La disoccupazione, inutile dirlo, è una piaga economica e sociale che affligge da sempre il Mezzogiorno, malgrado i vari annunci dei governi centrali susseguitisi dal dopoguerra ad oggi, di rilanciare questa svantaggiata area del Paese. Di tanto in tanto spunta qualche progetto finanziato con fondi europei, che però nei fatti mostra puntualmente varie lacune, e soprattutto, uno spreco dei soldi stessi. Fondi che hanno una scadenza, dunque se non utilizzati, ritornano all’Ue con buone probabilità di non rivederseli più assegnati. Un rischio sempre più probabile, dato l’allargamento dell’Unione europea ai Paesi disagiati dell’Est Europa.
Ultime trovate dei Ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle Politiche sociali, di concerto con la Regione Campania, sono stati due progetti avviati il primo a fine 2009 (con scadenza fine 2012) e il secondo a fine gennaio scorso. Sto parlando del Progetto “Lavoro e Sviluppo 4” e del Progetto “Inla2 Regione Campania”. Vediamoli nel dettaglio.
LAVORO E SVILUPPO 4 – Il progetto partì nell’ottobre 2009, e l’organizzazione fu affidata a due Agenzie: Promuovi Italia spa e Italia lavoro. La prima, alle dipendenze del Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si occupa principalmente di Turismo, ma anche di altre attività economiche e occupazionali. La seconda è invece una società per azioni totalmente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Opera, per legge, come ente strumentale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per la promozione e la gestione di azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell’occupazione e dell’inclusione sociale.
La prima è nata nel 2006, la seconda addirittura nel 1997. Eppure non ci pare che in questi anni abbiano fatto notare tutta la loro utilità.
Tornando al “Progetto lavoro e sviluppo 4”, è difficile capire a quanto ammontano complessivamente i fondi a esso destinati, dunque prendo per buono quanto riportato da un sito che mi sembra affidabile: Repubblica degli stagisti. Secondo il sito, il costo complessivo dei programmi “Lavoro e Sviluppo 4” gestito da Italia Lavoro e da Promuovi Italia ammonta a 180 milioni di euro (rispettivamente 120 milioni e 60 milioni): 60 milioni per disoccupati di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e 120 milioni di euro per 6mila tirocini in Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il Ministero dello Sviluppo economico ha scelto di non diffondere l’elenco perché “le procedure semplificate dell’Unione Europea nell’ambito delle quali vengono concessi i finanziamenti non lo prevedono”.
COME BENEFICIARNE?! – Dallo scorso gennaio causa forse qualche modifica, il bando prevede per i disoccupati residenti nelle Regioni previste una dote di 1200 euro per 4 mesi se assunti presso un’azienda del centro-nord, senza però fornire agli stessi una lista delle strutture disposte ad assumere, una convenzione per l’alloggio o quanto meno, un orientamento su dove essi possano alloggiare una volta saliti su. Ma oltre a ciò, il bando è stato scarsamente pubblicizzato, benché fosse entrato in vigore ormai da un anno e mezzo. Non si sa quanto sia rimasto del fondo disponibile, e quali aziende abbiano già assunto disoccupati mediante questo strumento, e infine chi ne ha beneficiato. Insomma, siamo alla solita irraggiungibile Cattedrale piazzata nel deserto, di cui si conosce l’esistenza ma non si sa come raggiungerla. E i disperati muoiono così di sete e fame sotto il sole cocente.
In realtà il bando prevede anche fondi per chi viene “assunto” come tirocinante da aziende del Sud, mediante un rimborso di 500 euro mensili. Ma anche di ciò se ne sa poco o nulla.
INLA2 – Siamo alla seconda perla. Dallo scorso gennaio è entrato in vigore un altro bando, destinato a 370 giovani tra i 18 e i 32 anni residenti a Napoli, divisi per età e livello di istruzione, mediante il quale varie tipologie di soggetti (Imprese, Consorzi, Cooperative; Imprese individuali, Società di persone, Società di capitali, Società cooperative, Consorzi fra imprese, Società consortili, Studi associati, Studi Professionali, Fondazioni e Associazioni) che abbiano sede legale e/o operativa in Provincia di Napoli, possono attivare tirocini per 6 mesi con erogazione ai partecipanti di un’indennità di frequenza pari a € 450/mese. Il tirocinio è finalizzato alla stipula di un contratto di lavoro di almeno 12 mesi. Le assunzioni sono previste fino al termine dei fondi, pari a 1 milione di euro.
LE PECCHE – Anche qui siamo al solito discorso. Non c’è una lista di soggetti disposti ad assumere, anzi interpellando i soggetti preposti all’organizzazione dello stesso, ammesso che rispondano, ti verrà detto: «cerchi qualcuno disposto ad attivare il tirocinio». Pertanto, se conosci qualcuno disposto a sfruttarti, bene, altrimenti resti sempre a piedi. Inoltre, non è chiaro se dopo i 6 mesi, l’assunzione per altri 12 mesi è a carico del soggetto assumente o è erogata sempre mediante fondi pubblici.
In conclusione, se è vero che i tirocini formativi sono efficaci per i disoccupati per fargli acquisire esperienze lavorative pratiche, a differenza dei corsi di formazione gratuiti che per dieci anni hanno fatto solo la fortuna delle Agenzie di lavoro interinale e di formatori improvvisati, è anche vero che li si organizza male, ponendo come intermediari Agenzie alle dipendenze dei Ministeri dalla dubbia utilità. Insomma, se non preparano la valigia di cartone con destinazione estero più che Nord Italia, i giovani disoccupati meridionali resteranno solo una cifra buona per le statistiche.
(Fonti: Repubblica degli stagisti, Italialavoro, esperienza diretta)