per raggiungere tale scopo, un metodo di lavoro a carattere partecipativo atto a garantire la sostenibilità, l’efficacia e la coerenza dei progetti con la realtà locale. Presentato il DOS (elaborato dal Laboratorio di pianificazione partecipata e approvato con delibera dal consiglio comunale di Casoria) alla Regione Campania, si proseguirà con l’Accordo di Programma Quadro con quest’ultima.
Insomma, un processo complesso e meticoloso, poiché occorre ascoltare le istanze dei soggetti locali (società civile, enti di governance, attori economici ed enti di government) sollecitandone ove manchi la partecipazione; e leggo dal sito del Comune che le azioni progettate per questo scopo sono:  perlustrazioni nei quartieri in diversi punti della città, interviste, attività di animazione presso le scuole elementari e medie, interazione con gli attori della società civile, interazione con istituzioni ed attori economici.
In data 30 luglio, è stata anche stipulata una graduatoria di tutti i progetti idonei presentati.
Tuttavia, l’opposizione di centro-sinistra presente nel consiglio comunale casoriano, denuncia un forte ritardo su tutti i progetti relativi al PIU Europa ed è in serissima difficoltà, al punto tale che si prospetta addirittura la possibilità che, qualora il Comune dovesse dichiarare il dissesto economico, potrebbero andar perduti anche i fondi europei stanziati.
Insomma, piovono soldi dalla Comunità europea e noi del Mezzogiorno, come al solito, per la nostra disorganizzazione e mancanza di una seria linea politico-progettuale, finiamo per sfruttarli male o non sfruttarli affatto (vedi la proliferazione di corsi di formazione e relativi enti di formazione). Succedeva in passato con i soldi che la DC ci faceva piovere dall’America, succede oggi con quelli della Comunità europea. Ma oggi c’è un rischio in più. Con l’approdo nell’UE dei Paesi dell’est, sarà sempre più difficile disporre di fondi, poiché una buona parte di questi saranno destinati proprio al rilancio di tali Stati degradati; tant’è che si prospetta che il piano comunitario del periodo 2007-2013 potrebbe essere l’ultimo treno europeo per il nostro Sud. E noi ci ritroviamo questi amministratori…
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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