Da dove derivano i nomi dei mobili Ikea
Partiamo dall’ultimo nome strano enunciato: Dagstorp. E’ un sofà che porta il nome di una località svedese a nord di Malmo. Come riporta Libero, lo ha scelto anni fa Ingvar Kamprad, il fondatore della catena di mobili più famosa del mondo, e per lui è pure facile da pronunciare. Il motivo è presto detto: il padre dell’ Ikea da ragazzo soffriva di dislessia. Non riusciva a ricordare i codici dei prodotti che aveva nel suo negozio di sedie, letti e armadi. Così è corso ai ripari e ha messo a punto un sistema che si è rivelato infallibile per supplire alla sua carenza: anziché associare a ogni oggetto un numero, ha dato loro i nomi che più sentiva ripetere durante il giorno. Una scelta diventata poi marchio di fabbrica vincente per Ikea.
Il significato dei nomi dei mobili Ikea
Ecco qualche esempio: a guardaroba e mobili da salone esposti nello store Ikea sono stati associati i nomi di località norvegesi; le librerie si sono chiamate con i nomi delle professioni scandinave; alle scrivanie e alle sedie girevoli sono stati appioppati nomi maschili (nordici, manco a dirlo); ai tessuti e alle tende quelli femminili. Ancora: i tappeti portano il nome di posti danesi; le decorazioni da parete sono individuate attraverso espressioni dello slang svedese e ai divani (Dagstrop non fa eccezione) sono state assegnate le località svedesi.
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Non solo Mr Ikea, altri dislessici di fama
Kamprad è anche in buona compagnia. Tra i vip dislessici troviamo Tom Cruise, Pablo Picasso, John Lennon, perfino Albert Einstein. George Bush da studente aveva difficoltà riconducibili alla dislessia. E sappiamo come gli è andata: è stato per due mandati Presidente degli Stati Uniti, giusto il tempo di rovinare il mondo. Ma gli Usa si sa, sono terra di grandi occasioni.