I DATI APOCALITTICI SULLE CATASTROFI NATURALI

NEI SOLI ULTIMI DIECI ANNI SONO STATE BEN 14 MILA, CON OLTRE 700 MILA VITTIME
Maya e Nostradamus dell’ultim’ora a parte, i dati parlano chiaro. Nel Mondo sono aumentate in modo vistoso le catastrofi naturali, con i dati relativi al numero di vittime provocate che raggiungono una mole apocalittica. Nell’ultimo ventennio, le catastrofi hanno riguardato prevalentemente i popoli del Terzo Mondo (su tutti quelli di Bangladesh, Myanmar, Honduras), sebbene a partire dallo scorso anno abbiano cominciato a riguardare anche i Paesi occidentali.

 

I DATI ALLARMANTI – Per il 2010 ai poco ambiti vertici della lista si sono classificati il Pakistan, il Guatemala e la Colombia. Ma in settima e ottava posizione ci sono due nuovi ingressi: Polonia e Portogallo. Il messaggio è che una catastrofe atmosferica può capitare ovunque, con conseguenze devastanti, anche nelle nazioni sviluppate e sufficientemente attrezzate per proteggersi dalle ritorsioni del pianeta alle emissioni di gas a effetto serra. Il bilancio presentato martedì a Durban, al secondo giorno della conferenza sul clima (COP17), è angosciante: in dieci anni 710 mila persone, l’equivalente della popolazione di una città delle dimensioni di Amsterdam o dell’intera provincia di Modena, sono state sterminate dalle 14 mila catastrofi naturali che hanno flagellato il mondo. Non tutte sono imputabili ai cambiamenti climatici ma, secondo Bettina Menne, responsabile del Cambiamento climatico, sviluppo sostenibile e salute dell’Oms-Europa, almeno 300 mila morti (il doppio del decennio precedente) sono indirettamente provocate dal riscaldamento generato dalle attività umane e all’origine di carestie, siccità ed epidemie.
IL SURRISCALDAMENTO DEL PIANETA QUALE CAUSA PRINCIPALE– Negli ultimi quindici anni si concentrano tredici anni dalle temperature medie più alte registrate in oltre un secolo e mezzo, cioè dal 1850, l’anno in cui cominciarono le misurazioni più attendibili. E il 2011 avrà contribuito entro poche settimane all’innalzamento della media, come uno degli anni più caldi, funestato anche dal passaggio della Niña, che le alte temperature hanno reso ancora più devastante nell’Africa orientale. Ma pure nel sud degli Stati Uniti, in Australia orientale e nell’Asia meridionale.
Siamo già all’irreversibilità? Chissà, c’è chi dice sì e c’è chi dice no. Fatto sta che da quando è stato ufficialmente individuato circa trent’anni, poco è stato fatto per placare il surriscaldamento della Terra, con i vari Paesi affannati a curare solo il proprio orticello senza essere disposti a fare un passo indietro. Intanto aumentano le catastrofi e ormai, come visto, non riguardano più solo Paesi poveri a noi lontani.
In Italia poi, abbiamo l’aggravante dell’abusivismo edilizio, che trasforma poche ore di pioggia in autentici Tsunami. Si pensino agli ultimissimi fatti di Genova o Barcellona Pozzo di Gotto.
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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